giovedì 2 settembre 2010

MA QUALE GIUSTIZIA, PENSATE ALLA CRISI


Un’altra presa di posizione di Napolitano
Difficilmente lo ascolteranno

di Eduardo Di Blasi

Il ministro degli Esteri Franco Frattini, afferma al Tg1 della sera: “Mi sono scusato personalmente con il capo dello Stato per questo disguido amministrativo”. Il “disguido” consisteva nel non aver avvisato il Quirinale della visita di Muammar Gheddafi. Visita difficile, effettivamente, da tener nascosta con il suo corollario di feste equestri, hostess a pagamento e conversioni lampo. Dal Quirinale spiegavano d’altronde nel pomeriggio di ieri (dopo che la notizia della mancata comunicazione era apparsa sul Corriere della Sera) che il governo non era tenuto ad avvisare il Colle, perchè non si trattava di una visita ufficiale, e quindi non c’era nulla “da concordare” con il Capo dello Stato. E, in effetti, a quale tipologia di “visita” corrispondesse quella del leader libico, arrivato in gran pompa in Italia, per la ratifica di un “trattato di amicizia” fra i nostri due Paesi, non è stato del tutto chiaro. Come non è chiaro, a questo punto, di cosa si scusi il titolare degli Esteri.

Un’estate all’inferno

POCO MALE, nei rapporti tra governo, maggioranza e Quirinale c’è ben altro da farsi perdonare in questa terribile estate di veleni. Non parliamo delle avventate dichiarazioni di Maurizio Bianconi, vice presidente del gruppo Pdl alla Camera, che nel giorno di Ferragosto accusava il Capo dello Stato di tradire la Costituzione (circostanza che ottenne la dura risposta di Napolitano: “Se tradisco la Costituzione, mi mettano in stato di accusa”). Non si discute delle dimissioni del ministro “a non si sa cosa” Aldo Brancher che voleva adoperare il legittimo impedimento ancor prima di conoscere di quali deleghe disponesse (e fu stoppato dalla Presidenza della Repubblica appena tentò di farlo), nè del tema giustizia, sempre caldo nel Paese in cui il premier vuole scappare dai processi che ha pendenti. Il tema più importante della ripresa autunnale, ieri il Presidente della Repubblica l’ha detto chiaro a Venezia: “La politica dovrà per forza di cose concentrarsi sull’economia”. Una ripresa incerta attende il ritorno al lavoro delle Camere.

A chi gli chiede del processo breve, taglia: “Su queste cose ho già detto tante volte mentre si discuteva della legge sulle intercettazioni. Siete informati su quale fine abbia fatto il ddl intercettazioni?”. E a chi abbozza un “finito su un binario morto”, sottolinea: “Ecco”. Sulle intercettazioni, si ricorderà, il Colle non si è pronunciato, se non per confermare che avrebbe aspettato un testo definitivo. Testo che, ad oggi, ancora non è uscito dal Parlamento, arenatosi nella disputa interna al Pdl.

Nessun ministro dopo Scajola

IL TEMA VERO da affrontare, dunque, è quello economico. Ma come?

Il 23 luglio scorso il Capo dello Stato, durante la consueta cerimonia del Ventaglio che tradizionalmente chiude la stagione della Camera, aveva battuto proprio sull’economia e mostrato una qualche preoccupazione per la situazione economica internazionale. “Il governo - aveva tra l’altro detto - non può sottrarsi a decisioni dovute come quella della nomina di un titolare del ministero dello Sviluppo economico o come quella di un importante organo di garanzia quale la Consob”. Da allora è passato oltre un mese. L’interim allo Sviluppo Economico è rimasto in capo al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (le dimissioni di Claudio Scajola datano al 4 maggio), e del nuovo presidente della Consob non c’è traccia.

Così suonano abbastanza vuote le parole del ministro leghista Roberto Calderoli quando afferma: “Condivido pienamente le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed il suo invito a concentrarsi sull’economia”, perchè è ormai da oltre tre mesi, con “un milione di persone in cassa di integrazione e decine di migliaia di piccole imprese che sono saltate” come ricorda il leader del Pd Pier Luigi Bersani, che questo governo manca di un ministero a questo preposto. L’autunno della politica si preannuncia ancora caldo.

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