giovedì 30 settembre 2010

Il caso Fini e la doppia morale


di Bruno Tinti

“Ma certo che quelle società sono mie! Mi servivano per non pagare le tasse! Perché, lo sapete, oltre il 35% di aliquota, evadere le imposte è legittima difesa”. Così disse B. ai tempi del balletto sulle 64 società off-shore (processo All Iberian): sono mie, non sono mie; e alla fine la proterva verità. Di cui peraltro nessuno aveva dubitato. “Sì, B. ha commesso falso in bilancio (processo Lentini-Milan). Ma va assolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. Così ha detto il Tribunale di Milano dopo che B. si era fatto la legge che depenalizzava di fatto il falso in bilancio. “Sì, non ci sono prove che dimostrino che B. non ha commesso falso in bilancio (processo All Iberian 2). Ma è passato troppo tempo, i reati sono prescritti.” Così ha detto il Gip di Milano dopo che B. si era fatto la legge che dimezzava i tempi di prescrizione.

I “guai giudiziari”del premier

“SÌ, NON CI SONO prove che dimostrino che B. non ha corrotto i giudici (Lodo Mondadori). Ma è passato troppo tempo, i reati sono prescritti”. Così ha detto la Corte d’Appello di Milano.

“Sì, non ci sono prove che dimostrino che B. non ha corrotto i giudici (Toghe sporche-SME). Ma è passato troppo tempo, i reati sono prescritti”. Così ha detto il Tribunale di Milano.

“Sì, non ci sono prove che dimostrino che B. non ha dato 21 miliardi a Craxi. Ma è passato troppo tempo, i reati sono prescritti”. Così hanno detto la Corte d’Appello di Milano e poi la Cassazione.

“Sì, B. ha commesso falso in bilancio (processo terreni di Macherio). Ma c’è l’amnistia”. Così ha detto la Corte d’Appello di Milano.

“Sì, B. ha commesso falsa testimonianza (processo P2). Ma c’è l’amnistia”. Così ha detto la Corte d’Appello di Venezia.

“Sì, Alleanza nazionale ha venduto a una società off-shore un appartamento che aveva ricevuto in eredità; ha preso 300.000 euro e li ha iscritti a bilancio. Adesso in quell’appartamento c’è il fratello della compagna di Fini. Fini deve dare le dimissioni da presidente della Camera”. Così hanno detto i giornali e le televisioni controllati o posseduti da B.

Stropicciamoci gli occhi. B ha evaso le imposte, ha commesso falsi in bilancio e corruzioni, finanziamento illecito dei partiti e falsa testimonianza. Però da 17 anni (con qualche fortunata interruzione) è presidente del Consiglio dei ministri. E tutti i C di B. spiegano in coro che ha il diritto-dovere di governare. E Fini? Che ha fatto Fini? Perché B&C spiegano in coro che si deve dimettere da presidente della Camera?

In effetti, cosa ha fatto Fini ancora non si sa: forse non ha fatto niente, forse è stato uno stupido, forse ha favorito il fratello della sua compagna. In quest’ultimo caso, solo in questo, potrebbe aver commesso un reato. Vediamo.

Alleanza nazionale era un partito; cioè un’associazione privata. I soldi di An sono soldi privati; sicché, se qualcuno se ne è presi un po’, li ha (illecitamente) sottratti a un soggetto privato. L’evasione fiscale è un reato contro l’economia pubblica. La corruzione è un reato contro la Pubblica amministrazione. La falsa testimonianza è un reato contro l’amministrazione della Giustizia. Il falso in bilancio è un reato contro il mercato e la generalità dei cittadini. Quando B. ha commesso tutti questi reati, ha sottratto soldi e procurato danni a tutta la collettività. Già messa così, si può concludere che B. non potrebbe essere assunto nemmeno come portantino in un ospedale pubblico; ma Fini (che non è indagato e non ha precedenti) sì. Insomma, B. è ufficialmente persona che ha violato la legge (sarebbe bello poter dire che è un pregiudicato ma tecnicamente non è così e quindi bisogna trovare queste formule precisine); Fini è ufficialmente una persona onesta. Per meglio dire, lo è fino a quando non sarà stato accertato il contrario. Ma, se fosse accertato il contrario, quali reati avrebbe commesso? Corruzione di minorenne, frode fiscale, corruzione? No, niente di tutto questo: una truffa. Reato procedibile a querela di parte, tanto per capirne la gravità.

Vendere un appartamento non è reato, naturalmente; e nemmeno è reato venderlo a una società off-shore. Se poi l’operazione viene correttamente descritta in bilancio, dovresti dormire tra due guanciali: An prima aveva un appartamento e poi ha avuto i soldi: normale gestione patrimoniale. Certo, il prezzo deve essere congruo; ma qui le cose si fanno complicate. Io ho una vecchia Giulietta spider del 1960: valore? Secondo me 50.000 euro; ma se poi me ne offrono 40.000 o 35.000, non ho altri compratori in vista e sono in difficoltà a pagare le spese del garage, magari la vendo lo stesso. Insomma, un appartamento non è una copia del nostro giornale che si sa che costa 1 euro e 20; ha un valore di mercato, entro certi limiti indeterminato. Più delicata è la questione se la decisione di vendere è stata presa per favorire Tulliani fratello che aveva tanta voglia di vivere a Montecarlo. Se il prezzo era congruo, niente di penalmente rilevante. Però, certo Fini non ci fa una bella figura. Capisco che, anche in questo caso, a fronte dei suoi ex colleghi di partito,ne esce fulgido come Santa Maria Goretti; ma, per le persone normali, non è proprio una cosa ben fatta.

La casa di Montecarlo

E SE L’HA SAPUTO dopo? Metti che Tulliani fratello abbia fatto tutto da solo, sapendo per via dei suoi rapporti con Fini che An voleva vendere questo alloggio. E che Fini abbia saputo come stavano le cose solo dopo il dossieraggio dei giornali di B. Reati, nessuno, ancora una volta; però, a non dire subito come stavano le cose non è stata una cosa furba.

Naturalmente, se l’appartamento valeva 1 milione di euro e Fini lo ha venduto per 300.000 a una società che sapeva far capo al fratello della sua donna, ha commesso una truffa; nei confronti di privati ma sempre una truffa. Insomma, se le cose sono andate così, Fini non ne esce molto bene; sempre molto meglio del suo ex amico, ma si tratta a questo punto di una differenza quantitativa, non più qualitativa. E in effetti, in questo caso, farebbe proprio bene a dimettersi. Invece B. non ci ha mai nemmeno pensato a dimettersi; ma lo si capisce, lui e i suoi C sono esperti in doveri altrui.

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