giovedì 25 marzo 2010

Sostiene il Quirinale


di Antonio Padellaro

Martedì, dopo il nuovo attacco eversivo di Berlusconi contro la magistratura (“i pm patologia del Paese”) avevamo scritto che Napolitano sarebbe sicuramente intervenuto a difesa del potere giudiziario mai così violentemente e ripetutamente minacciato da un presidente del Consiglio.

Ieri, puntualmente il capo dello Stato ha parlato chiedendo rispetto per tutte le istituzioni.

Altrettanto puntualmente Berlusconi è tornato a insultare i giudici.

Pensavamo di avere bene interpretato, oltre alle opinioni dei nostri lettori, gli intendimenti del capo dello Stato.

Purtroppo, non era così.

Un’aspra reprimenda di un autorevole consigliere del Quirinale ci è subito piovuta addosso. Non è piaciuto il titolo (“Napolitano che dice?”). E neppure l’appello, pur rispettosamente rivolto.

Pensiamo forse che il Presidente possa sottoporsi a una sorta di ping pong polemico con il premier ogni volta che costui apre bocca, sia pure a sproposito?

E come mai, invece di porre pretestuose domande non abbiamo correttamente riportato la dura risposta di Napolitano quando, a fine febbraio, il premier parlò di magistrati “talebani”?

Non ci soffermeremo sulle altre doglianze del Colle nei confronti del Fatto: quelle citate bastano e avanzano. Sinceramente, non comprendiamo la critica principale, quella del ping pong. Sulla frequenza dei moniti di Napolitano, nulla da dire. Il più incisivo, lo abbiamo ricordato, dopo la bocciatura del lodo Alfano e il successivo attacco rivolto alla Corte costituzionale dal sultano furioso.

Non è bastato evidentemente, se ora Berlusconi torna alla carica minacciando addirittura di regolare i conti con la magistratura attraverso “riforme” che limiteranno fortemente l’autonomia del potere giudiziario.

È così grave che un giornale chieda al capo dello Stato un nuovo intervento davanti a una nuova aggressione? E c’è un motivo che costringa la libera stampa a scattare sugli attenti ogni volta che scrive di Napolitano? Siamo giornalisti non corazzieri di complemento.

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