sabato 31 luglio 2010

B. teme Vendola: e Tremonti attacca la sanità pugliese


IL MINISTRO DEL TESORO: “NON VOGLIO CHE DIVENTI UNA NUOVA GRECIA”. LA REPLICA: “VERO ATTO DI SABOTAGGIO, NOI VIRTUOSI”

di Mario Reggio

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti boccia il piano di rientro del deficit sanitario presentato dalla Regione Puglia. “Non voglio che diventi una nuova Grecia – ha dichiarato il responsabile dell’Economia al termine del Consiglio dei ministri – in questa fase storica prima vengono i numeri e poi la politica”. Secca la replica al Fatto Quotidiano del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola: “Il parallelo con la Grecia mi sembra davvero fuori luogo. Questo è un vero atto di sabotaggio. Chiederò l’intervento del presidente Napolitano. Comunque mercoledì prossimo il Consiglio dei ministri dovrebbe dilazionare i termini di presentazione dei piani di rientro”.

Ma cosa c’è dietro alla “mossa” di Tremonti? Secondo gli esperti di politica il premier avrebbe cominciato a sondare i possibili avversari alle elezioni politiche. E sarebbe giunto alla conclusione che una sfida con Nichi Vendola, possibile leader del centrosinistra, non sarebbe così semplice. Da ciò il tiro mancino del ministro del Tesoro che comporterà un taglio di 500 milioni alle casse della Puglia e all’aumento automatico della quota regionale dell’Irpef e dell’Irap. Provvedimenti che non fanno davvero crescere il consenso politico.

Comunque la risposta del governatore della Puglia è stata puntigliosa e senza mezzi termini. “L’unico atto in stile greco che è stato firmato in Puglia è il ‘Bond’ con la banca d’affari americana Meryl Linch, firmato da Rocco Palese (sconfitto da Vendola alle ultime elezioni regionali) e, secondo le dichiarazioni di Rocco Palese al pubblico ministero, coperto dal ministro Tremonti”.

Secondo Vendola, “un atto che ha prodotto una ipotesi di danno erariale tra i 25 e i 100 milioni di euro e che oggi è oggetto dell’attività investigativa della Corte dei Conti. Questo è l’unico atto greco che è stato fatto in Puglia: è un atto greco tutto Pdl”. E ancora: “Cosa c’entra – si è chiesto il governatore – il paragone con la Grecia? Lo sa il ministro Tremonti che noi siamo, secondo molteplici parametri, tra le 5 Regioni più virtuose d’Italia, che abbiamo ridotto in maniera considerevole, con percentuali straordinarie, ogni anno, lo stock del debito della Regione? Lo sa che abbiamo diminuito sensibilmente le spese per il personale migliorandone l’efficienza, lo sa – chiede ancora – che siamo la Regione che ha i più bassi costi per l’alimentazione della macchina pubblica e della cosiddetta politica? Allora di che parla Tremonti, che c'entra la Grecia con la Puglia, perché parla di Grecia quando parla di Puglia e non quando parla di Campania o di Molise o di Calabria?”

A sentire la versione di Nichi Vendola la bocciatura avrebbe percorsi davvero strani e tortuosi.Il ministro Tremonti ha pensato di non sottoscrivere il Piano di rientro della Puglia che i suoi tecnici avevano predisposto e concordato con i tecnici della Regione Puglia. Ed è molto curioso – ha detto – perché il ministro aveva tentato per un paio di settimane di ‘convincere’ la Regione ad aumentare le tasse”. “Noi avevamo dimostrato di poter coprire completamente, di scrivere il piano di rientro senza toccare le tasse. Il piano di rientro della Regione Puglia – ha precisato Vendola – non è causato da un disavanzo sanitario perché la Regione Puglia ha, dal punto di vista sanitario, i conti in equilibrio economico-finanziario, come certificato dal ministero dell’Economia, ma semplicemente noi pagavamo per le penalità retroattive che riguardano la violazione del patto di stabilità del 2006-2008”.

La storia continua. “Ieri, al previsto incontro a Roma, mancava solo il ministro Tremonti: “C’era il ministro della Salute Ferruccio Fazio, c’ero io – ha raccontato Vendola – e io ero pronto a firmare un piano di rientro che consideravo doloroso, che aveva degli aspetti che mi lasciavano perplesso, ma ero pronto a firmare pur di non perdere 500 milioni”.

Ma a questo punto Tremonti decide di chiamare Vendola perché voleva fare un approfondimento. “Non si capisce un approfondimento di che cosa, visto che l’abbiamo approfondito per mesi, in ogni suo dettaglio. Qualcuno era frustrato perché – commenta il governatore della Puglia – non avevo messo le tasse? Qualcuno voleva che io mettessi le tasse: parlo di Raffaele Fitto e Rocco Palese, che volevano che si potessero buttare per strada 5mila lavoratori che noi stiamo internalizzando. Questa era la partita vera, una partita di crudeltà sociale al fine di lotte di potere”.

E non lesina le accuse all’ex governatore della Puglia Raffaele Fitto, ora ministro dei Rapporti con le autonomie locali: “C’è una opposizione spregevole sul piano morale, inqualificabile sul piano politico, di sabotatori e traditori della Patria. Ciò ha spinto sulla mancata firma sul piano di rientro. Io ero lì, non c’era Tremonti”.

In serata la replica del governo, firmata da Tremonti e Fitto: “Noi chiediamo solo di poter fare sul serio partendo dai numeri. Se il presidente Vendola si sottrae alla logica dei numeri preferendo una logica... greca, il sabotatore è lui. Di se stesso e della sua Regione”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

SPUDORATI SENZA FACCIA!!!

Madda

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Lotta senza quartiere e senza esclusione di colpi!