lunedì 2 agosto 2010

Csm, Vietti è il nuovo vicepresidente «No contrapposizioni politica-giustizia»


Michele Vietti è il nuovo vicepresidente del Csm. L'ex presidente vicario dell'Udc alla Camera è stato eletto a Palazzo dei Marescialli. Presente il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha presieduto la seduta ma che, come di consueto, non ha votato. Vietti ha ricevuto 24 voti su 26 votanti. Due le schede bianche.

MEMBRO LAICO - Vietti, eletto fra i componenti laici del Csm scelti dal Parlamento, succede così a Nicola Mancino. Il parlamentare dimissionario dell'Udc è già stato membro del Plenum di palazzo dei Marescialli. E, nel precedente governo Berlusconi, era sottosegretario alla Giustizia.

NIENTE SCONTRO - Dopo l'elezione, Vietti ha auspicato il superamento di «astratte contrapposizioni polemiche tra politica e giustizia, avendo di mira l'efficienza del funzionamento della giustizia con particolare riguardo alla durata dei processi». Il Csm, ha aggiunto il nuovo vicepresidente, dovrà «recuperare prestigio e consenso» dopo i recenti scandali che hanno coinvolto la magistratura. «Servirà particolare attenzione alle regole deontologiche - ha spiegato - non solo per i magistrati ma anche per i membri del Csm, cercando di recuperare uno stile». Vietti, nel suo discorso di insediamento, ha ringraziato tutti i consiglieri che lo hanno votato, sottolineando che «il consenso non dipende dalla qualità della persona ma dalla volontà di dare un segnale di unità e di dare autorevolezza e forza all'organo che rappresento sia nei rapporti interni che esterni al Csm».

IL CAPO DELLO STATO - Napolitano si è detto persuaso del fatto che il nuovo Csm «saprà affrontare con obiettività e concretezza anche le questioni più complesse che di volta in volta le saranno sottoposte così da pervenire a soluzioni adeguate attraverso un confronto sereno non inficiato da rigide contrapposizioni». «Con la sua elezione, lei, onorevole Vietti, è divenuto il presidente di tutti - aggiunge Napolitano -. Ciascun componente del Consiglio potrà sentirsi da lei rappresentato, ascoltato e garantito nell'esercizio delle sue funzioni. Alla sua competenza e saggezza è demandato il compito di armonizzare le diverse, libere voci e di stabilire col Capo dello Stato un valido raccordo istituzionale. Sono certo che, al pari del suo predecessore, senatore Mancino, saprà prestarmi prezioso e costante ausilio».

02 agosto 2010

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