La squadra di Caldoro è formata da imputati e condannati
di Vincenzo Iurillo
Condannati per voto di scambio con la camorra, turbativa elettorale, peculato. Imputati per omicidio colposo, omissione d’atti d’ufficio, associazione per delinquere, corruzione, concussione, abuso d’ufficio. Indagati per falso e truffa. Salvati da “santa prescrizione”, la protettrice dei politici. Ecco le “liste pulite” del Pdl e dei partiti alleati in Campania. Ecco la squadra che sostiene la candidatura di Stefano Caldoro, incensurato (almeno lui), ma accompagnato nella corsa a Governatore da uno stuolo di inquisiti. Con buona pace del codice etico chiesto da Silvio Berlusconi che si era tanto raccomandato con il coordinatore regionale Pdl Nicola Cosentino, nelle ore delle sue dimissioni (poi rientrate): “Nicola, mi raccomando, c’è la mia faccia sulle liste”. Ma il codice è stato stracciato dai giochi dei capicorrente romani: ognuno aveva i suoi indagati da proteggere, alla fine è prevalsa la linea del tutti dentro.
Ed ecco un elenco (incompleto) dei casi giudiziari, a cominciare dal più fresco, Alberico Gambino. Condannato in primo grado per peculato per l’uso improprio della carta di credito del Comune di Pagani, quindi sospeso dalla carica di sindaco, gli era stata assicurata la candidatura nella lista Pdl di Salerno solo in caso di assoluzione in secondo grado. La sentenza di Appello è stata pronunciata l’altro ieri. Condanna confermata. Ma Gambino è stato comunque candidato.
Posto in lista pure per Fernando Zara, sotto inchiesta per reati contro la pubblica amministrazione: quando era sindaco di Battipaglia inaugurò Piazza “17 marzo del 1997”. Intitolata al giorno del suo arresto, per accuse dalle quali è uscito in seguito assolto, dopo una condanna per corruzione in primo grado. Per dare spazio a loro, il Pdl ha escluso l’uscente Pasquale Marrazzo. Incensurato, poverino.
A Napoli il candidato Pdl Pietro Diodato è in campagna da settimane in coppia con il ministro-candidato Mara Carfagna. É indagato per truffa e falso nell’ambito di un’inchiesta sui rimborsi chilometrici dei consiglieri regionali gonfiati attraverso residenze ritenute fittizie. E in queste ore è emersa una vecchia storia: una condanna definitiva a un anno e sei mesi (pena e sanzioni accessorie sospese) per turbativa di manifestazione elettorale. Si tratta dei tafferugli del 13 maggio 2001, primo turno delle comunali di Napoli. In diversi seggi vennero rovesciate le urne e strappate le schede, gli episodi più gravi a Pianura (zona di origine di Diodato) e Montecalvario.
Spazio nel Pdl anche per Luciano Passariello, presidente uscente della commissione Anticamorra, pure lui indagato per i rimborsi chilometrici.
E per il sindaco uscente di Sorrento Marco Fiorentino, imputato di omicidio colposo e omissione d’atti d’ufficio nel processo per la tragedia del 1° maggio 2007, due donne morte per il crollo di una gru davanti al Municipio. Mentre dal processo alla Tangentopoli sorrentina Fiorentino è uscito indenne con la prescrizione delle accuse di corruzione.
Se esci dal recinto Pdl per guardare nelle forze alleate, scopri di peggio. Alleanza di Popolo, partitino locale collegato a Caldoro, candida Roberto Conte, sospeso dal Governo dalla carica di consigliere regionale perché condannato in primo grado per concorso esterno in associazione camorristica. Voto di scambio col clan Misso, la motivazione della pena di due anni e otto mesi (c’è appello).
L’Udeur invece rilancia la presidente del consiglio uscente Sandra Mastella, sottoposta al divieto di dimora in Campania per l’inchiesta su nomine e clientele nell’Arpac, già sotto processo per tentata concussione nell’ambito del primo filone delle indagini, con una ulteriore richiesta di rinvio a giudizio per associazione a delinquere, abuso d’ufficio, falso e peculato.
Con lei in lista Pietro Mastranzo, rinviato a giudizio per corruzione per le vicende urbanistiche di Napoli Est, e Ugo De Flaviis, ex assessore regionale, imputato per l’alluvione di Nocera Inferiore dell’ottobre 2007.
Ad Avellino la lista riformista di Caldoro candida Pasqualino Giuditta, cognato di Mastella, imputato nell’Arpac-gate per abuso d’ufficio per vicende da ex militante e parlamentare Udeur.
E il Pd? Al plurimputato candidato Governatore Vincenzo De Luca, affianca, tra gli altri, l’ex assessore regionale alla Formazione Corrado Gabriele, in Rifondazione fino a poche settimane or sono: è sotto processo per presunte molestie sessuali alle figliastre. Le udienze riprenderanno nei prossimi giorni. A porte chiuse.
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