

I finiani: "Ora si deve dimettere". I coordinatori Bondi e La Russa lo difendono: no a giustizialismo
Verdini deve dimettersi. E' questo il nuovo fronte interno aperto dai finiani che chiedono un passo indietro del coordinatore del Pdl. In un'intervista a La Stampa Italo Bocchino parla di «enorme problema di opportunità, che il premier non può far finta di non vedere» e invoca per la vicenda una «soluzione-Brancher».
Sula stessa linea anche un altro "finiano doc", Fabio Granata, che, rispondendo a KlausCondicio in onda su You Tube, alla domanda se tema che ci possa essere qualche ministro coinvolto nel cosidetto scandalo P3, risponde secco: «Temo di sì». «Non si capisce perchè i problemi nel Pdl sarebbero rappresentati da persone come Granata e Bocchino e non da chi invece trama con residuati di chi agiva contro la Repubblica nella migliore delle ipotesi per gestire affari». Poi l'affondo che, pur senza citarlo direttamente, pare rivolto contro Verdini: «Chi fosse coinvolto in lobby occulte deve fare un passo indietro. Auspico un passo indietro da parte di chiunque invece di occuparsi di politica si occupa di affari. Al di là delle questioni giudiziarie e i coinvolgimenti penali delle persone, esiste una questione politica e un’etica della responsabilità da parte di chi gestisce la cosa pubblica sia che questo avvenga attraverso un partito che attraverso un Governo».
La componente berlusconiana del Pdl fa però quadrato intorno a Verdini. «In riferimento ad alcune prese di posizione desideriamo ricordare che la cultura del pdl non è il giustizialismo nè la condanna preventiva emessa sui mezzi di comunicazione», si legge in una nota congiunta degli altri due coordinatori del partito Sandro Bondi e Ignazio La Russa. «Questo principio di cultura liberale e di rispetto della dignità di ogni persona vale sia per i nostri avversari politici che per gli esponenti del nostro partito. In questo caso vale naturalmente per Verdini al quale rinnoviamo la nostra solidarietà». Stesso ritornello da parte di Cicchitto. «Francamente non è gradevole vedere che il garantismo vale per taluni solo a correnti alternate e magari chi ne ha usufruito nel passato adesso erge tribunali speciali che emettono sentenze senza neanche la lettura delle carte», afferma in una nota il capogruppo del Pdl alla Camera. «Inoltre, abbiamo sempre diffidato, e continuiamo a diffidare - conclude -, nei confronti di chi è garantista o giustizialista solo in funzione degli organigrammi da definire».
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