Dalla vendita dell’immobile di Rue Princesse Charlotte alla spiegazione di Fini. Chi c’è dietro l’affare?
Gaucci: “Non sono una pedina”
OSPITE DI GAD LERNER ALL’INFEDELE L’EX PATRON DEL PERUGIA SI DIFENDE
di Giampiero Calapà
“Assolutamente non credo proprio” di essere stato una pedina utilizzata contro il presidente della Camera Gianfranco Fini. Parola di Luciano Gaucci, ieri sera all’Infedele su La7. Eppure l’avvocato Vincenzo Montone, per molto tempo legale, confidente e amico di Luciano Gaucci, un mese fa ha parlato al Fatto della controversia tra il suo ex assistito e la Tulliani, controversia a suo giudizio “usata nell’operazione dossieraggio contro Fini, studiata e preparata a tavolino, anche perché Gaucci, molto mal consigliato, ha detto sui giornali cose molto dure contro Elisabetta Tulliani, mentre prima consigliava a me la prudenza, essendoci stato tra di loro un rapporto sentimentale”.
E NON SOLO, spiegò Montone: “Non provava alcun astio nei confronti della donna, voleva alcune cose indietro a causa dei suoi problemi finanziari; non naviga in buone acque e qualcuno potrebbe avergli promesso altro se fosse stata scatenata l’offensiva riprovevole che abbiamo visto sulle pagine dei giornali del padrone”. Montone disse quindi di aver mollato lui per non esser anche lui pedina dello scontro con Fini, ma ieri Gaucci: “Io l’ho sollevato dall’incarico”. Ieri sera Gad Lerner ha chiesto a Gaucci perché tirare fuori questa storia, richiedere i “beni” alla Tulliani, dopo sei anni. Gaucci ha risposto: “Perché lei si è permessa di dire che la schedina l’aveva vinta lei (in realtà la Tulliani rispose attraverso i suoi legali ad un articolo del Giornale del 2 agosto scorso. ndr), invece non è così, e allora io ho pensato di richiedergli indietro tutto: non erano regali, glieli avevo dati sotto forma di prestito. Quando si sta con una persona che gli si vuole bene, io gli ho intestato questi beni qua. Non li rivoglio io, diamoli al fisco”. A Perugia sull’origine dei beni di Elisabetta Tulliani è stato aperto un fascicolo dalla procura ad agosto, in seguito alla dichiarazioni rilasciate da Luciano Gaucci al settimanale Panorama: “Se la Procura di Perugia ritiene illecito il mio patrimonio e lo ha sequestrato, perché non fa la stessa cosa anche con i beni che ho affidato alla mia ex compagna?
O almeno perché non le chiede di dimostrare l’origine della sua ricchezza?”. Si tratterebbe di cinque appartamenti con una serie di mansarde e box in via Conforti, a Roma, un’abitazione in via Sardegna, terreni, cinque autovetture, quadri di autori come Renato Guttuso e Giorgio De Chirico (acquistati per 2 miliardi di vecchie lire), oltre a un orologio in oro e brillanti da 40 milioni di lire e altri gioielli del valore di circa 1 miliardo.
Quella schedina del Superenalotto da oltre due miliardi di lire, giocata da Gaucci nel 1998, la cui vincita è stata divisa quasi in parti uguali fra i conti corrente dei due. L’attuale compagna di Fini ha sostenuto di averla giocata lei, quella schedina, ma il tabaccaio di via Merulana a Roma, contattato da Panorama, ha smentito la donna: “La giocata la fece la segretaria di Gaucci”.
3 commenti:
UNA VICENDA DAVVERO SQUALLIDA.
A me della casa di Montecarlo non è che interessi molto, non essendo mai stata nemmeno simpatizzante di AN.Mi sta veramente deprimendo tutto questo cosiddetto giornalismo a base di stracci sporchi che vengono spacciati come campagne politiche, amanti spacciati per fidanzati, veline che diventano padrone dei nostri destini, cocainomani che sguaiatamente pretendono di fare i moralisti ecc. ecc. ecc.. Uffa!!!
CARA ROSSANA, NON E' COSI' SEMPLICE, SALVO A RASSEGNARSI AL "SILVIO FOREVER"!
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