martedì 30 marzo 2010

PANTANO PD. L’IDV: SIAMO LA MOGLIE COL MATTARELLO


di Caterina Perniconi

“Matematicamente abbiamo vinto” è la frase che ieri risuonava continuamente nei corridoi del Partito Democratico. Il segretario, Pierluigi Bersani, non parla anche se per tutto il giorno fa trapelare ottimismo sui dati in arrivo dal Piemonte, meno su quelli del Lazio. “Abbiamo invertito il trend negativo delle politiche e delle europee – ha dichiarato la presidente del Pd Rosy Bindi – la maggioranza delle regioni è del centrosinistra e questo è già un risultato positivo”. Ma di certo il Pd non può fare un bilancio di queste elezioni solo con la calcolatrice.

Le disfatte di Calabria e Campania, guidate precedentemente dal centrosinistra, sono note fin dal primo pomeriggio.

Agazio Loiero, candidato del Pd in Calabria, non va oltre il 30%, e non sarebbero bastati i 9 punti raccolti dall’Idv con Filippo Callipo per vincere la regione, conquistata da Giuseppe Scopelliti col 61%. Una debacle sulla quale c’è da riflettere, soprattutto per la bagarre creata nella scelta del candidato, che ha scoraggiato molti elettori. “Ho vinto in ogni caso la mia battaglia – ha dichiarato Callipo – per me non fa alcuna differenza che abbia vinto Scopelliti. Sarebbe stato lo stesso, infatti, anche se avesse prevalso Loiero. Sono due personaggi sui quali il mio giudizio è negativo”.

In Campania pochi credevano ad un dopo-Bassolino guidato dal centrosinistra. E la previsione è stata rispettata. L’ex socialista Stefano Caldoro, ha raggiunto il 53,4 % dei voti, lasciando indietro Vincenzo De Luca. Mentre Rifondazione comunista, che candidava simbolicamente Paolo Ferrero in polemica con la scelta del Pd, ha ottenuto solo l’1,3 %. Neanche la vittoria di Nichi Vendola appartiene ad una decisione convinta dei democratici, ma a quella del popolo delle primarie.

Da oggi, quindi, c’è da cominciare a ragionare sul futuro, sulle alleanze e i candidati che funzionano.

Lo sa bene Antonio Di Pietro, che festeggia senza bisogno della matematica. Non solo per l’exploit di Callipo, ma perché i dati dell’Idv sono in crescita in tutt’Italia, rispetto sia alle elezioni regionali del 2005, che alle politiche del 2008, tra l’8 e il 9 % di media. Quando arriva in sala stampa, allestita per l’occasione nella sede nazionale del partito alle 19, Di Pietro si accerta che i giornalisti abbiano ottenuto i viveri per resistere fino a quell’ora in sua attesa, e chiede subito “pari dignità” al Pd, forte del suo risultato: “Adesso dobbiamo confrontarci sulle cose da fare per creare un’alternativa al governo Berlusconi – dichiara il leader dell’Idv – il Pd ha perso molto tempo per flirtare con l’Udc, ora deve tornare ad un matrimonio con una moglie ostica che sa usare il mattarello come è l’Idv”. Scelta che anche Rosy Bindi non disdegna: “L’Udc lo lasciamo volentieri, abbiamo visto che anche al nord vinciamo senza”. Di Pietro, dopo aver confutato la solidità dei suoi voti, si è impegnato a “rafforzare la coalizione” prevedendo che alla fine non farà la moglie ostica, ma il “marito capofamiglia”. Un ruolo che Pierluigi Bersani non cederà facilmente all’ex pm: “Bersani – ha continuato Di Pietro – deve però occuparsi in prima persona di alcune situazioni regionali del partito, e limitare il potere dei notabili locali”.

Eppure il colpaccio di queste elezioni l’ha fatto il comico genovese Beppe Grillo: il suo “Movimento a 5 stelle”, rappresentante la politica antipartitica, ha superato lo scoglio del 3 %, arrivando addirittura al 7 in Emilia Romagna. Nelle regioni dove sono state presentate le liste i candidati hanno raccolto ripettivamente il 2,3 % in Lombardia, il 2,6 in Piemonte, il 7 in Emilia Romagna, l’1,6 in Campania e, soprattutto, un 3,4 % con Davide Bono in Piemonte, che rischia di pregiudicare il risultato della regione. Grillo ancora non si capacita e non vuol sentir parlare di “guastafeste”. Per Di Pietro “una sconfitta del centrosinistra non può essere imputata agli amici di Beppe Grillo perché loro rappresentano il fronte della protesta pura che noi cercheremo di coinvolgere nel buon governo”.

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