DIRIGENTE DEI SERVIZI SEGRETI, ANEMONE & CO LO CERCANO PER LE INCHIESTE E L’ARCHITETTO “ZAMPO” LO AIUTA PER L’ACQUISTO DI DUE CASE
di Marco Lillo
Quando dovevano parlarne tra loro al telefono gli uomini della “cricca” lo chiamavano in codice “via Merulana”. Al generale del servizio segreto Aisi, Francesco Pittorru, Anemone si rivolge il 14 ottobre 2008 quando riceve una verifica delle Fiamme gialle. A lui pensa Angelo Balducci quando il figlio Filippo avvista due persone su una moto che sembrano investigatori. A lui Balducci e Anemone (secondo i pm corrotto e corruttore) si rivolgono per essere rassicurati dopo le prime indiscrezioni di stampa. Il “generale Merulana” risponde sempre. Già si sapeva dell’assunzione della figlia Claudia nel circolo Salaria Village, effettuata da Anemone dopo una serie di telefonate pretenziose del padre. Ora si scopre anche la ragione del nomignolo.
Il responsabile Logistica del servizio segreto (con il quale Anemone lavorava) ha comprato il 2 aprile 2004 una casa di 5 vani proprio in via Merulana. L’ha intestata ai figli, ma i genitori hanno mantenuto l’usufrutto. Gli investigatori ritengono che parte del prezzo sia stato pagato in nero grazie a un assegno circolare dell’architetto Angelo Zampolini, proprio quello che dirigeva i lavori al circolo di Anemone. Due anni dopo “Merulana” compra una seconda casa, più bella e più grande della prima (7,5 vani catastali in una traversa di via Merulana). Anche in questo caso una parte del pagamento è fatto con un assegno di Zampolini.
Pittorru comandava la Finanza in Toscana nel 2002 quando – dopo una serie di liti con il suo comandante interregionale – passa ai servizi dove si occupa di acquisti, forniture, appalti. Quando era alle Fiamme gialle è stato un protagonista delle indagini come capo della polizia tributaria ai tempi del pm Orazio Savia. Era considerato un fedelissimo del procuratore Salvatore Vecchione.
Fama di sardo duro e puro, Pittorru quando viene avvicinato nel 1993 dall’ex senatore Claudio Vitalone fa subito rapporto ai pm. Ora i suoi acquisti immobiliari sono nel mirino del Nucleo di Polizia tributaria che comandava. Troppe le coincidenze con il caso dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola che ha comprato il 7 luglio del 2004 il suo grande appartamento con vista sul Colosseo. Scajola dichiara di pagare grazie a un mutuo di 700 mila euro. Ma le due signore che gli hanno ceduto l’appartamento lo avrebbero smentito con i pm: il prezzo reale è doppio e sfiora il milione e mezzo. La parte in nero sarebbe stata coperta anche con l’assegno circolare di Angelo Zampolini. Complessivamente gli assegni delle case di Pittorru e Scajola (che usano anche lo stesso notaio di Civitavecchia) assommano a circa 900 mila euro. Poco meno di 500 mila per casa Scajola (intestata a lui e non alla figlia) e il resto per gli immobili della famiglia Pittorru.
Angelo Zampolini è indagato ed è stato perquisito venerdì. L’architetto di Anemone, che l’imprenditore arrestato chiamava amichevolmente “Zampo”, è stato ascoltato sulla provenienza dei fondi e sul legame di queste operazioni con Anemone. Nonostante sia indagato, ha risposto. Gli investigatori sono interessati anche ai suoi rapporti con il figlio di Balducci, il giovane attore Lorenzo, già comparso nelle intercettazioni per i lavori nella sua casa di via Latina e per le raccomandazioni. Anche lui sarebbe stato aiutato dagli assegni del munifico architetto. Non per la casa di via Latina ma per un’operazione più importante. A piazza della Pigna, a due passi dal Pantheon, nel 2003 una società vende due stabili che erano stati del Vaticano. Anemone compra un palazzo mentre il giovane Balducci acquista tre appartamenti e un paio di negozi che valgono oggi milioni di euro. Balducci jr non contrae un mutuo per pagare e, secondo gli investigatori, anche a piazza della Pigna ci sarebbe lo zampino di Zampo.
Nessun commento:
Posta un commento