domenica 4 aprile 2010

Ma sul Csm eletto per sorteggio Alfano pronto al primo strappo


di LIANA MILELLA

In via Arenula il decreto è già pronto. Ed è il primo, e neppure tanto piccolo, assaggio della "grande grande grande" riforma della giustizia, come l'ha più volte definita Berlusconi durante la campagna elettorale. È la prima mossa per scompaginare il Csm e puntare ad eleggerne uno completamente diverso rispetto a come lo vorrebbero le toghe.

La mossa è semplice: la proroga dell'attuale Consiglio per tutto il 2010 in modo da avere il tempo di far approvare una legge elettorale differente basata sul sorteggio dei candidati tra tutti i magistrati in servizio.

Repubblica ne parlò per la prima volta a luglio 2009. I giudici dissero subito un secco no perché il sistema sarebbe "incostituzionale" in quanto intacca la garanzia della Carta di candidarsi liberamente, di essere eletti, e al contempo di poter votare per chiunque. Ma il Guardasigilli Angelino Alfano è andato avanti: il sorteggio è il sistema che garantirebbe maggiormente al governo di centrodestra di scompaginare gli equilibri delle quattro correnti in cui è divisa la magistratura (i due gruppi di sinistra Magistratura democratica e Movimento giustizia uniti nella coalizione "Area" appena reduce dalle primarie, la centrista Unicost e i conservatori di Magistratura indipendente che hanno già indicato i rispettivi candidati).

Se il decreto di proroga, assieme alla nuova legge elettorale, sono pronti nei cassetti del ministero, non è ancora detto che saranno utilizzati. Tutto dipende dall'incontro tra Berlusconi, Bossi e Fini, e dalla successiva riunione dei vertici politici del Pdl che si terranno questa settimana. L'alternativa politica è secca e coinvolge Napolitano, che ha appena finito di ricordare al Cavaliere la necessità di fare riforme condivise. Per certo, invece, il duplice intervento sul Csm (proroga e nuova legge), con un cambio di regole a partita avviata, non sarebbe affatto sottoscritta dalle opposizioni e verrebbe letta come un intervento deliberatamente ostile contro le toghe. Al Csm lo considerano un passo "inaccettabile e provocatorio" e, di rimando, controbattono con un dato di fatto: il capo dello Stato, nel giro di un paio di settimane, avvierà ufficialmente la procedura per l'elezione del nuovo consiglio, che si terrà nei primi dieci giorni luglio, con la convocazione dei comizi elettorali. Al contempo le Camere dovranno eleggere la pattuglia dei togati.

Proprio questa scelta potrebbe far pendere l'ago della bilancia nella direzione di lasciare tutto com'è adesso. Per una mera stima tra vantaggi e svantaggi nell'immediato. Il ragionamento che, in queste ore, tiene banco tra via Arenula e palazzo Chigi suona così: oggi, al Csm, siedono otto membri laici, cioè quelli eletti dal Parlamento, di cui cinque del centrosinistra, due del centrodestra e il centrista Bergamo, frutto di un voto quando al governo, nel 2006, c'era Prodi. Uno schieramento che favorisce ovviamente la sinistra. Il quadro si ribalterebbe nel prossimo Csm dove i numeri dei laici sarebbero a favore della destra con un possibile ribaltamento delle maggioranze. E anche se, sulla carta, l'attuale Consiglio conta di scegliere, prima della naturale scadenza, il capo della procura di Milano e il primo presidente della Cassazione, due poltrone del tutto strategiche nell'assetto della magistratura, restano altre nomine. Il complessivo andamento del Csm potrebbe cambiare radicalmente con un vice presidente orientato a destra al posto di Nicola Mancino e rapporti numerici più favorevoli alla destra.

A palazzo dei Marescialli, in attesa della scelta del governo, c'è fibrillazione, anche se molti sono convinti che ormai è troppo tardi per la proroga. Ma Alfano, che con le due ultime ispezioni alla procura di Trani per l'inchiesta Agcom e a Milano per il caso Forno, ha imboccato una via di chiaro scontro con le toghe, può giocare la carta della necessità di garantire i trasferimenti d'ufficio dei pm nelle sedi scoperte che ha imposto per decreto. Una gara contro il tempo: il Csm, per sfilargli l'alibi, sta facendo di tutto per fare gli spostamenti il più in fretta possibile.

(04 aprile 2010)

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