mercoledì 1 settembre 2010

Verso il baratro


di Marco Pannella

Presidente Berlusconi,

ascoltando le tue dichiarazioni a e con Gheddafi, ho provato un empito di vergogna. Ripetendo a più riprese, come hai fatto, che, non solo i due Stati, ma anche i “due popoli”, l’Italiano e il Libico, sono oggi uniti per festeggiare l’intesa tra la Repubblica italiana e la Jamaria, ti qualifichi come erede, semmai, dei “Graziani” di quella Italia, estraneo perfino a questa partitocratica, non democratica , che gestisci. In tal modo tu rappresenti il popolo italiano tanto quanto Gheddafi quello libico. Non adontarti di questa equazione: è tua!

Se un feroce dittatore, per te, rappresenta il suo popolo tanto quanto il premier di una Repubblica dalla Costituzione democratica, ravvivi il ricordo di quell’individuo per il quale il Fascismo offriva vacanze non male ai suoi oppositori: dai Matteotti ai Carlo e Nello Rosselli, dagli Ernesto Rossi agli Altiero Spinelli, ai Pertini e migliaia di altri vacanzieri antifascisti. Della Libia si sa così poco, da non sapere se le vittime del tuo grande amico personale siano di meno o di più di quelli uccisi da noi Italiani. Comunque ci sono come anche altri Africani, spesso Eritrei, Somali, Etiopi, i cui genitori conobbero anch’essi la civiltà di quel colonialismo. Voglio precisare che qui non discuto affatto, come in Parlamento, il principio e modalità importanti imprenditoriali e commerciali, anche di per loro positivi, dell’accordo. Ma del costo gravissimo e superfluo, e francamente intollerabile, che tu imponi ai danni di standard internazionali democratici e più semplicemente civili, morali. Presidente, lo so che anche per D’Alema la Libia è “strategica”; ma mi chiedo fin dove tu sia, ormai, capace di intendere e di volere più o diversamente da un Gheddafi o da un “Graziani” qualsiasi. Sei davvero divenuto uno di quei capaci davvero, ma davvero proprio di tutto. Categoria, questa, che finisce per far precipitare nel vuoto di ragionevolezza , di democrazia e legalità i suoi eroi. Temo che tu sia in questa condizione e che rischi di precipitare anche tu con la sola forza accelerata di gravità in questo baratro. Faremo – lo sai – tutto il possibile per impedirti di finire – e farci finire – come fanno in genere costoro. Con la nostra nonviolenza e tolleranza confido che ci riusciremo. Evitando pure che ti e vi seguiamo nello stesso destino anche noi, vostri popoli, il libico l’africano e l’italiano.

m.pannella@radicali.it

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