sabato 4 settembre 2010

Dopo la visita al Colle Alfano ora studia una exit strategy


LIANA MILELLA

Nuovo legittimo impedimento e rush bruciante per votare il nuovo lodo Alfano. Nelle pieghe di un ragionamento del capo dello Stato, a colloquio col ministro della Giustizia, c'è l'unica via, quella più lineare, che potrebbe sbloccare l'arrovellarsi del Pdl intorno al problema dello scudo per il premier. L'ha indicata proprio il presidente. Quando giovedì pomeriggio, faccia a faccia col Guardasigilli che continuava a premere sul processo breve in versione soft, gli ha posto un interrogativo: "Ma perché avete tardato tanto a presentare e a discutere in Parlamento il lodo costituzionale?". Alfano si è difeso dietro i tempi, comunque lunghi, di una legge da approvare con i due terzi e che richiede un doppio passaggio parlamentare e poi il referendum. Ma Napolitano l'ha fermato e gli ha chiesto perché mai Berlusconi non abbia pensato e cercato di ottenere comunque il voto delle opposizioni.

Al capo dello Stato non sfugge la scansione temporale. Caduto il vecchio lodo Alfano per mano della Consulta il 7 ottobre 2009, la versione costituzionalizzata viene riproposta in Senato "solo" il 28 aprile. E, coincidenza sospetta, ciò accade dieci giorni dopo che i giudici di Milano hanno contestato il legittimo impedimento, approvato nel frattempo su input dell'Udc, e spedito le carte alla Consulta. Ci vuole un altro mese per far partire l'esame in commissione. Un ritardo inspiegabile, su cui s'interroga pure il presidente. Che al ministro della Giustizia ricorda come, in uno spirito di "lealtà" verso il governo e senza preclusioni di sorta verso il premier, abbia firmato sia il lodo Alfano che la legge ponte in vista di un nuovo lodo. E pertanto le accuse che gli vengono rivolte sono ingiustificate. Una ricostruzione non casuale. Che mostra il cammino per evitare gli effetti devastanti del processo breve e il materializzarsi di uno scontro identico a quello sulle intercettazioni finite su un binario morto per la manifesta ostilità di Fini e dello stesso Quirinale.

Nuova versione del legittimo impedimento per anticipare l'eventuale bocciatura della Consulta e netta accelerazione a Palazzo Madama del nuovo lodo Alfano in modo da fornire alla legge ponte inventata dal duo Casini-Vietti quel pilastro che oggi le manca e che, per le toghe, la rende anomala. Un'inspiegabile "prerogativa", senza un'adeguata copertura costituzionale. Su questa soluzione lavorano i berluscones per garantire al capo se non la "morte" dei processi Mills e Mediaset, quantomeno la garanzia che restino congelati. Dopo l'incontro tra Napolitano e Alfano, che il primo ha deciso di tenere e il secondo non ha chiesto, le mosse si chiariscono. E la via di fuga degli uomini del premier si rivela politica e tecnica. Nuovo legittimo impedimento e lodo non sono ostacolati da Fini e sono segnalati come la via maestra dal Colle. Non basta. Dalle file dell'opposizione, il leader centrista Casini sarebbe d'accordo.

In queste ore si ragiona sulle possibili modifiche da apportare al legittimo impedimento e soprattutto su come evitare lo scoglio della Consulta che, il 14 dicembre, deve pronunciarsi sulla legge. Per consuetudine, una sorta di prassi consolidata del savoir faire, se in Parlamento si discute una legge che, nello stesso momento, è sotto i riflettori della Corte, quest'ultima aspetta a decidere e lascia il passo alle Camere. Un rinvio che darebbe fiato a Berlusconi, che gli garantirebbe mesi in più di copertura e di sospensione dei processi. Ma cosa cambiare nella legge? Su almeno due questioni, si ragiona a via Arenula, si può intervenire: il meccanismo dell'impedimento "continuativo", a prescindere dall'effettivo impegno istituzionale; l'auto certificazione della presidenza del Consiglio per cui premier e ministri, di fatto, comprovano la rilevanza e l'impossibilità di rinviare l'appuntamento in veste governativa. Modifiche da fare alla Camera, mentre il Senato "corre" sul lodo Alfano costituzionale in modo da ottenere il primo sì al più presto e prima del 14 dicembre avvalorando che il legittimo impedimento è una legge ponte verso il lodo.

(04 settembre 2010)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

INCREDIBILE, UNA LETTURA CHE MI LASCIA SBIGOTTITO!
PROPRIO QUANDO NAPOLITANO STAVA INIZIANDO A PIACERMI DI NUOVO!