martedì 31 agosto 2010

Fischiamoli tutti


Marcello Dell'Utri, condannato in appello a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, è un senatore del Pdl. E' soprattutto il co-fondatore (insieme a Silvio Berlusconi) di Forza Italia.
Ieri Dell'Utri, invitato a Como per parlare dei presunti diari di Mussolini durante la rassegna ‘ParoLario’, è stato costretto ad abbandonare il palco. Un gruppo di cittadini ha contestato il fatto che un condannato per mafia potesse intervenire durante un evento culturale.
Cosa deve dire alla gente un uomo che ha avuto rapporti con le cosche mafiose, che ha patteggiato la pena di due anni e tre mesi di reclusione per false fatture e frode fiscale nell'ambito della gestione di Publitalia '80 e che risulta indagato nell'inchiesta sulla P3, l’associazione segreta che ha tentato condizionare le decisioni dei giudici della Consulta sulla costituzionalità del Lodo Alfano? O meglio, cosa deve imparare un cittadino onesto, un precario, un impiegato, da un soggetto del genere?
Le proteste nei confronti di Dell'Utri sono un segnale positivo, nonostante si cerchi di sminuire l'accaduto con le solite analisi all'italiana. La presa di coscienza della popolazione è sempre più forte. E se personaggi come Dell'Utri vengono cacciati a suon di fischi dalle piazze, forse il risveglio sociale non è poi così lontano. C'è ancora un'Italia capace di indignarsi. Ed è proprio da qui che si deve ripartire. Iniziamo a zittire quelli come Dell'Utri in tutte le piazze d'Italia, perché non è lì che dovrebbero stare, ma in galera.
Sono convinto, oggi più che mai, che se tutti i cittadini potessero seguire quotidianamente in Aula le sedute parlamentari, dai banchi del Pdl non si alzerebbe più nessuno. Dell'Utri non può pretendere stima e apprezzamento dai cittadini, considerato che quelli come lui siedono in Parlamento grazie a una legge elettorale che il Paese non vuole, e grazie alla quale hanno evitato di finire in galera. Per questo, non mostrino le piume in pubblico. E' un fatto di decenza.

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