martedì 3 agosto 2010

Caliendo o non Caliendo


l sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, è indagato nell’inchiesta sullanuova P2 per le pressioni alla Consulta sul Lodo Alfano, per le relazioni conCarboni e per le pressioni per la riammissione della lista Formigoni alle elezioni regionali. Ma, dell’accertamento di questi fatti, si occuperanno i magistrati italiani.

Noi ci occuperemo di Caliendo, in Parlamento, mercoledì 4 agosto, giorno nel quale si voterà la mozione di sfiducia a Caliendo. Quest'ultimo è sereno, ha incassato solidarietà e pacche sulle spalle dai soliti amici Alfano e Berlusconi. Caliendo ha negato di fronte ai magistrati: cosa avrebbe dovuto fare?

L’affaire Caliendo è come quello Cosentino. Personaggi pubblici coinvolti in inchieste ed intercettazioni indecenti. Sono personaggi che devono semplicemente togliere le tende dalle poltrone che occupano, almeno finché le torbide vicende nelle quali sono coinvolti non saranno chiarite. Vicende che non alludono al furto di un pacchetto di caramelle, ma ad un’organizzazione nata per delinquere.

Mercoledì è stato calendarizzato alla Camera il voto sulla mozione di sfiducia contro Caliendo. Non c’è molto da decidere: o non si sfiducia Caliendo e si sostiene che la P3 sia fumo persecutionis contro alcuni ‘bravi’ politici come Dell’Utri, Cosentino, Caliendo, Verdini e company, o si dice che Caliendo deve occuparsi di altro nella vita e che non può continuare a lavorare al delicato dicastero della Giustizia.

L’Italia dei Valori voterà la mozione di sfiducia a Caliendo ed in queste ore ha rivolto un appello alle altre forze politiche, che non vogliono legittimare il sistema massonico della P3, a fare altrettanto. Finiani e Udc si sono riuniti per consultarsi su come votare mercoledì. Mi sembra un atto poco comprensibile da parte dei cittadini. Mandare a casa Caliendo non dipende da chissà quale altra valutazione, se non quella di impedire allo stesso di continuare a gestire un settore importante come quello della Giustizia italiana. Fini ed i suoi hanno imboccato una strada che sembra, dopo un primo grido di ribellione all’illegalità diffusa nella maggioranza, perseguire altre finalità, le solite e le più amate dai componenti del partito meretricio con cui si è chiuso da poco.

Non c’è nulla da valutare, dunque, in questa sfiducia se non il fatto di difendere lo Stato e la democrazia da un manipolo di spregiudicati individui che ricorrerebbero a qualsiasi espediente pur di esercitare il loro potere oltre i limiti consentiti dalla democrazia e cioè attraverso la massoneria, appunto. Ifiniani, perché all’Udc degli italiani frega ben poco, mercoledì potranno fare una scelta: o stare con i cittadini a difesa della legalità e dello Stato, o con i loro vecchi compagni di viaggio ed i loro affari. Nel secondo caso saranno solo la brutta copia di un partito con cui hanno già percorso due anni di leggi ad personam e decreti legge che hanno superato ogni vergogna.

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