


di Ivana Gherbaz
Udine
“È stato un episodio normalissimo che ha visto l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria e reso necessario dalle condizioni psichiche del detenuto”. Silvia Della Branca, direttore del carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, in provincia di Udine, racconta così al Fatto Quotidiano la vicenda che venerdì scorso ha coinvolto un cittadino romeno detenuto. Se per la direttrice quindi non si è trattato di “un pestaggio con tanto di manganelli”, come scrive invece in un appello un gruppo di detenuti della Casa circondariale, sarà
“I PROTAGONISTI dell’aggressione – scrivono i detenuti – erano graduati ormai da noi noti per le loro provocazioni, oltre ad esserci una costante e completa assenza del comandante delle guardie e della direttrice dell’istituto”. Per gli ambienti della polizia penitenziaria è improbabile invece che l’episodio di violenza si sia verificato, soprattutto nel giorno della visita dei politici in carcere. Si sarebbe trattato invece di un intervento che ha visto coinvolti tre agenti di polizia richiamati dal detenuto, “una persona in difficoltà, un soggetto debole seguito dai servizi psichiatrici. Così, mentre il compagno di cella era fuori durante l’ora d’aria, sono intervenuti per calmarlo”.
A CONFERMARE che la persona è seguita dai servizi psichiatrici anche la direttrice del carcere. “E’ lui che chiede gli psicofarmaci e non come è stato scritto sui alcuni giornali che dopo essere stato picchiato è stato imbottito di medicine. Già da tempo è seguito dagli psichiatri. E’ stata una colluttazione che ha coinvolto sia il detenuto che gli agenti di polizia. Tutti hanno riportato delle ecchimosi, ma non è stato necessario farli medicare al pronto soccorso. In ogni caso sia le dichiarazioni del detenuto che quelle degli agenti, assieme alle cartelle cliniche, sono state inviate al Procuratore della Repubblica di Tolmezzo che è al corrente di quanto è accaduto”. Il consigliere del Pd Della Mea racconta che nella sua visita “non ha avuto il sentore che quello di Tolmezzo sia un carcere dove si verificano episodi di violenza sui detenuti. Sono stato in tutto due ore al mattino, e so che
4 commenti:
QUALCOSA NON TORNA NEL PEZZO DI IVANA GHERBAZ. RIGUARDALE DICHIARAZIONI DEL DIRETTORE SILVIA DELLA BRANCA.
IL DETENUTO CHIEDE GLI PSICOFARMACI, QUESTO E' VERO, LA LI PRESCRIVE IL MEDICO DEL CARCERE SU CONSIGLIO DELLO PSICHIATRA.
INOLTRE, IL DIRETTORE AFFERMA:" E’ lui che chiede gli psicofarmaci e non come è stato scritto sui alcuni giornali che dopo essere stato picchiato è stato imbottito di medicine. Già da tempo è seguito dagli psichiatri.".
INOLTRE IL DIRETTORE DICHIARA: "È stato un episodio normalissimo che ha visto l’intervento degli agenti di polizia penitenziaria e reso necessario dalle condizioni psichiche del detenuto.".
SE NE DEDUCE CHE IL DETENUTO E' SOGGETTO AD OSSERVAZIONE DEGLI PSICHIATRI IN QUANTO RESO CIO' NECESSARIO DALLE CONDIZIONI PSICHICHE DEL DETENUTO.
E ALLORA COME MAI NON ERA PREVISTA UNA TERAPIA FARMACOLOGICA? E SE ERA PREVISTA PERCHE' IL DETENUTO NE RECLAMAVA LA SOMMINISTRAZIONE?
LE PAROLE DEL CONSIGLIERE REGIONALE DEL PD SANDRO DELLA MEA SONO A DIR POCO DISARMANTI PER LA LORO INGENUITA', SALVO A VOLER PENSARE CHE NON AVESSE INTERESSE A DIRE DI PIU'.
IN FINALE DEVO OSSERVARE CHE NON MI SORPRENDE AFFATTO CHE DIRETTORE E COMANDANTE DI REPARTO SIANO COSTANTEMENTE ASSENTI ALL'INTERNO DELLE SEZIONI. E' ORMAI LA REGOLA OGGI.
IL DIRETTORE HA L'ASPETTO DI UNA VITTIMA SACRIFICALE.
Ecco, appunto, le Tue riflessioni sull'argomento valgono sempre più dell'articolo, molto delucidanti.
GRAZIE.
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