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I SIMBOLI DELLA LEGA MARCHIANO ANCORA LA SCUOLA “GIANFRANCO MIGLIO”. L’UCOII SCRIVE A NAPOLITANO CONTRO IL MENÙ PADANO
di Elisabetta Reguitti
Oscar Danilo Lancini sindaco di Adro. Chi l’ha visto? Sabato mattina, giorno di mercato, nel paese della Franciacorta rimbalzato agli onori della cronaca per la gestione padronale della cosa pubblica da parte del primo cittadino. Tutti si aspettavano il banchetto della Lega nella piccola piazza, come annunciato dal sindaco che ha invitato i suoi cittadini a ritirare la pubblicazione realizzata in occasione della nuova scuola pubblica “federalista”, marchiata Lega. Niente di tutto ciò. Niente di niente.
UN’AUTO dei carabinieri gira attorno al polo scolastico dove è stata riaperta la sottoscrizione delle quote della mensa scolastica che partirà ufficialmente domani mattina. Già, quella stessa mensa di cui si era tanto parlato solo cinque mesi fa. Gestita allora da un’associazione di genitori, affidata alle mani di un gruppo di mamme, fan del sindaco oggi. Le stesse che si presentarono ad Annozero per urlare il loro disaccordo per il gesto del benefattore che aveva deciso di saldare le quote dei morosi.
Mamme: le stesse che stanno raccogliendo le firme per mantenere i fatidici Sole delle Alpi appiccicati sui banchi, sul tetto, sulle finestre, sugli zerbini e pure sui cestini della raccolta differenziata nel polo scolastico intitolato a Gianfranco Miglio.
Mamme: ultima spiaggia per il sindaco, un uomo in fuga dalla sua stessa coalizione ma pure sempre vincitore fino a che tutti quei 700 Sole delle Alpi rimarranno al loro posto. È testardo il sindaco, non sembra sentire ragioni tanto meno i messaggi politici del coordinatore provinciale Pdl Beccalossi: “Quei simboli vanno tolti”, e del consigliere regionale Massimo Buscemi: “Marchiare con dei simboli politici una scuola pubblica, ma anche fosse privata, non è concepibile”. Orecchie da mercante pure rispetto all’invito alla rimozione fatto dal ministro all’Istruzione.
BOCCHE CUCITE (e nessun atto pubblico) dal ministro, “compagno” di partito di Lancini, Roberto Maroni tanto più dal prefetto (che non c’è) dal vicario (che si nega e non parla).
Nel frattempo Federconsumatori ha annunciato un esposto alla Prefettura affinchè ad Adro sia “ristabilita la legalità” qualcuno poi pensa ad un sit-in sotto il palazzo del governo e poi anche al Quirinale.
Ma torniamo al silenzio del sindaco. Sotto il porticato del municipio ci sono un paio di agenti della Digos. Leggono la convocazione del consiglio straordinario fissata per domani sera per affrontare le questioni della cessione di due edifici (le precedenti scuole) come parziale controvalore della costruzione della nuova. Ma non doveva essere a costo zero ? Non proprio, visto che la nuova scuola è rientrata in un’operazione immobiliare per cui, alla fine dei conti, verrà pure acceso un mutuo che rimarrà sul groppone di cittadini.
Gli uffici comunali sono in un bel palazzo antico intorno al prato, con panchine e cestini marchiati, pure quelli con il simbolo del Carroccio. “Il sindaco non si è ancora visto ma provi a chiedere alla collega”. Sulla porta l’indicazione di un altro orgoglio di Lancini: il servizio Caaf (gratuito) Lega. Bussiamo e risponde una signora: “L’avevo immaginato che foste di un giornale. Siete in tanti a cercare il sindaco in questi giorni”, gongolando per l’interesse e la ribalta mediatica.
LA MENSA riapre lunedì: anno nuovo, gestione nuova e affidata al sindaco. Nella lettera spedita alle famiglie c’è scritto: “Il mancato acquisto anticipato dei buoni comporta la sospensione della fruizione del servizio. I genitori degli alunni sospesi dal servizio pasto hanno l’obbligo di ritirare dalla scuola i minori durante la pausa mensa e di riaccompagnare i minori alla scuola in tempo utile per l’inizio delle lezioni pomeridiane”. E l’annuncio fatto del menù padano? Nella bozza della convenzione è specificata la scelta di alimenti della tradizione locale.
Che significa? Non si sa, perché l’alternativa alimentare potrà essere richiesta solo se motivata da una prescrizione medica. Nel frattempo però l’Ucoii (l’Unione delle comunità islamiche) ha inviato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano una lettera : “Si tratta di una provocazione odiosa in quanto discrimina i futuri cittadini italiani, bambini e bambine musulmane che a decine di migliaia stanno crescendo in questo nostro Paese”. Ma il problema della mensa è anche un altro: chi non ha i soldi per pagare in anticipo? Un gruppo di persone di Adro ha aperto una raccolta fondi perché sabato erano già otto le famiglie che non avevano ancora versato la quota. Quasi trecento euro destinati a crescere, anche perché l’anno scolastico è lungo.
E LANCINI? L’uomo solo al comando? Tace e fugge. I bene informati assicurano, però, come non gli siano sfuggiti gli articoli che lo riguardano pubblicati oltre che da Famiglia Cristiana, Avvenire, anche dal settimanale Panorama.
Sul caso Adro-Lancini e la scuola “federalista”, Gian Antonio Stella ha chiuso la sua rubrica “Cavalli di Razza” (su Sette del Corsera) con una pillola di saggezza di Gianfranco Miglio: “Siamo vicini al crack. Sarà inevitabile. E finalmente qualcosa accadrà. Sarà un bel giorno il dì che le piazze si solleveranno e gli italiani circoleranno con gli schioppi oleati. Magari spareranno a me, magari anche a lei. Ma sarà un periodo splendido”.
3 commenti:
"Oscar Lancini, secondo quanto riportato dal "Fatto Quotidiano" del 15 Settembre, è un evasore fiscale, e non solo... Ha evaso l'ICI dovuta al Comune di cui è borgomastro per 20 mila euro. E questa non è una calunnia, una diceria dei comunisti o un'illazione. Lo dice la Cassazione, con sentenza definitiva e inappellabile del 23 luglio 2010.
La vicenda riguarda il periodo dal 2005 al 2008, cioè gli ultimi anni prima del fallimento della fabbrichetta del borgomastro. La cosa divertente è la motivazione con cui la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Lancini: "Il ricorrente non può riversare sulla scrivania del giudice di legittimità la materia grezza degli atti processuali, perché lo stesso giudice di legittimità scelga ad libitum ciò che serve e/o ne tragga una sintesi quale che sia, aggirando così i limiti del giudizio di legittimità". Detto in termini più semplici, Lancini e i legali del Comune - quindi pagati dai cittadini di Adro - hanno scaricato sul tavolo del giudice tutta la documentazione riguardante la fabbrica e non, come prevede la legge, solo i documenti strettamente indispensabili a decidere e comunque riguardanti le contestazioni.
Poi c'è una seconda vicenda: circa 7000 tonnellate di fanghi inquinanti, ricchi di materiali come cianuro e metalli pesanti, depositati sulla riva del fiume Oglio e mai smaltiti. Ci avrebbe dovuto pensare la Elg, la società della famiglia del sindaco Lancini, sin dal 1993, ma poi la società è fallita e tutto quello che ha fatto è stato di scaricare parte di questi fanghi nelle fognature. Sono stati aperti tre procedimenti penali, in proposito, ma qualche artificio perfettamente legale (come il fattpo che Lancini è imputato come parte della Elg e contemporaneamente Parte Civile come Comune di Adro) ha mandato in prescrizione la prima denuncia e sta facendo fare la stessa fine alle altre due.
Ma tutto questo non interessa evidentemente ai cittadini di Adro, che nel 2004 l'hanno rieletto, nonostante le sue beghe giudiziarie. Evidentemente anche loro ritengono che il non pagare le tasse sia un merito.".
DAL BLOG "TAFANUS.
"MICHELE BRAMBILLA PER LA STAMPA -
Quello di Adro ormai non è più un caso politico: è un caso umano. Il caso di Danilo Oscar Lancini, nato a Rovato 45 anni fa, titolo di studio licenza media inferiore, ex imprenditore specializzato negli spurghi, sindaco di Adro dal 2004, rieletto nel 2009 con un quasi plebiscito: 62 per cento. Oscar Lancini ha da tempo vinto (scusate il penoso gioco di parole) l’oscar di ultrà all’interno di un partito, la Lega, dove gli ultrà non solo abbondano ma non fanno neppure nulla per nascondersi. Prima ha istituito la taglia di 500 euro per i vigili urbani che stanano i clandestini. Poi ha mandato a mangiare a casa i bambini figli di genitori (quasi tutti immigrati) morosi nel pagare la retta della mensa scolastica. Quindi, da settembre, ha preso direttamente in carico – come Comune – la gestione della stessa mensa scolastica e ha deciso che possono sì mangiare tutti, ma solo un menù padano, il che ha fatto infuriare gli immigrati, che ieri si sono rivolti al presidente della Repubblica Napolitano, costretti a scegliere se mangiare maiale o digiunare. Infine il capolavoro: ha decorato il nuovo polo scolastico del paese (intitolato a Gianfranco Miglio, tanto per essere super partes) con settecento soli delle Alpi, quelli che stanno al centro del simbolo elettorale della Lega.
Quest’ultima bravata ha provocato il pandemonio che sappiamo. E appunto ha assicurato a Lancini il primato fra gli ultrà della Padania. Perché, per capirci: erano pesanti anche le parole di Bossi sul tricolore usato per pulirsi il sedere; erano sconvenienti anche le strofe cantate dall’europarlamentare Matteo Salvini (“Senti che puzza/ scappano anche i cani/ stanno arrivando i napoletani”): ma verba volant. I soli delle Alpi invece restano. E restano su una scuola pubblica.
Ecco perché il caso Adro è diventato un caso umano. Perché neppure i leghisti possono difendere il loro sindaco tanto zelante. Anzi sono in imbarazzo. L’ex sindaco di Brescia, Paolo Corsini, ora deputato del Pd, ha presentato un’interrogazione al ministro degli Interni Maroni (l’unico, per legge, che può ordinare al sindaco di rimuovere quei soli): e Maroni è chiaro che ora è in difficoltà. Perfino il grande capo, Bossi, è seccato: Lancini, credendo di fargli piacere, ha strombazzato ai quattro venti che rimuoverà gli stemmi solo se glielo ordina lui. Ma se Bossi, pur di mettere fine alla polemica, glielo ordinasse, vorrebbe dire che gli amministratori leghisti obbediscono al partito e non allo Stato. E ne verrebbe fuori un conflitto istituzionale.
(SEGUE)
INSOMMA, UNA PERSONA DI BASSA SCOLARIZZAZIONE (SCUOLA MEDIA INFERIORE)CHE STA FACENDO DANNI ENORMI, DOPO ESSERSI DATO ALLA POLITICA PER LE TRABALLATI SORTI DELLA SUA IMPRESA DI SPURGHI.
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