domenica 27 giugno 2010

I bidoni di Feltri


CONCHITA DE GREGORIO
24/06/2010

Lo sgomento per le mozzarelle che se apri la busta diventano blu impallidisce di fronte alla tragedia delle mozzarelle azzurre che sottraggono ad un paese già deprivatissimo sul fronte dei beni necessari il sacrosanto diritto a stordirsi di euforia davanti alla tv facendo poi carosello un'oretta per strada a festeggiare la squadra campione del mondo che passa il primo turno avendo se non vinto per lo meno sempre pareggiato.

Sarebbe stato il minimo sindacale ma di questi tempi, regnante Marchionne, anche quello è un parametro flessibile.

Mi spiegano a casa, usando le parole semplici che si debbono a chi non è esperto del ramo, che l'allenatore non ha voluto mettere in squadra i fuoriclasse di cui disponiamo perché avrebbero creato problemi di armonia al resto del gruppo. Possibile, obietto, i fuoriclasse in genere fanno ombra attorno a sé, ma avrebbero creato problemi anche agli avversari, o no? Non lo sappiamo ne lo sapremo mai, mi rispondono avviliti. Capisco.

Anche nel centro sinistra va così ormai da anni. Quelli che avrebbero creato problemi all'avversario ne creavano prima di tutto nella loro squadra, se così si può chiamare. Come sarebbe andata non lo sappiamo né lo sapremo mai.

Adesso può cominciare il campionato delle recriminazioni, in quello siamo campioni del mondo imbattuti. A partire dagli ingaggi miliardari ai giocatori. È un ottimo spunto da cui partire - per finire alle recenti varianti in salsa leghista: troppi stranieri in campionato gli italiani si ammosciano, guardate il risultato. In mancanza di secondo turno la distrazione di massa sarà, per qualche giorno, la polemica calcistica. Meglio, così passa intanto sotto silenzio una manovra ad personam in cui gli enti esentati dal fare sacrifici saranno quelli che hanno diretta relazione con il capo del governo. È lo stile della casa.

Per fortuna che c'è Feltri: ci aiuta ogni giorno a risvegliarci dal peggioramento progressivo del torpore omeopatico fornendoci di tanto in tanto qualche velina anonima, qualche foto tagliata ad arte, qualche reperto uscito dai molti dossier di cui dispone - Veronica nuda, Boffo criminale, il genere è noto - da usare come bazooka per sventrare l'avversario del momento. Poi in genere chiede scusa nella pagina delle lettere o paga danni per diffamazione, ma questo i suoi lettori non lo trovano in prima pagina, è ovvio.

Avrei fatto a meno di commentare la foto di ieri relativa all'editore di questo giornale - Renato Soru e il gentiluomo di sua santità Balducci entrambi con un bicchiere in mano, in occasione di una cerimonia pubblica legata al G8 - se non fosse per il titolo che ci chiama direttamente in causa: L'Unità brinda con la cricca.

Di quali siano i legami di Soru con Balducci e soci, che non vedevano l'ora di levarselo di torno, racconta il pezzo in cronaca, dicono le intercettazioni e la storia com'è andata.

Dell'Unità parliamo noi: sono anni che Feltri e i suoi killer cercano tra le loro carte e non solo un po' d'immondizia sul nostro conto, non hanno mai trovato niente né potrebbero. La cricca brinda dalle sue parti, non dalle nostre. Lo so, è difficile da credere per Feltri ma è proprio così. Continui a razzolare nei bidoni, che noi intanto lavoriamo.

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