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di Federico Mello
Giovedì prossimo il consiglio di amministrazione Rai deciderà la sorte di Annozero. Come spiegato dal Fatto Quotidiano il piano di Mauro Masi appare chiaro: sì a uno spazio per Santoro in palinsesto (non da settembre), ma a una condizione: che Marco Travaglio e Vauro facciano un passo indietro. “Io non ho informazione a riguardo” ci dice Vauro Senesi, notissima matita della satira italiana e storico protagonista del finale di Annozero (lo share, già alto, con le sue vignette va in tilt).
Vauro, niente Annozero l’anno prossimo?
Non so niente. D’altronde non ho mai avuto rapporti diretti con la direzione generale della Rai. Una volta sola ho avuto rapporti epistolari: l’ultima lettera che ho ricevuto da Masi mi è arrivata l’anno scorso e mi informava che ero stato espulso da tutte le reti Rai. Una lettera pergamenata molto carina con firma.
Invece ora niente lettera.
Mai dire mai, magari me ne manda un’altra: le lettere del giovane Masi. Mi pare difficile che adesso mi butti fuori visto che io non sono un dipendente Rai. Lui sta molto attento a questi particolari perciò glielo dico.
Si può immaginare una trasmissione senza di te?
Se ne possono immaginare moltissime, non mi ritengo così indispensabile. Anche perché ho la fortuna di non aver sviluppato nessuna dipendenza televisiva, né come spettatore né come personaggio dello schermo.
L’informazione e la satira non piacciono ai piani alti.
No, ma io l’ho sempre detto, anche all'indomani dell’editto bulgaro: l’informazione è un diritto e la satira è un lusso. Certo, un lusso dell’intelligenza, della democrazia, della capacità di critica. Ma se dovessi fare un passo indietro perché in televisione possa continuare uno spazio d’informazione con
E se Annozero il prossimo anno cambiasse format?
Allora sarebbe ben diverso. Se Michele pensasse di fare altro sarei a disposizione non per obbedienza cieca, ma per stima. E questo non incrinerebbe neanche minimamente il rapporto di profonda amicizia e di profonda stima che abbiamo.
Il punto è un altro.
Certo, questo al quale assistiamo è un copione che si è ripetuto anche all’inizio dell'ultima stagione quando hanno sollevato enormi problemi per il contratto a me e a Marco [Travaglio, ndr]. È una commedia sciocca che continua a ripetersi. Naturalmente la commedia la fa chi continua ad esprimere questi terribili e noiosissimi canovacci. Non mi pare una gran novità.
All’indomani del terremoto dell’Aquila Annozero fu l’unica trasmissione che pose delle domande sull’efficienza e la preparazione dei soccorsi.
Intorno al terremoto è stato costruito un macabro e offensivo circo equestre. Chi può dimenticarlo? Chi può dimenticare il nostro presidente del consiglio con il casco da pompiere, ad abbracciare vecchiette.
“Aumento delle cubature. Dei cimiteri” questa vignetta causò la tua espulsione dalla Rai.
Io fui espulso per aver “riso sui morti”. Ed è con amarezza, non con soddisfazione che oggi grazie alle intercettazioni, abbiamo visto chi rideva sui morti. Gli stessi imprenditori criminali e collusi che erano responsabili in buona parte dei crolli e dei morti. Ma francamente non ho provato nessuna soddisfazione dopo essere stato additato come sciacallo dai giornali del presidente del consiglio e non solo.
Come hai vissuto le immagini delle manganellate a Roma contro i terremotati?
Devo dire che al di là dello choc di vedere delle persone che hanno subito una tragedia trattate come criminali, mi hanno dato un'impressione di terribile verità, è venuto fuori il vero atteggiamento di questo governo verso i più deboli. Anche un terremotato rientra nelle categoria dei deboli di questa società. Sono persone che hanno perso parenti, casa, attività economiche.
Annozero ha fatto quattro stagioni. Che bilancio fai di questi anni?
Sono stati anni appassionanti. Certamente non facili perché non è un mistero in quale situazione di pressione di tensione ogni puntata della trasmissione è andata in onda e quindi conseguentemente è stata preparata. In questa situazione noi che facciamo Annozero ci siamo stretti moltissimo, siamo riusciti a creare un gruppo, una squadra solidale.
Anche tante soddisfazioni.
Infatti l’altra cosa che mi ha investito di ottimismo è l’affetto critico con cui una grandissima quantità di persone ci ha seguito, ci ha appoggiato, ci ha incoraggiato. Parlo di affetto “critico” perchè qui non stiamo parlando di tronisti o di altri fenomeni televisivi.
C'è una vignetta alla quale sei affezionato?
Ho un difetto: pochissima memoria quindi mi dimentico le mie vignette. E poi non ho mai fatto nessuna graduatoria di quanto siano più o meno belle questa o quella vignetta. Nel momento stesso in cui l’ho disegnata la vignetta non mi appartiene più.

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