
Oggi pronta sanatoria per chi era in tribunale
di CARMELO LOPAPA
"Mancano le condizioni politiche per ricorrere ad un decreto". I progetti del premier Berlusconi si infrangono contro la riluttanza del Quirinale.
Torna a Palazzo Chigi in serata scuro in volto, il capo del governo, pronto a studiare altre piste, deciso a tutto: "Inaccettabili certe impuntature. Ma io non mi arrendo".
Al Colle, Berlusconi si presenta alle 21, deciso a giocare la sua ultima carta, quella del provvedimento d'emergenza. Lo affiancano Letta e i ministri Maroni, Calderoli,
Il premier congela ma non annulla il Consiglio dei ministri informale che nel pomeriggio aveva convocato per le 22, di ritorno dal Colle. Una mossa la sua, annunciata al termine dell'ufficio di presidenza del Pdl, destinata ad esercitare pressing ai più alti livelli istituzionali. E questo, nonostante a Berlusconi fosse già abbastanza chiaro come sulla "leggina" - messa a punto in mattinata coi fedelissimi alleati del Carroccio, Bossi, Maroni e Calderoli - non vi fosse alcun margine di intesa. Un sondaggio molto informale coi leader dell'opposizione lo avrebbe compiuto nell'arco della giornata anche il presidente della Camera Fini, disposto ad accettare il decreto solo nel caso in cui tutti fossero d'accordo, a cominciare dal capo dello Stato. Ma è bastato poco per comprendere come da Pd e Udc non sarebbe arrivato alcun sostegno al decreto. La riammissione da parte della Corte d'Appello del listino della candidata Pdl del Lazio, Renata Polverini, nel tardo pomeriggio, aveva poi finito col complicare i piani berlusconiani: la conferma che per le vie ordinarie forse tutto potrebbe ancora tornare al suo posto.
Il presidente del Consiglio annulla nel giro di poche ore tanto la sua presenza in piazza al fianco della Polverini quanto il summit coi deputati laziali del Pdl in un albergo romano. Fa sapere di voler "abbassare i toni", per adesso. Ma al ritorno dal Quirinale, quando al suo fianco c'è il solo coordinatore Denis Verdini, l'umore è nero e le intenzioni bellicose restano tutte in piedi, anche a costo di andare in rotta col Quirinale, per l'ennesima volta. Viene infatti confermata l'intenzione di tenere il consiglio dei ministri oggi pomeriggio, all'ordine del giorno quello stesso decreto osteggiato dal Colle e che solo un pronunciamento favorevole dei tribunali amministrativi, tra oggi e domani, può a questo punto evitare. Anche
(05 marzo 2010)

3 commenti:
Vediamo cosa faranno Pier Luigi Bersani e il PD, anche se mi appare chiaro che con ogni probabilità si caleranno le brache.
In tal caso sarà difficile per tanti elettori confermare la propria fiducia nel PD.
Carissimo Luigi scusami il ritardo con cui ti scrivo ma da due settimane e più sono senza computer, il mio purtroppo non funziona più e a giorni dovrei vedere per comprarne un altro.
Ti sto scrivendo da un pc di un'amica ma ci tenevo tanto a ringraziarti per il gentile pensiero che mi hai mandato.
Un caro saluto
Anna
Figurati! Mi preme solo conoscere la tua opinione.
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