martedì 27 luglio 2010

IL PD VOLA ALL’AQUILA


Oggi appena sarà annunciata la fiducia sulla manovra i deputati lasceranno Montecitorio

di Carlo Tecce

Il governo ferma la Camera, la Camera si svuota. Il gruppo del Partito democratico ha convocato i deputati per il primo pomeriggio: appena la maggioranza annuncerà la fiducia sulla manovra economica – la numero trentasei – il Pd sarà al casello autostradale per L'Aquila. E sarà al completo: posti già riservati al segretario Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini. Con caschi e scarponi per visitare il centro della città, uno studio cinematografico abbandonato dal governo, abitato da macerie e ricordi: “I miei colleghi verranno qui – spiega Giovanni Lolli, deputato aquilano – per guardare da vicino la nostra disperazione, verificare di persona che, nonostante i giornali e le televisioni amiche, non c'è nulla di miracoloso. Tranne la resistenza di una comunità ormai stanca”.

DEMOCRAZIE. Oggi sarà un giorno strano per la democrazia: i banchi di Montecitorio semivuoti, piazza del Duomo piena. La maggioranza sarà trincerata nel Palazzo, lontana in senso politico e fisico dai terremotati, eppure felice per un voto scontato sui tagli e una discussione azzerata. L'opposizione vedrà la Chiesa delle Anime Sante, sventrata e polverosa, preferita a Silvio Berlusconi per le migliori pubblicità. E stavolta il puzzle regge, nessuna casella mancante, nessuna corrente contraria: “Saremo un partito compatto – aggiunge Lolli – perché il nostro è un messaggio per L'Aquila, non per la politica. Il Pd ha raccolto l'invito del sindaco Cialente, un invito per chiunque voglia provare sulla pelle i nostri disagi. A me non interessa criticare il governo, ripetere passo per passo i problemi irrisolti, ma vorrei mostrare la realtà spesso filtrata dai media. E sarei contento di accogliere il Pdl. Perché la città ha paura di essere lasciata al suo destino”.

RADICALI SÌ. Per onore di cronaca, pur eletti nelle liste del Pd, i Radicali rispondono sì e no all'appello. E aderiscono alla trasferta. No secco di Emma Bonino, esentata perché senatrice: “Capisco che sia bene sottolineare l'attuale marginalità del Parlamento, però non penso sia una buona scelta. Per noi è inutile tornare a L’Aquila, ci siamo stati per tre giorni e abbiamo preparato un disegno di legge organico. Insomma: l'iniziativa non mi entusiasma”. L'ex ministro Cesare Damiano conta i presenti: “Non c'è possibilità di litigare su L'Aquila. I Radicali? Sono liberi per definizione, non osservano regole. Il governo ha detto molto e fatto poco per la ricostruzione. Il nostro è un modo per incontrare i cittadini, la politica rinserrata nei Palazzi ha stufato”. Registrata la posizione della Bonino, nel pomeriggio i Radicali sterzano su L'Aquila: “Accogliamo la richiesta del sindaco, presenteremo in città la nostra proposta di legge per la ricostruzione: basta forme di autoritarismo, servono modelli democratici. E poi parteciperemo all'incontro con i comitati cittadini assieme ai colleghi del Pd. Il deputato Francesco Boccia ha buttato una caterva di emendamenti, ormai cartastraccia per il governo: “Questa è una prova di forza gratuita. Non c'era volontà di fare ostruzionismo, anzi: volevamo dialogare, contribuire al testo. Per noi L'Aquila è una forma di protesta con il buon senso: siamo andati senza telecamere, torniamo per capire le richieste dei cittadini, costretti a sfilare a Roma per farsi sentire da un governo diventato improvvisamente sordo. Perché finite le fotografie e le passerelle, L'Aquila è l'ennesima bugia di Berlusconi”. Il collega Roberto Giachetti lega un filo all’altro: “Non sarà una gita estemporanea perché dal primo giorno il nostro Lolli è con la gente aquilana. Saremo discreti e cercheremo di capire, vedremo i vicoli deserti e poi parleremo con i comitati”. Partito democratico e Radicali saranno a L’Aquila nel giorno del Consiglio regionale, all’indomani della presentazione – diretta dal governatore Chiodi – della nuova squadra di esperti per la ricostruzione: Aldo Bonomi, Cesare Trevisani, Paolo Leon, Vittorio Magnago, Lampugnani, Alvaro Sisa e Giuseppe De Rita. “Abbiamo scelto il massimo per competenze nazionali”. I nomi eccellenti, le macerie anonime. Che decine di deputati del Pd vedranno (forse) per la prima volta, la maggioranza resterà a Montecitorio. Anche a Roma c’è qualcosa da rimuovere.

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