Il Pdl non esiste più. Insieme a lui il governo. L'allontanamento dell'area finiana ne ha determinato la morte. Oggi, quello di Berlusconi è un altro partito. E anche la maggioranza, ammesso che ci sia ancora una maggioranza, è un'altra maggioranza rispetto a quella che gli elettori italiani hanno votato nel 2008.
Per questo ritengo che andare alle urne sia la soluzione più utile al Paese, oltre ad essere un dovere democratico.
Leggendo i commenti alla crisi, invece, mi accorgo che il ritorno alle urne non è fra le priorità della classe politica italiana.
In Italia, oggi, le priorità sono altre, dicono. Non è la governabilità, non è la crisi economica, non sono i problemi dei precari e dei disoccupati. Mi domando in quale Paese si sveglino la mattina i politici italiani.
Nel centrodestra è in corso una scellerata conta per determinare potere e poltrone. Così, la presa di coscienza dell'area finiana, rischia di rivelarsi del tutto inutile e più che una ciambella di salvataggio per il Paese rischia di trasformarsi inuno sterile dibattito politico per allontanarsi ulteriormente dai problemi reali dell'Italia. Ho già lanciato il mio appello a Fini e a Bersani, per votare una mozione di sfiducia e tornare nuovamente alle urne. Non ho ricevuto risposte. Ribadisco che non può esserci, da parte dell’Italia dei Valori, un eventuale appoggio ad un governo delle riforme. Perché, con questa maggioranza al potere, non possono esistere riforme utili al Paese ma solo ai loro interessi.
Ritengo che andare alle urne per mandare a casa, definitivamente, il Governo e la sua cricca, sia un dovere per tutti quei partiti che tengono ancora al bene del Paese. Allungare i tempi è utile solo a chi deve trovare il modo di riorganizzarsi e al Presidente del Consiglio per portare a termine il suo disegno di illegalità e impunità, per sé, le sue aziende e i suoi sodali.
L’Italia dei Valori c'è. Come sempre, con la gente e per la gente. Dalla parte dei cittadini.
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