La nube del vulcano islandese blocca l’intero traffico aereo sull’Europa
Un intero week end senza voli. La parte settentrionale dell'emisfero occidentale resta sotto l'effetto della nube prodotta dal vulcano Eyjafjallajokull che terrà a terra gli aerei fino a lunedì. E forse oltre, visto che gli esperti che si sono avventurati nei pressi dell’eruzione, oltre un muro nero di spessa cenere in sospensione, la considerano tutt’ora in aumento. “Non vediamo luce alla fine del tunnel”: è questa la valutazione del portavoce dell’organizzazione internazionale dell’aviazione civile Iata a Washington, Steve Lott, sull'emergenza voli provocata dall’eruzione del vulcano in Islanda. E il ministro dei Trasporti Matteoli lancia l’appello a “mettersi in viaggio solo per effettive necessità”. La nuvola nera che i venti allungano sull'Europa sta influenzando il traffico aereo (e quello ferroviario per conseguenza) più degli attentati di Bin Laden dell'11 settembre 2001 - a ieri erano circa 20mila i voli sopressi - con week end saltati, rimandati e persi e timori per domani, inizio di una nuova settimana di viaggi d’affari e spostamenti di lavoro che potrebbe non iniziare. A Linate e Malpensa i lavoratori degli scali sono stati messi in cassa integrazione e ferie fino a tutto lunedì. Molti aeroporti si sono trasformati in tendopoli e bivacchi, come il Jfk di New York, accampamento per trasvolatori oceanici in stand by. Viaggiatori più o meno famosi e più o meno sorpresi dal blocco aereo: politici (Berlusconi un’ora fermo a Ciampino aspettando l’ok per partire per il nord), attori, musicisti e sportivi che nel week end lavorano scendendo in campo.
Gli islandesi che dall’eruzione non subiscono al momento particolari disagi, ironizzano sul nuovo ritorno alla ribalta dell’isola dopo esser stato nell’ultimo paio di anni il caso esemplare e da studiare per il crac finanziario che ha mandato in bancarotta il paese e per il quale i poco più di 300mila abitanti hanno pagato in termini salati dal punto di vista economico e del loro tenore di vita, essendo stati i primi ad aver risentito della crisi globale. Ora invece dalla terra di fuoco e ghiaccio posta tra America ed Europa, arriva ad influenzare l’Europa la nuvola nera di polveri sottili che costringe gli aerei a terra e sta costando cifre astronomiche alle compagnie aeree, quanto se non più del caos post attentati del 2001.
Dalla Scandinavia al Nord Africa gli aeroporti del bacino mediterraneo i voli sono stati cancellati e gli aeroporti chiusi a uno a uno. Solo pochi velivoli hanno avuto l’autorizzazione al decollo, come quello che ha portato il Papa a Malta o alcune delle personalità politiche europee a Varsavia per le esequie del presidente della repubblica Kaczynski, ma molte sono state le cancellazioni di leader europei per via della nube.
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