IL PREMIER: PERTINI NEL 1969 SI DIMISE DALLA CAMERA IL CAPO DELLO STATO: CONTINUITÀ ISTITUZIONALE
di Caterina Perniconi
“É necessario salvaguardare la continuità della vita istituzionale, nell’interesse generale del paese”. A chiudere la porta in faccia a Silvio Berlusconi, questa volta è Giorgio Napolitano. Gianfranco Fini ha deciso di non dimettersi da presidente della Camera e il capo dello Stato la ritiene una scelta adeguata, restando “doverosamente estraneo al merito di discussioni e decisioni interne ai partiti”. Ma l’avviso per il premier è chiaro: nessuna pressione sul ruolo di Fini. Invece anche ieri, con un audiomessaggio inviato ai Promotori della Libertà di Michela Brambilla, Berlusconi aveva invitato il presidente di Montecitorio a comportarsi come Sandro Pertini: “I finiani dicono che nessun presidente della Camera ha dato mai le dimissioni – ha dichiarato il presidente del Consiglio – e anche qui non hanno detto il vero. Nel luglio del 1969, Sandro Pertini, che era un grand’uomo e che aveva aderito alla sinistra, ritenne doveroso dimettersi. Spero che Pertini possa insegnare a qualcuno il modo in cui ci si debba comportare”.
Il premier dimentica di dire che
CON
PERCHÉ I CONTI è importante che tornino, non solo in Parlamento. Infatti ieri il premier ha ricevuto la governatrice del Lazio, Renata Polverini e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che lo hanno rassicurato: sul territorio nessuno strappo. “Sono schierato con chiarezza dalla parte di Berlusconi, mi dispiace per quanto accaduto, però sto nel Pdl convintamente”, ha detto il sindaco. E i piddiellini del Campidoglio lo hanno seguito. In dubbio era il gruppetto di fedeli al sottosegretario Andrea Augello, ma alla fine anche lui si è sfilato dal nuovo gruppo parlamentare. Che resta comunque composto da un numero alto di deputati, in grado, come ha detto Fini durante un’affollatissima conferenza stampa vicino al Pantheon, “di sostenere lealmente il governo ogni qual volta agirà davvero nel solco del programma elettorale, e che non esiteranno a contrastare scelte dell’esecutivo ritenute ingiuste o lesive dell'interesse generale”.
IN QUESTO MODO potrebbero fare involontariamente il gioco di Berlusconi, che cercherà di dimostrare “l’inaffidabilità” dei finiani, per potergli costruire una campagna elettorale contro. Ma l’ipotesi urne non è così vicina. Il capo dello Stato non è favorevole all’idea, tantomeno
“Noi ci accontenteremo – ha detto Casini – di un altro governo, chi ha sbandierato finora l’autosufficienza ammettesse che non esiste. Servirebbe una responsabilità nazionale e anche un rapporto diverso con le opposizioni”. Casini ha inoltre escluso una campagna acquisti da parte del governo verso singoli parlamentari dell’Udc: “I nostri parlamentari sono del tutto immunizzati. Il nostro è un gruppo ampio e vaccinato”.
2 commenti:
A B. sfugge che Pertini lo avrebbe preso a calci nel di dietro fin dal primo giorno!! E' un dato di fatto, non temeva quel bestione di Craxi, figuriamoci questa mezza coscia d'uomo dove sarebbe volata in mano a Pertini!
Ancora i giochi sono duri.. fino a quando non vedo il "fatto compiuto" preferisco non illudermi, anche se questo clima politico.. comincia a piacermi :))
Se li segui quotidianamente, capisci ma ti angosci nel considerare fino dove è stato consentito a B. di arrivare.
Capisci che l'interesse personale la fa da padrone e la 'cosa pubblica' non esiste più, essendo esistitita solo per brevi sprazzi, forse. Ti piace ma ti incazzi come una bestia, alla maniera di Tonino...
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