giovedì 9 settembre 2010

TG1 CONTRO IL COLLE SI SVEGLIA ANCHE LA RAI




Garimberti attacca Minzo. Mentana gode

di Carlo Tecce

L’otto settembre di Augusto Minzolini segna un'ora strana: la politica sfonda lo schermo. Il Tg1 fa un mossa per aiutare il governo - l’editoriale più il commento in studio del ministro La Russa - e per contrastare l’intervista di Enrico Mentana a Gianfranco Fini.

Il monologo di Minzolini di martedì era un messaggio politico e poco diplomatico per il presidente della Repubblica: “Se il governo non può contare su una maggioranza coesa, l’idea di andare al voto al più presto va valutata con attenzione”. Chiamato in causa dal principale telegiornale del servizio pubblico, il Quirinale - dicono ambienti Rai - telefona al presidente Garimberti e scatena uno scambio di lettere velenose ai vertici dell’azienda. E Minzolini l’ammette quando - pressato da destra e sinistra - ieri biascica un freddo: “Rispetto il capo dello Stato”.

RACCOLTA una pila di proteste, incassata l’irritazione del Colle, Paolo Garimberti scrive una lettera al direttore generale Masi con una durezza mai nemmeno intravista nel suo mandato: “Intendo sottoporti con molta forza e con la precisa richiesta: questa volta ci sia un tuo intervento immediato sul caso dell’editoriale di Minzolini. Ci sono dei limiti che l’informazione del servizio pubblico non può valicare e che purtroppo sono stati valicati: ci sono stati nell’intervento del direttore Minzolini giudizi inopportuni in quanto invasivi delle competenze e responsabilità di soggetti politici e istituzionali, giudizi che impegnano il servizio pubblico e che non competono alla Rai”.

SERGIO ZAVOLI ha anticipato la stoccata di Garimberti: “È fuori e lontano dal ruolo assegnato al Tg1 nell’ambito del servizio pubblico e dei suoi doveri addentrarsi con la perentorietà di un editoriale in questioni di così delicata rilevanza politica e costituzionale, che richiederebbero un rigore speciale, cioè pluralismo, quindi completezza, e misura, quindi responsabilità. C'è stata una sorta - dice il presidente della Commissione di Vigilanza - di invasione di campo nelle istituzioni, dal Parlamento fino al presidente della Repubblica”.

Zavoli e Garimberti hanno denunciato insieme “l'invasione” di Minzolini nella politica, i due presidenti della Vigilanza e della Rai. E Masi? Silenzio. E poi sbatte la porta e detta la risposta a Garimberti che argina l'invasione del “direttorissimo” e addirittura prepara la controffensiva: “Non condivido la tua preoccupazione di una mancanza di pluralismo da parte Tg1. Ma condivido pienamente che tutti gli operatori dell’informazione del servizio pubblico debbano astenersi dall’esporre l’azienda a interventi anche di tipo sanzionatorio da parte degli organi di controllo. E ciò deve estendersi a tutte le trasmissioni in palinsesto”. Masi copia Garimberti e aggiunge la postilla “palinsesto”. Per mischiare Minzolini con Santoro, rispedire al mittente le critiche del presidente: “Basta ritardi strumentali e con valenza politica”.

La Rai è un domino impazzito, una singola tessera ne muove dieci. Masi fa il mazziere e divide i giocatori in squadre: ieri doveva difendere Minzolini, oggi dovrà incontrare Santoro. Il dg copre le spalle, il direttorissimo corre in ritirata: “Io sono sempre stato rispettoso delle prerogative degli organi istituzionali a cominciare da quelle del capo dello Stato. Una lettura attenta e obiettiva dell’editoriale di martedì lo dimostra ancora una volta. Questo non significa che non si possano dare valutazioni sulla situazione politica e i suoi sviluppi”.

MINZOLINI avrà perdonato Masi per un passaggio che sembra una barzelletta: “Alcune iniziative del direttore possono prestare il fianco a misinterpretazioni (inglesismo, ndr), credo oltre la sua effettiva volontà”. Insomma: Minzolini non è capace di intendere e di volere. Il sindacato Usigrai prova a forzare una porta blindata: “Vogliamo sfiduciare Minzolini”. Un giornalista del Tg1 fa una radiografia sconfortante: “Qui in Rai il nostro direttore è un superiore di Masi”. E i dati Auditel in picchiata sono innocui come una pianta in ufficio. Fanno coreografia. Eppure indicano un Tg1 sofferente per l'assalto del Tg di Mentana: con Mitraglia conduttore, in una settimana, Minzolini perde quasi 2 punti di share. L'editoriale ha scorticato il 26,9% di share, Fini ha spinto La7 oltre l'otto. Regge il Tg5. Come a dire: preferiamo il marchio ufficiale di Silvio Berlusconi.

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