giovedì 15 luglio 2010

l giorno del giudizio per Cota


ATTESA PER OGGI LA SENTENZA DEL TAR. NON ESCLUSO IL RITORNO ALLE URNE

di Stefano Caselli

Roberto Cota è nervoso, molto nervoso. E lo è da parecchie settimane, da quando si è capito che i ricorsi al Tar del Piemonte presentati da Mercedes Bresso, Federazione dei Verdi e Udc per chiedere l’annullamento delle elezioni regionali - inizialmente accolti da un coro di pernacchie bipartisan - hanno buone probabilità di essere accolti, tanto che perfino il Pd, per bocca del segretario regionale Gianfranco Morgando, si è scosso dal torpore dichiarando che “la vittoria di Cota è frutto di una truffa”.

Oggi, salvo sorprese, è il giorno del giudizio: “Una sentenza che accettasse i ricorsi - ha dichiarato Cota qualche giorno fa in Consiglio regionale - sarebbe uno stravolgimento della volontà popolare. Non sottovalutate i piemontesi che, per usare un eufemismo, non la prenderebbero bene”. Ma non serviranno orde di camice verdi per movimentare l’udienza. Il clima solitamente compassato dell’aula di corso Stati Uniti è già stato scosso nelle scorse settimane: la prima udienza si è conclusa addirittura con un malore del presidente della Corte Bianchi (sottoposto ad angioplastica, ora sta bene); al termine della seconda, per un incauto lancio di agenzia che dichiarava “accolti” i ricorsi, si è rischiata la baruffa tra avvocati. La posta in gioco, in effetti, è di quelle pesanti: il Piemonte potrebbe a breve tornare al voto.

I ricorrenti - che hanno impugnato l’atto di proclamazione degli eletti - contestano irregolarità nella presentazione di quattro liste a sostegno di Cota che a marzo hanno raccolto più o meno 75 mila voti, a fronte di uno scarto tra le due coalizioni di appena 9.372 voti: i “Verdi Verdi” (accusati di aver usurpato il marchio del Sole che ride) la lista “Al Centro con Scanderebech” dell’ex capogruppo Udc a Palazzo Lascaris e i “Consumatori per Cota” (entrambe avrebbero evitato la raccolta firme dichiarando, senza averne titolo, un collegamento con una lista già presente in consiglio regionale).

La questione più delicata riguarda però un professionista delle liste improvvisate, Michele Giovine, che avrebbe falsificato le firme di 11 dei 19 candidati (tra cui anche l’ignara prozia Clementina Torello, classe 1919) della sua lista “Pensionati per Cota” (27 mila voti). Il Gip di Torino, accogliendo le richieste dei pm Beconi e Caputo, ha disposto per Giovine e il padre il giudizio immediato con l’accusa di falso ideologico. Insomma, la prova è talmente evidente che non c’è nemmeno bisogno di udienza preliminare.

Ora che il Tar ha acquisito il fascicolo della Procura, tutto sembra pronto per la decisione. Fatto salvo, ovviamente, il rigetto dei ricorsi, gli scenari possibili potrebbero essere quattro:

i giudici rinviano la decisione in attesa della sentenza contro i Giovine (prima udienza a dicembre, ma potrebbero patteggiare) e Cota rimane al suo posto fino al prossimo round;

il Tar accoglie uno o più ricorsi, annulla gli atti contestati ma non decide nel merito, lasciando al Consiglio di Stato la decisione sul se e sul quando si debbano ripetere le elezioni;

il Tar da ragione ai ricorrenti, Cota (o qualsiasi altro consigliere regionale) si appellano al Consiglio di Stato che può ribaltare la decisione di primo grado, confermarla e assegnare la vittoria “a tavolino” alla sconfitta Mercedes Bresso, oppure disporre il riconteggio dei voti, per accertare se chi ha espresso una preferenza per le liste incriminate abbia esplicitamente scelto anche il candidato presidente.

Quarta ed ultima ipotesi, più politica che giuridica, le dimissioni di Cota in caso di sentenza sfavorevole (intenzione ventilata all’inizio della querelle) con immediato ritorno alle urne, per sfruttare l’onda emotiva dello “scippo” della volontà popolare.

E il Pd? Ci ha messo due mesi a comprendere l’importanza della partita; forse l’eventualità di nuove elezioni terrorizza più il centrosinistra che il centrodestra (a marzo fu lotta all’ultima scheda).

Tuttavia è pronto (l’unico) asso nella manica: squalificata Bresso (per il via libera alla presidenza del Comitato delle Regioni Ue ha ritirato la firma da tre ricorsi) è pronto Sergio Chiamparino, in scadenza di mandato come sindaco di Torino.

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