martedì 13 luglio 2010

PDL, ROMANZO CRIMINALE


“VIA COSENTINO”, FINIANI CON L’OPPOSIZIONE

Le accuse al sottosegretario: dai rapporti con i Casalesi alla nuova P3.
Berlusconi lo molla?

di Marco Lillo

Per Gianfranco Fini sta passando l’ultimo treno per proporsi come leader di una destra legalitaria e alternativa al berlusconismo. Il gruppo dell’Idv ha presentato una mozione per mandare a casa il sottosegretario Cosentino. La Camera a novembre ha già salvato il politico dall’arresto per concorso esterno in associazione camorristica. Nonostante la Cassazione abbia confermato la solidità dell’impianto accusatorio, già vistato da quattro magistrati napoletani, Cosentino è rimasto al suo posto. E non ha mollato ufficio, segretarie e deleghe pesanti (al Cipe e alle frequenze tv) nemmeno quando si è scoperto che l’assessore campano Ernesto Sica preparava un dossier infamante contro il suo rivale interno: Stefano Caldoro.

Nello stesso periodo gli amici di Sica, ora arrestati per associazione segreta, premevano sulla Cassazione per far annullare le accuse al sottosegretario, che ne era certamente informato, mentre non è provato che sapesse del dossier.

Comunque, per queste vicende, che rappresentano il punto più basso dell’infima parabola berlusconiana, Cosentino è indagato per associazione segreta assieme a Flavio Carboni, Denis Verdini e Marcello Dell’Utri.

Sempre ieri dalle carte di una seconda indagine è emerso l’ennesimo pentito che racconta i rapporti di Cosentino con i Casalesi. Eppure Berlusconi continua a difenderlo. Dopo le dimissioni dei ministri Scajola e Brancher (scaricati dal Cavaliere per molto meno), la sua permanenza assume un sapore inquietante. Probabilmente Berlusconi non può mollarlo mentre Fini, che lo ha salvato dall’arresto e dall’uso delle intercettazioni, ha l’occasione per cambiare linea.

Due settimane fa ha detto: “Non esiste una democrazia dove rimane sottosegretario una persona per cui si è chiesto l’arresto. Su questo, io continuerò a fare il controcanto”.

Non è più tempo di voci bianche. Stavolta Fini deve fare di più.

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