«C'è stata una direttiva di Berlusconi durante Ballarò che chiedeva la mia testa. C'è un evidente tentativo da parte di Berlusconi in prima persona di arrivare a un'epurazione mia per colpire l'area a me vicina». Lo ha detto Italo Bocchino conversando con i cronisti alla Camera dopo aver presentato le sue «dimissioni definitive» dalla carica di vice presidente vicario del Pdl.
Diversa l'interpretazione della vicenda che avrebbe dato lo stesso premier durante la cena di mercoledì sera a Palazzo Grazioli con alcuni parlamentari del Pdl. «Ho chiamato Bocchino l'altra sera quando doveva andare a Ballarò. Con me è stato anche un po' insolente. Gli ho detto che non si può andare in tv a fare sceneggiate coinvolgendo il partito. Tutti nel Pdl devono capire che non si può sputtanare il partito». Poi ha proseguito il capo del governo secondo quanto viene raccontato all'agenzia Agi: «A volte mi verrebbe voglia di mollare tutto, non si può passare tutta una giornata a discutere per questioni di partito. Io ho un Paese da governare e problemi internazionali da affrontare ed è deprimente perdere così tanto tempo per certe cose. Io comunque non sono un irresponsabile e vado avanti. Sarà il partito ad affrontare certe cose».
BOCCHINO - «Berlusconi mi ha chiamato la sera che dovevo partecipare a Ballarò. Aveva toni concitati e mi ha detto: 'Se vai, farai i conti con me. Dopo vedrai...'. Berlusconi commette un grave errore che è quello di colpire il dissenso, colpire chi è in vista per educarne cento. Ma questo non porterà il partito lontano», ha affermato Bocchino. «Non esiste un solo partito democratico dove c'è un gruppo parlamentare in cui non è stato approvato il regolamento interno, non è stato eletto un direttivo, non c'è procedura democratica ma si dà vita a processo sommario e si arriva all'epurazione. Possono toglierci tutti i posti di responsabilità che abbiamo», ha aggiunto Bocchino, «ma continueremo a combattere la nostra battaglia dall’interno. I presidenti delle commissioni non sono in discussione, a meno che Berlusconi non decida altre epurazioni».
CICCHITTO - Dopo le dichiarazioni di Italo Bocchino, è sceso in campo Fabrizio Cicchitto ad assicurare che non c'è stata nessuna epurazione. «Consideravo chiuse la vicenda e le polemiche con le dimissioni di Italo Bocchino e con le dichiarazioni di alcuni colleghi che hanno affermato trattarsi di un atto di distensione», ha spiegato in una nota. «Per favorire la distensione da parte mia non solo ho scelto di revocare l'assemblea del gruppo ma mi ero anche astenuto da ogni comunicato», ha ricordato. «Purtroppo, non mi sembrano affatto distensive le dichiarazioni di Bocchino su inesistenti tentativi di epurazione da parte del presidente Berlusconi», ha sottolineato. «In effetti, l'onorevole Bocchino fra dimissioni, ritiro di dimissioni, riproposizione delle medesime e, adesso, con queste nuove affermazioni, contribuisce a creare un clima di polemica permanente», ha insistito.
IL CASO - Il caso-Bocchino era esploso dopo lo scontro tra Berlusconi e Gianfranco Fini avvenuto la settimana scorsa alla direzione nazionale del Pdl. In un primo tempo il vice capogruppo aveva annunciato le proprie dimissioni, condizionate però all'elezione di nuovi vertici. Un modo per «contarsi» all'interno del partito. Ma il capogruppo Fabrizio Cicchitto aveva replicato seccato che se cade il presidente viene meno il vicario, e non il contrario. Berlusconi, dal canto suo, aveva fatto intendere di voler chiudere la vicenda in tempi rapidi, dando il via libera alla convocazione dell'assemblea del gruppo del Pdl. Dopo una serie di contatti, è stato Cicchitto a convocare ufficialmente la riunione. Una decisione motivata dallo stesso capogruppo al suo vice con una lettera che sin dalle prime righe dà il senso del clima che regna all'interno del Pdl: «Caro Italo, alla tua lettera di dimissioni fa seguito una tua nuova lettera (preceduta da pubbliche dichiarazioni non proprio distensive) con cui pretendi semplicisticamente e con motivazioni astruse e non condivisibili di ritirare le tue dimissioni, apparse su tutti i giornali e televisioni con voluto effetto mediatico». Ha replicato lo stesso Bocchino: «Ho confermato le mie dimissioni per far comprendere che il problema è politico e non di posti. Questo permetterà di contrastare il centralismo carismatico che dà prova della sua esistenza». Ha commentato il ministro della Difesa e coodrinatore del Pdl, Ignazio La Russa: «Bocchino ha preso una saggia decisione che ha fatto seguito a una situazione che stava diventando insostenibile».
IL PREMIER: «VEDREMO LEALTÀ DI FINI» - Durante la cena con i parlamentari Pdl, Berlusconi avrebbe parlato anche di Fini. «Abbiamo constatato che tra di noi non c'è più amicizia, ora vediamo se c'e lealtà da parte sua. Lealtà nei confronti del Pdl ma soprattutto degli elettori. Vedremo se sarà leale in Parlamento. È chiaro che se qualcuno vuole assumersi la responsabilità di far cadere questo governo lo si vedrà in Parlamento e a quel punto la strada per le elezioni sarà l'unica possibile».
Redazione online
29 aprile 2010
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