venerdì 25 giugno 2010

UNO SCIOPERO PARTICOLARE


di Bruno Tinti

I magistrati scioperano. Sono molto arrabbiati. I processi, civili e penali, sono farse tragiche che travolgono chi ha ragione e chi è innocente e garantiscono l’impunità a chi ha torto e ai colpevoli. Ogni nuova legge in materia di Giustizia, dalla depenalizzazione di fatto del falso in bilancio, alla riduzione alla metà dei termini di prescrizione, ai lodi Schifani e Alfano, al legittimo impedimento, al blocco delle intercettazioni e alla futura riforma Alfano è stata costruita per garantire che la paralisi dei processi continui, anzi peggiori. Perché la classe dirigente ha la piena consapevolezza che, con una giustizia che funziona, la metà abbondante dei suoi membri finisce in galera; e l’altro sistema, strozzare organizzativamente ed economicamente le strutture giudiziarie, non ha funzionato.

E’ vero che non c’è personale amministrativo, computer, stampanti, fax, autovetture; è vero che non ci sono nemmeno i locali: in metà dei Tribunali italiani i giudici non hanno un ufficio dove lavorare. Ma tutto questo non ha impedito alla magistratura italiana di essere seconda (dopo l’Olanda) come produttività ed efficienza nell’intera UE.

La domanda è: come mai? B&C lo sanno benissimo come mai; i cittadini purtroppo no. E lo sciopero dei magistrati serve a questo: a far loro capire che è giusto che si incazzino perché non riescono a farsi pagare dai loro debitori e perché i delinquenti non stanno in galera; ma che la colpa non è dei giudici.

E’ uno sciopero particolare: nessun giudice va al mare o con i suoi bambini al parco giochi. Stanno tutti a lavorare; in ufficio (dove c’è), in aula d’udienza, in carcere a interrogare i detenuti. Lavorano, ma nel rispetto della legge.

Per esempio, le cause civili devono essere fatte con l’assistenza del cancelliere; che non è una cosa formale, sta lì perché deve scrivere il verbale, riassumendo quello che dicono i 5 o 6 avvocati che litigano tra loro e il testimone che non si sa se sia falso o veritiero. Questo lo deve decidere il giudice, il quale quindi è bene che non faccia nello stesso tempo il dattilografo. Così prevede il codice di procedura (art 57 2° comma). E poi il giudice deve scrivere solo la motivazione delle sentenze, questo è il suo lavoro; l’intestazione gliela deve preparare il personale di cancelleria, come avviene in ogni altro “civile” paese (art. 119 disposizioni di attuazione al codice).

Se si facesse così, il processo civile durerebbe un decimo di quanto dura adesso: non 8 anni ma meno di 10 mesi; e se Brunetta desse dei fannulloni ai giudici, tutti gli riderebbero dietro. Per questo i giudici civili hanno deciso (per una settimana, è solo una dimostrazione) che faranno solo i processi in cui la legge è rispettata: gli altri stanno fermi.

E i giudici penali e i pm? Ecco, faranno fare le notifiche solo agli ufficiali giudiziari (art. 148, 151 codice di procedura). Gli ufficiali giudiziari sono pochi? Eh, pazienza, roba da Ministri, io che ne posso? Vorrete mica che violi la legge? E poi smetteranno le udienze alle 13, quando i cancellieri, cui non viene pagato lo straordinario, se ne vanno; altro che restare fino alle 8 di sera. Ma così il processo penale durerà ancora più degli attuali 7 anni e mezzo? Eh, è vero, ditelo ad Alfano, Brunetta e B&C. E per finire: ma proprio ai giudici che si sono adattati a fare anche i facchini (basta andare in un Tribunale alle 9 di mattina per trovare giudici e pm, con tanto di toga, che spingono carrelli carichi di fascicoli) gli levate il 25 % dello stipendio? E ad onorevoli, senatori, ministri, presidenti di Regione etc. quanto è stato levato?

6 commenti:

Bob Bulgarelli ha detto...

Fantastico Bruno Tinti! B&C lo sanno benissimo! Se penso che anche uno stuolo di compaesani miei pensa che i giudici siano un branco di fannulloni che lavorano 4 ore al giorno... Caduti nella propaganda nanesca! Basterebbe informarsi.
Ciao Luigi.

Luz ha detto...

Inutile dire che è tutto giusto e sacrosanto. Mi chiedo solamente come fa la gente a non indignarsi e sollevarsi in una enorme e totale rivoluzione!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CIAO ROBY, HAI PERFETTAMENTE RAGIONE, MA SE CI CADONO NELLA PROPAGANDA NANESCA VUOLE DIRE CHE SONO TROPPO STUPIDI PER PENSARE CON LA LORO TESTA.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

LUZ, LA CAPACITA' DI INDIGNARSI E' DIVENTATA MERCE RARA AL GIORNO D'OGGI. COME LA PUBBLICA OPINIONE, CHE NON ESISTE PIU'.

Anonimo ha detto...

Niente da ridire sull'articolo è la pura verità, parola di cancelliere.
Ma vorrei aggiungere ancora qualche cosa.
1-E' vero che lo straordinario viene pagato a circa il 50% di quello effettivamente effettuato, ma è anche vero che i cancellieri vanno ben oltre l'orario di lavoro nella consapevolezza che per ogni 4 ore di lavoro svolto ne verranno pagate 2 e solo se "arriveranno i soldi". Mi spiego, non si sa mai in anticipo quante ore verranno pagate, questo si sa solo dopo. Magari se si sapesse prima, si riuscirebbe a fare più tranquillamente qualche udienza.
2- I tribunali vanno avanti per puro spirito di sacrificio del personale, e per nient'altro.
3- Molti uffici giudiziari vanno avanti comandando in missione personale proveniente da altri uffici. Per tutta risposta la recente manovra, ha abrogato le norme che consentivano il rimborso delle spese sostenute per l'uso del mezzo proprio.
Peggio di così...

Per favore, non si parli dei soli magistrati stavolta, non ci si dimentichi il personale amministrativo.
NON SIAMO UOMINI DI SERIE "B".

Renato La Manna

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

@ Renato La Manna. So bene, per essere stato direttore di carceri per 40 anni, che è grazie al vs. spirito di abnegazione che gli uffici giudiziari riescono ancora a garantire il possibile.
Bruno Tinti è un magistrato del P.M. in pensione, è persona informata sui fatti.
Inoltre, lo sciopero è basato sulle prestazioni dovute dai funzionari di cancelleria, non su quelle rese con lavoro straordinario da pagare 'a babbo morto'.
un cordiale saluto.