

"Fini dice che
Noi la vediamo come "un'opportunità e una necessità" per arrivare là dove già sono Francia e Germania. Per i centralisti che campano "nelle pieghe dello Stato", invece, è solo un motivo di preoccupazione. E sulle intercettazioni il capo del Carroccio scommette: "Se Berlusconi la affida a me parlo con Napolitano e la legge passa subito e in modo condiviso. Altrimenti rimane lì dov'è".
Ministro Bossi, come risponde alle critiche di Gianfranco Fini?
"Non ho bisogno di rispondere. Lasciatelo parlare che la gente lo ascolta e capisce. Bisogna aver fiducia nella gente. Non ho bisogno di rispondere".
Però il presidente della Camera ha detto che
"Guardi,
Secondo lei perché Fini la attacca?
"Non so se è un attacco. Però un'altra cosa la so: Fini abita molto lontano dalla Padania, non gira casa per casa, non conosce questo territorio e per questo qui da noi non becca un voto".
Ma c'è tensione tra voi?
"C'è un po' di gente incazzata in giro. Me ne sono accorto perché a Pontida ho parlato di decentramento che è un'altra idea della Lega che fa paura si conservatori".
Perché fa paura?
"Perché io voglio realizzare quello che è già stato fatto in Francia e in Germania, voglio spostare i ministeri in città come Milano, Venezia e Torino. Per me è una necessità e un'opportunità. Per molti invece è una rivoluzione: sono i centralisti che stanno acquattati nelle pieghe dello Stato".
Cos'è
"È un luogo abitato da un popolo che sa benissimo di appartenere al Nord e alla Padania. È quel mondo che sta sopra al Po dove una volta Cavour voleva fare il regno del Nord. I padani sono gente che produce, che paga la tasse e che tiene in piedi tutta la baracca. A Fini non piace perché i voti non li dà a lui ma a noi".
Ma scusi ministro, settimana scorsa si è visto con Fini per parlare di intercettazioni. Non avevate trovato un accordo?
"Sì, sulle intercettazioni siamo arrivati a un punto tale che la soluzione è una sola: Berlusconi deve dare a noi il compito di portare avanti la legge e allora passa subito. Altrimenti non va avanti".
E perché con lei la legge passerebbe?
"Perché io sono uno che sa dialogare e ragionare. Perché vado subito a parlare con il presidente Napolitano per capire i punti della legge che non vanno e quali sono gli emendamenti da fare. È inutile spaccarsi la testa per niente. Io posso arrivare ad una soluzione condivisa".
Cambiando la legge anche negli aspetti più criticati da opposizione, editori, giornalisti e magistrati?
"È chiaro che a questo punto parte della legge devi lasciarla per strada, è l'unico modo per portare a casa qualcosa".
(22 giugno 2010)

1 commento:
SOLO UN POPOLO DI EBETI PUO' ANDARE DIETRO A QUESTE PAROLE.
Posta un commento