De Magistris: serve una seconda gamba del centrosinistra accanto al Pd
di Marco Lillo
Una grande conferenza a metà maggio per raccogliere e unire l’antiberlusconismo duro e puro: da Nichi Vendola a Beppe Grillo, dall’Italia dei Valori al popolo viola. È questa l’idea maturata da Luigi De Magistris dopo le elezioni regionali: “Dobbiamo unire le forze del cambiamento e semplificare l’offerta del centrosinistra perché lo vogliono i nostri elettori”.
Come si esce dalla batosta delle Regionali?
“Il centrodestra ha vinto e bisogna prenderne atto. Il successo della Lega da un lato va rispettato per la sua dimensione, ma dall’altro lascia inquieti per i messaggi di razzismo che in parte lo hanno propiziato. Nel nostro campo vedo invece una netta sconfitta del Pd e un buon risultato dell’Idv, che però non sfonda per colpa della qualità bassa di alcune candidature e delle alleanze sbagliate. Le scelte scellerate, come quella di Loiero in Calabria e di De Luca in Campania, sono costate caro soprattutto al Pd, ma anche noi le abbiamo pagate. Ora bisogna guardare avanti e sto pensando a un cantiere nuovo per ricostruire l’alternativa.
Il centrosinistra sembra più un deserto di macerie che un cantiere. Lei vede motivi di ottimismo?
Per esempio, il 10 per cento di Callipo in Calabria, senza liste forti alle spalle, è stato per me un buon risultato. Poi c’è stata l’affermazione dei grillini in Piemonte ed Emilia Romagna. E soprattutto il successo di Nichi Vendola in Puglia.
Vendola sarà un protagonista nazionale nel centrosinistra del futuro?
Già dalle primarie interne al Pd, io ho puntato su Vendola. La sua storia è esemplare. A sinistra non sono graditi i candidati radicati nella società, ma fuori dal controllo dei partiti. Invece dobbiamo puntare proprio su queste figure. Per costruire il futuro del centrosinistra bisogna partire dalla vittoria di Vendola in Puglia, dal risultato alle Europee dei candidati dell’Idv provenienti dai movimenti o dalla società civile come me e Sonia Alfano.
In Puglia la somma di Idv, lista Vendola e Sinistra e Libertà supera di poco il Pd. Può diventare un modello nazionale?
Dobbiamo favorire la semplificazione del quadro politico. Io sono favorevole a un rapporto molto più stretto tra i movimenti come i grillini e i partiti come l’Idv e Sinistra e libertà.
Come immagina il centrosinistra nel futuro?
Da un lato ci sarà il Pd e dall’altra questo nuovo raggruppamento di movimenti e partiti.
L’Italia dei Valori dovrebbe sciogliersi in questo nuovo soggetto?
No. Non servirebbe a nulla. L’Italia dei Valori deve essere la guida di questo processo di semplificazione. Io non sono favorevole allo scioglimento dell’Idv nell’ennesimo nuovo partito. Anche perché bisogna rispettare l’identità dei movimenti. L’importante è unirsi. Alla fine di questo processo ci potrà essere una federazione, un’unione o un soggetto unitario, poi la formula la si troverà tutti insieme. L’importante è che ci si trovi uniti non solo contro Berlusconi ma anche per un progetto di vera alternativa politica e culturale al berlusconismo.
Uscendo dalle teorizzazioni astratte, alle prossime elezioni nazionali come si dovrebbe presentare il centrosinistra?
Io immagino da un lato il Partito democratico che resterà un nostro interlocutore e che certamente potrà migliorare la sua classe dirigente, ma fino a un certo punto, secondo me. Dall’altro lato vedo questo raggruppamento di partiti, come l’Idv e Sinistra e libertà, ma soprattutto di movimenti. Penso al forum sull’acqua pubblica, al movimento delle agende rosse di Salvatore Borsellino e al Popolo viola. Ma penso anche alle migliori personalità del mondo della cultura e dell’informazione.
Questo fronte antiberlusconiano però potrebbe sembrare ottimo per l’opposizione ma incapace di dare vita a un governo alternativo.
Per questo non bisogna fare solo un’operazione di addizione numerica. Questa cosa nuova deve camminare sulle gambe delle persone. Ci vuole un vero ricambio generazionale con leader giovani in grado di parlare al cuore del popolo e che hanno già saputo trasformare il consenso in voti. Queste elezioni hanno dimostrato che c’è un fortissimo astensionismo di sinistra. Questa federazione di forze può recuperarlo.
Come pensa di concretizzare la sua idea?
Sto pensando a una grande adunata a Firenze per metà maggio di tutte le forze che credono a questo progetto, da Nichj Vendola alle migliori personalità della cultura e dell’informazione.
Quale sarà l’approdo?
Le prossime elezioni politiche. Dobbiamo presentarci con una federazione di partiti e movimenti che - alleata al Pd - sia in grado di guidare il centrosinistra verso la vittoria.
Il programma?
La questione morale è centrale. Bisogna dire basta ai compromessi con i Loiero e con i De Luca. Il nuovo soggetto politico che immagino non inseguirà Berlusconi sul suo terreno. Bisogna riscoprire l’orgoglio della diversità. Ci vuole un’operazione culturale forte contro i valori alla base del berlusconismo. Deve essere chiaro che da questa parte ci sono le regole contro la furbizia, l’essere contro l’avere e l’etica contro l’estetica.
Quale sarà il primo banco di prova della “santa alleanza”?
La difesa della Costituzione di fronte al tentativo neo-autoritario di Berlusconi, che non sta trovando una forte opposizione nel Pd. La difesa dei principi e della seconda parte della Costituzione è il primo punto. La divisione dei poteri e l’indipendenza della magistratura non si toccano. Chi si siede al tavolo con Berlusconi per parlare di riforme non potrà mai essere un nostro alleato.
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