sabato 3 luglio 2010

PDL "Il Secolo", le sedi e 30 milioni in cassa lite finiani-berlusconiani sul tesoro ex An


E se è giunta l'ora della "separazione consensuale" - quella che invoca Cicchitto - ecco che c'è già chi punta ai gioielli di famiglia. Che non sono pochi nel forziere di casa An, cioè nel bunker del "nemico" Gianfranco Fini. Gioielli che fanno gola agli ex "colonnelli" ormai di casa a Palazzo Grazioli, e che del tesoretto hanno perso controllo e gestione. I La Russa, Gasparri, Alemanno non si rassegnano e ora partono al contrattacco.

Si dà il caso che quel tesoretto valga più di 30 milioni di sola liquidità e quasi 400 milioni, ha azzardato qualcuno, se si considerano i 70 immobili, i rimborsi elettorali e altre entrate che An, ancora formalmente viva e vegeta, percepisce. Tutto ripara dai tempi della fusione nel Pdl sotto l'ombrello di Fini e dei suoi. Ovvero dell'"Associazione An", in procinto di essere trasformata in fondazione. E se ora anche sui quattrini è guerra aperta tra ex aennini berlusconizzati e finiani è per il sospetto nutrito dai primi: che il patrimonio stia per diventare la base finanziaria di un ipotetico, futuro partito del presidente della Camera. Post "separazione", appunto.

L'attacco si è fatto più serrato (e pubblico) negli ultimi giorni, prima nel chiuso della riunione del Comitato dei garanti di An. Poi con una minicampagna stampa sui giornali più vicini al premier. Finché ieri il direttore del "Secolo", la deputata Flavia Perina assai vicina a Fini, non ha detto basta. Dedicando alla guerra in corso la pagina 3 e denunciando "l'offensiva sui bilanci da parte degli ex amici, per normalizzare un'azione politica e culturale che dà fastidio". Cos'è accaduto? Che in quell'ultima riunione del Comitato è stata messa in discussione l'anticipazione concessa da An al "Secolo", attingendo ai rimborsi elettorali. Mentre venerdì "Libero" aveva titolato in prima pagina "Fini ha cento milioni", facendo le pulci al patrimonio gestito dai fedelissimi dell'inquilino di Montecitorio. Con articolo ad hoc sul presunto "anno nero" del "Secolo". Contro il quotidiano, se è per questo, durante il Comitato si era scagliato anche Antonio Caruso (area La Russa): "Non si capisce a cosa serva il giornale". La Perina fa quadrato contro "il fuoco amico insistente" e dà una lettura politica della "delegittimazione" in corso. Ricorda ad esempio di quando il giornale criticò la "sindrome Noemi" del premier e già La Russa si indignava: "Il Secolo? Non lo leggo". E Gasparri: "Non intendo fargli pubblicità". E pensare che era il loro organo di partito, in fondo fino a un paio d'anni fa. Ma l'offensiva contro l'anticipazione al "Secolo", sostiene Italo Bocchino, "è pretestuosa, perché da 50 anni il partito fa così, anche perché detiene il 97% del capitale".

La vera battaglia, però, è sul bottino grosso: il patrimonio. Finora in mano a un Comitato di gestione composto da due finiani (Pontone e Marino) e da un uomo di La Russa (Catanzaro). Il Comitato dei garanti, composto invece da 9 dirigenti (4 finiani), ha ora deliberato che i tre della gestione si occuperanno solo di ordinaria amministrazione, mentre quella straordinaria passerà ai garanti. Troppo alta la posta in gioco per regalarla alle truppe del presidente della Camera. Basta scorrere i numeri. L'associazione An ha chiuso il bilancio 2009 con un utile di 38,5 milioni. Più 16 milioni di contributi elettorali. Liquidità disponibile nel rendiconto 2008 da 30,6 milioni. Nocciolo duro, gli immobili: i 70 appartamenti delle sedi An della Immobiliare Nuova Mancini srl e Italimmobili srl, amministratore unico Donato Lamorte. "Fini ha 100 milioni e li farà pesare tutti" titolava tre giorni fa "Libero": "Il tesoretto più consistente della storia dei partiti". Quasi una beffa per Berlusconi: la sua Forza Italia ha ereditato in bilancio solo un maxi debito da 33 milioni.

(03 luglio 2010)

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