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La tattica per schivare le insidie? Nessuna posizione
di Carlo Tecce
Stile di gioco, stile di vita: “Non parlo con voi perché siete aggressivi con me”. Nessuna (nostra) domanda è lecita per Paolo Garimberti. Il presidente della Rai che – per usare una metafora tennistica che da cultore accetterà – s'avvicina più ai colpi leggeri di Michael Chang, meno al grintoso Goran Ivanisevic.
Non sarà un racconto da spogliatoio la biografia di Garimberti a viale Mazzini, non sarà l'armadietto vicino ai calzoncini di Gianni Letta, compagno di circolo e di partite sulla terra rossa, a spiegare le sue scelte e i suoi silenzi.
L'argomento Annozero è una palla insidiosa per l'ex vicedirettore di Repubblica. Appena Mauro Masi ha proposto in Consiglio la trattativa per l'uscita di Michele Santoro dal servizio pubblico, Garimberti ha votato a favore con l'opposizione e la maggioranza: “Non era un suo desiderio?”.
Poi il conduttore chiede in diretta: “Presidente, vuoi o non vuoi Annozero?”. Risponde sì, forse, chissà: “Santoro è una risorsa e deve restare. Nulla cambia se decide di modificare il suo impegno o di continuare Annozero”. Meglio due posizioni che una soltanto, insegnano i maestri di tennis: così il campo è più coperto. Destra, sinistra e centro. E poi bisogna trovare i tempi giusti.
Il 7 giugno scorso Santoro fa una conferenza stampa nel palazzone della Rai, ripete un quesito in sospeso: “Garimberti dica se vuole Annozero”. E Garimberti è in viaggio da Milano, appuntano i cronisti, e aggiungono impavidi: “Trenta vasche in piscina per un totale di 750 metri al prestigioso Canottieri Roma, una leggera colazione e la fuga in ufficio per replicare a Michele”.
Nel tardo pomeriggio, il presidente saluta i soci del Circolo e comunica: “Adesso Annozero può ricominciare. Michele, quel cerino che hai acceso e ora ti spaventa, me lo prendo volentieri. E ci metto la faccia, come ho sempre fatto e farò nella mia carriera”. E poi s'immerge in acque poco cristalline.
Passano giorni, settimane, mesi, vota sì ai palinsesti senza Annozero e la dicitura neutra Santoro, convoca e disdice i Cda, crede ai giuramenti di Masi: “La prossima settimana risolviamo!”. Il tempo è scaduto. E i consiglieri di governo sfruttano l'incertezza, pretendono un'altra trasmissione e creano un problema editoriale sfuggito all'attento Garimberti che, sicuro di fare punto, aveva persino dichiarato di metterci la faccia. Da giocatore sopraffino, il presidente di garanzia studia la tattica per il prossimo Consiglio, vorrebbe un voto singolo del Cda su Annozero, una prova di forza della maggioranza. Mai sconfitta fu più annunciata. Come le parole rassicuranti per motivare il voto favorevole per Massimo Liofredi a Raidue: “Utile per salvare Paolo Ruffini a Raitre”. Non l'avesse mai pensato: Ruffini viene cacciato in novembre dai sì della maggioranza e proprio di Garimberti, una rimozione che, nelle intercettazioni di Trani, diventa un vanto del direttore generale Masi.
E nemmeno la sentenza che reintegrò Ruffini a maggio l'ha fatto dubitare: “Votai sì per la sostituzione perché convinto che, dopo quasi otto anni, dovevamo dare a Raitre un'iniezione di energia per trovare nuovi stimoli intellettuali e operativi e perché, nella stessa riunione del Cda, Ruffini era stato indicato come direttore di una nuova struttura per l’offerta digitale”. Un vaso di Pandora con i canali Yoyo e Gulp. Forse Garimberti aveva sbagliato a fidarsi di Masi, può capitare e persino ricapitare.
Non ha criticato l'infornata di nomine che prevedeva Giuliano Urbani al vertici di Sipra, un caro amico di Mediaset e di Berlusconi a sorvegliare la cassaforte della pubblicità, anzi ha ordinato un Consiglio per il giorno successivo. Un Cda dei ritorni clamorosi smontato da una protesta di Giorgio Van Straten e Nino Rizzo Nervo che assieme a Garimberti, sempre in ossequio al mandato istituzionale del presidente, sarebbero le sentinelle contro i soprusi di Masi e compagnia. Ma a Garimberti, tennista, piace giocare in solitario e fuggire da risse e polemiche: “Nel Paese c'è un clima accesso, non occorre fare gli incendiari”. E spegne qualsiasi fiammella.
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