lunedì 28 giugno 2010

Il pressing del Colle irrita Berlusconi Ma ai suoi dice: "Su Brancher sono pentito"


Con la rinuncia, da parte del ministro Brancher, ad avvalersi del legittimo impedimento "il caso è chiuso". Lo dice Silvio Berlusconi nelle conversazioni con Roma, mostrandosi "sorpreso" per i giudizi sferzanti che ancora ieri sono giunti da Napolitano sul Corriere della Sera. "Ma cosa vuole ancora?", si è chiesto il premier, irritato per quello che considera un attacco fuori tempo massimo. E per convincere Brancher alla retromarcia c'è voluto parecchio: sono dovuti intervenire da Roma (su incarico di Berlusconi) Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri e lo stesso Niccolò Ghedini, con ripetute telefonate all'interessato che faceva finta di non capire. Proprio il caso Brancher è stato al centro ieri mattina di un colloquio (ma palazzo Chigi smentisce la circostanza), davanti a una tazzina di caffè, tra Berlusconi e Giulio Tremonti nella suite dell'hotel Fairmont di Toronto, prima che iniziasse la maratona oratoria del G20. Nulla trapela sul faccia a faccia, ma si può immaginare che non sia stato facile, considerato che il ministro dell'Economia è sospettato di essere stato il regista occulto dell'operazione per la creazione del ministero "low cost". Una manovra maldestra da cui ora tutti - a partire dalla Lega - hanno preso le distanze, lasciando Berlusconi con il cerino in mano. Tanto da dirsi "pentito", in più di una telefonata, per essersi lasciato trascinare in una vicenda che ha portato il governo di nuovo in collisione con Napolitano.

Ma il nuvolone nero non ha smesso un minuto di oscurare la trasferta canadese del premier. Tutt'altro che "chiuso", come vorrebbe Berlusconi, il caso di Brancher, imputato di appropriazione indebita e ricettazione, ora corre verso un possibile rinvio a giudizio. Come evitare a quel punto le dimissioni del "soldato Aldo"? A oscurare il cielo di Toronto c'è anche la tempesta che s'annuncia in Sicilia. Da quattro giorni infatti la Corte d'Assise di Palermo è chiusa in camera di consiglio per stabilire se Marcello Dell'Utri, creatore di Forza Italia e braccio destro del Cavaliere, sia colpevole o meno di concorso esterno in associazione mafiosa. Con una richiesta di condanna a 11 anni di carcere. Gli uomini del premier temono che la sentenza arrivi tra oggi e domani, quando il premier sarà impegnato a San Paolo con il presidente Lula. Con conseguenze devastanti, almeno sul piano dell'immagine.

Comprensibile che, con tutto questo peso sulle spalle, a Berlusconi manchi del tutto la voglia di scherzare come in precedenti occasioni. Nemmeno una gaffe, profilo basso, nessuna battuta. Berlusconi, soddisfatto dei risultati del G20 (che si è chiuso all'insegna del "ma anche") ha persino rinunciato a dire la sua durante la sessione plenaria. "E' passata la linea - osserva Paolo Bonaiuti - che abbiamo sempre sostenuto, quella di coniugare il rigore dei conti con la spinta alla crescita". Inoltre non si parla mai di tassazione delle banche e il governo italiano anche su questo segna un punto. Resta tuttavia un'impressione di stanchezza e di distacco del premier rispetto a questi appuntamenti. "Sono l'unico che ha presieduto il G8 per tre volte", ricordava due giorni fa al canadese Harper. Una nota biografica che strideva con quell'esaltazione che lo stesso Harper (51 anni) ha fatto del "ricambio generazionale" dei leader del G8.

Ora l'età media è scesa a 54 anni e il Cavaliere ieri sorrideva tra il 44enne Medvedev e il 43enne Cameron. Sarà per questo che, per ritemprarsi, Berlusconi starebbe riconsiderando di fare tappa tre giorni ad Antigua. Dove, ad attenderlo, ci sarà il fido architetto Gamondi, insieme alla deputata Maria Rosaria Rossi e a Francesca Pascale.

(28 giugno 2010)

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