martedì 7 settembre 2010

PROVE GENERALI PER IL NUOVO BAVAGLIO IN RAI


Masi vuole il controllo preventivo sui contenuti di ogni puntata

di Carlo Tecce

Mauro Masi parla poco in pubblico. Ma quando parla e annuncia nuvole, il temporale è pronto.

Intervistato qualche giorno fa da Giovanni Minoli a Cortina, tra una battuta e una risata, il direttore generale della Rai scoprì un pezzetto di un piano complesso: “La linea editoriale spetta a me”. E il piano diventa una lettera da inviare ai direttori di rete per pretendere (non chiedere) la scheda dei programmi: una sinossi con argomento, contenuto, servizi e ospiti. Ogni settimana, ogni puntata. Entro tre giorni dalla diretta con la scusa che Masi, attento al palinsesto dai cartoni animati ai telegiornali, può intervenire soltanto in anticipo sulle trasmissioni non registrate

Un tranello simile al guazzabuglio di norme e commi che, accolto e praticato dal Consiglio di amministrazione di viale Mazzini, spense l'informazione durante la campagna elettorale per le Regionali del marzo scorso. Nonostante il parere negativo dell'Autorità di garanzia per le Comunicazioni (Agcom) e le sentenze del Tribunale amministrativo (Tar)

L’agenda di tutta la stagione

MASI HA NASCOSTO il piatto forte con un preavviso già sbrigato dalle reti: un'altra scheda da consegnare all'azienda, un'altra direttiva interna per conoscere l'agenda di una stagione. Chi scrive una scheda incompleta o sbagliata rischia una multa particolare di Masi: il direttore generale minaccia di non far pagare all'azienda i costi della puntata, come avviso recapitato a un programma già andato in onda. Un varietà ha risposto con un volume da tesi di laurea, circa ottanta pagine, cercando di immaginare i temi d'attualità da qui a maggio e le opinioni interessanti da qui all'ultima puntata.

Il primo foglio da compilare, ostacolati da mille vuoti burocratici, la redazione di Annozero l'ha girato al mittente con un rimando: “Guardate i 32 giovedì della passata stagione”. Masi insiste sulla scaletta per due motivi: per impedire la presenza in studio di ospiti scomodi come Massimo Ciancimino e Patrizia D'Addario e per annullare il potere dei direttori di rete. Che nei canali generalisti sono tre e, anche se diversi, tutti distanti dall'ex segretario generale di Palazzo Chigi ora alla guida del servizio pubblico: il fianiano Mauro Mazza a Raiuno, il traballante Massimo Liofredi a Raidue, il reintegrato (dopo la rimozione) Paolo Ruffini a Raitre.

Direttori di rete commissariati

UN DIPENDENTE di viale Mazzini guarda oltre il sipario: “Adesso il direttore generale vuole commissariare i responsabili di una rete e trasformarli in capistruttura, ovvero in dirigenti senza autonomia che per decidere devono passare dal suo ufficio”. Masi ha un giorno segnato in rosso sul calendario: giovedì 23 settembre, il ritorno in video di Michele Santoro. Due indizi fanno una prova, e tre? Uno: il direttore generale ha annullato la riunione di oggi con Santoro per “impegni personali”, un rinvio di tre giorni per prendere tempo. Due: venerdì scorso la direzione generale ha spedito un’altra raccomandata, per richiamare conduttori e autori a un’informazione imparziale, equilibrata, plurale. Persino per quanto riguarda il pubblico in studio: un po’ di destra, un po' di sinistra. E in più: rispetto del contraddittorio e dei valori della par condicio.

Eppure la par condicio è una ragnatela che incastra le notizie in campagna elettorale. (Masi indovino?) Tre: la macchina di Annozero è parcheggiata in garage, su un organico di sessanta persone sono operativi in sei, inclusi Santoro e Sandro Ruotolo. All'appello mancano i contratti: non solo di Marco Travaglio e Vauro, ma anche della redazione e dei registi.

Cosa rischia Santoro

ESEMPIO: Annozero non ha inviato telecamere a Mirabello perché non aveva un operatore a disposizione. A due settimane dal debutto, trascorsa un'estate di comunicati di viale Mazzini, Annozero è fermo dalla scenografia ai giornalisti. La melina (e il piano) di Masi servono a frenare e snervare chi lavora al programma. L’agenzia il Velino ha svelato i prezzi della pubblicità: “Cifre e tanti zero per Ballarò e Report. Top secret Annozero”. Tutto segreto su tutto.

Il gioco di appuntamenti fissati e poi cancellati erano una tecnica di Masi per trovare un modo (e poi due e tre) per fare ostruzionismo a Santoro e i suoi. Senza dimenticare che l’inchiesta e le telefonate di Trani, appena sei mesi fa, svelavano le trame di Silvio Berlusconi e dell’ex commissario Giancarlo Innocenzi (Agcom) proprio per chiudere Annozero. Il direttore generale ha ripetuto per mesi: “Il rapporto di Santoro è determinato da una sentenza che ci impone di mandarlo in video, ma non ci dice come”. L’avvocato Domenico d’Amati ha risolto presto i dubbi della Rai: “Le sentenze si applicano. Non sono vaghe, anzi chiarissime: Santoro deve fare approfondimento giornalistico come sempre”.

Le pressioni su Mauro Masi per bloccare Santoro raccontate nella serata speciale “Rai per una notte”

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