domenica 4 aprile 2010

Pietrasanta, che bel nome



di Marco Travaglio

Prendo in prestito questa bella storia da un messaggio di Sandra Bonsanti, giornalista e amica, infaticabile presidente di Libertà e Giustizia.

Racconta di Sabrina e Jacopo, due giovani di Pietrasanta (Lucca) che quattro anni fa frequentarono a Pavia la scuola di formazione politica di LeG. Arrivavano dalla città toscana passata alla storia per la strage nazista di Sant’Anna di Stazzema e per gli studi dei grandi scultori del marmo.

Da tempo immemorabile Pietrasanta è governata da un centrodestra che, ove possibile, è ancor più inquinato e malfamato della sua media nazionale. Nel 2006 finì in carcere il sindaco Massimo Mallegni, amico di Marcello Pera e dunque vicecoordinatore regionale di Forza Italia, per associazione per delinquere, truffa, corruzione, estorsione, abuso d’ufficio, violenza, maltrattamenti, falso e voto di scambio: i giudici lo accusavano di 51 presunti episodi delittuosi, un primato europeo. Pare che nelle telefonate intercettate, il primo cittadino minacciasse i vigili urbani che indagavano su di lui in perfetto dolce stil novo: “Agli altri gli faccio il culo senza dirglielo, a lei glielo dico”, “Gli facciamo passare la voglia di fare il vigile”, “Vi agguanto uno alla volta”, “Ora lo purghiamo bene”. Persino Denis Verdini invitò il partito a “cacciare le mele marce”. Qualcuno lo corresse: “Ma anche le Pere”. Naturalmente Mallegni restò sindaco a pie’ fermo, anche dopo il rinvio a giudizio (per alcuni episodi fu prosciolto, per altri è ancora imputato). Ora che, dopo due mandati, ha dovuto cedere il passo, s’è ricandidato come capolista Pdl al consiglio comunale e ha tappezzato la città di manifesti con la foto che lo ritrae nel giorno del suo arresto con le manette ai polsi. Come a dire: sono un ex galeotto, mica uno qualunque, dunque votatemi. Roba che nemmeno Cetto La Qualunque. Di questa e di altre vergogne Sabrina e Jacopo non si davano pace.

Racconta la Bonsanti: “Manifestavano contro la corruzione, scrivevano, denunciavano. Poi hanno avuto un’idea: e se la politica potesse essere diversa da quella che ci appare ogni giorno, luogo eccelso di privilegi, potere, risse, distanza dai cittadini, interessi personali, e, magari, anche illegali? Se potesse essere veramente la mèta delle nostre passioni civili, del nostro impegno, il campus per le nostre idee? Se fosse possibile costruire a Pietrasanta, la piccola Atene’, un laboratorio di buona politica? Ci hanno provato, non da soli, ovviamente”.

Come? Hanno organizzato elezioni primarie in vista delle comunali, primarie “vere” e non taroccate dalle segreterie dei partiti, sostenendo un candidato onesto e giovane, che ha perso per soli 200 voti contro un bravo pediatra stimato in città, Domenico Lombardi. Una volta sconfitti alle primarie, han sostenuto Lombardi con una campagna elettorale improntata alla trasparenza e al rinnovamento, promettendo un regolamento urbanistico che riporti un po’ d’ordine nella giungla del decennale abusivismo. “Hanno aperto la lista – prosegue Sandra - a tutti gli oppositori (Idv, pensionati, verdi, sinistra ecc.), hanno subìto le angherie pseudomafiose di chi cercava di negare (a suon di diffide) persino gli spazi elettorali. Lombardi ha preso il 47% e i suoi antagonisti il 19 e il 28. L’11 aprile si giocano la partita definitiva”.

La morale di Sandra è anche la nostra: “Non è scritto da nessuna parte che il centrosinistra debba per forza perdere. Il disastro non è un destino che ci è stato cucito addosso. Quando sono andata con altri amici a dare una mano a Pietrasanta, ho detto loro che li invidiavo: avvertivo la passione di chi sente che sta per scrollarsi di dosso una cappa insopportabile. Il calore di una battaglia in corso, la voglia di ricominciare a vivere e sognare. Un senso di fratellanza anche fra coloro che prima non erano insieme. La piccola Italia dei comuni, là dove anche il Pd sa scegliere e muoversi, esiste, c’è, la conosciamo troppo poco, è fatta di gente come noi”.

Buona Pasqua, Sabrina e Jacopo. Buona Pasqua, Pietrasanta.

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