martedì 20 luglio 2010

P3, il Colle ‘salva’ Mancino “Se ne occupi il nuovo Csm”


QUESTIONE MORALE NELLE TOGHE, NAPOLITANO RIMANDA IL PLENUM. “MARRA NON È IMPARZIALE”

di Antonella Mascali

La questione morale che ha investito il Csm, con lo scandalo della nuova P2, non potrà essere affrontata a Palazzo dei Marescialli dai consiglieri uscenti. Così ha imposto il presidente Giorgio Napolitano, che ieri inoltre ha chiesto al Parlamento di nominare i nuovi membri laici entro fine mese. Eppure settimana scorsa – secondo quanto risulta a Il Fatto – ci sono stati contatti tra il vicepresidente Nicola Mancino e il Quirinale per un plenum straordinario da tenere la settimana prossima, l’ultima di questo Consiglio. Invece ieri il capo dello Stato ha frenato.

“Niente ombre”

Napolitano ha scritto una lettera a Mancino – finito anche lui nelle intercettazioni della nuova P2 – in cui sostiene che gli attuali membri del Csm non hanno la serenità necessaria per tenere un dibattito che non vada pericolosamente (dal suo punto di vista) sopra le righe. Il presidente sottolinea che “la richiesta prende le mosse, in particolare, dall’esistenza di investigazioni su condotte indebitamente tese a interferire sul voto di alcuni componenti di questo Consiglio in occasione della nomina del presidente della Corte di Appello di Milano. La questione, lei mi scrive, dovrebbe essere dibattuta in termini generali e propositivi prescindendo dall’esistenza di indagini penali, disciplinari e amministrative sull'episodio. A parte la seria preoccupazione, che è lecito mantenere, di non interferire in tali indagini, ritengo da un lato che il tema non possa essere affrontato in termini 'generali e propositivi’ con la necessaria ponderazione nel momento terminale di questa Consiliatura mentre è corretto lasciare alla prossima le appropriate decisioni in merito – e dall'altro, che si debba essere bene attenti a non gettare in alcun modo ombre sui comportamenti di quei consiglieri che ebbero a pronunciarsi liberamente, al di fuori di ogni condizionamento, su quella proposta di nomina concorrendo alla sua approvazione”.

“Basta ritardi”

Ed è in quest’ultimo passaggio la chiave della decisione del presidente di rinviare un dibattito sulla questione morale che avrebbe potuto essere davvero imbarazzante per alcuni consiglieri che hanno ricevuto pressioni anche dal sottosegretario alla Giustizia e amico della nuova cricca, Giacomo Caliendo, affinché votassero per Alfonso Marra. Napolitano soprattutto sembra voler dare una mano a Mancino, avvicinato più volte per convincerlo a votare Marra, da Pasquale Lombardi, il geometra di casa al Csm, da quasi due settimane in carcere . A chiedere ripetutamente un plenum straordinario era stato il consigliere Livio Pepino che però non vuole commentare la decisione di Napolitano. Quando aveva avanzato la richiesta a Mancino aveva detto: “La questione morale tocca anche il Csm. Credo che il Consiglio non possa ignorare fatti che ritengo assai gravi”. Diversi consiglieri non condividono la scelta del presidente. Mario Fresa del Movimento per la giustizia lo dice apertamente: “Ritengo che questo Consiglio avrebbe potuto discutere della questione morale. Un tema su cui il Csm è in estremo ritardo. Dibatterne non significa andare a sindacare i comportamenti di magistrati che hanno rilievo penale o disciplinare o amministrativo. Ma vuol dire parlare in generale di un magistrato che antepone gli interessi personali, pur essendo contrari agli interessi pubblici. O svolge attività clientelare. O frequenta abitualmente soggetti estranei al mondo della giustizia con i quali intrattiene relazioni inopportune”. Fresa ricorda anche che Movimento per la giustizia è una corrente nata nell’88, da una costola di Unicost “con Giovanni Falcone in testa, proprio per affrontare la questione morale. L’occasione fu la nomina del presidente dell'Anm. Nessuno contestava che la carica spettasse a Unicost, corrente di maggioranza relativa. Ma il candidato, Giacomo Caliendo (nelle intercettazioni della P3, ndr), era discusso per un comportamento tenuto, tempo prima, quand'era componente del Csm, per una vicenda che toccava la P2. Nessuno, si badi, addebitava a Caliendo di essere un piduista. Ma aveva accettato di effettuare un intervento sui magistrati di Milano, in favore del banchiere Calvi, uomo di Gelli. Era evidente che fosse inopportuno sceglierlo come presidente dell'Anm”.

Il trasferimento

Ma al di là del dibattito, questo Csm comunque si muove. Ieri la Prima commissione ha cominciato a discutere il documento sul trasferimento di Marra da Milano, per incompatibilità ambientale. Il voto ci sarà oggi (ieri non è stato possibile per l’“ostruzionismo” del consigliere del Pdl, Gianfranco Anedda), e a metà della prossima settimana verrà ascoltato lo stesso giudice. Due i motivi della richiesta: le intercettazioni tra Marra e Lombardi e un’intervista rilasciata dal giudice a Il Fatto che – sostiene la Commissione – rende evidente come il magistrato non possa svolgere la sua funzione di presidente della Corte d’Appello con imparzialità e indipendenza”.

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