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NEL 2011 L’OBIETTIVO DELL’AZIENDA È QUELLO DI PORTARE LE ENTRATE A UN MILIARDO DI EURO
di Loris Mazzetti
Quando le polemiche sulla tv infuriano il più delle volte nascondono i veri obiettivi. Cali degli ascolti dei tg e il contenuto di certi programmi sono secondari: quel che conta è la pubblicità e la sua spartizione. I dati dei primi otto mesi del 2010 sono confortanti: l’investimento è aumentato del 4,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009, bene per le tv, benissimo per Internet (il numero degli inserzionisti sulla Rete è aumentato del 27,4 per cento), male, purtroppo, per la stampa. Nella tv l’aumento della pubblicità non è proporzionale agli ascolti, Rai supera abbondantemente Mediaset, le tv di B. superano abbondantemente
TRA LE TV generaliste e Sky è in atto un duello all’ultimo spot. Mediaset stravince grazie al digitale terrestre. Il 25 ottobre è partita la catena switch off che si concluderà il 15 dicembre con la copertura totale del Nord-Est fino all’Emilia Romagna. Altri 20 milioni di italiani guarderanno la tv solo con il digitale terrestre, che è il vero business, lo sa bene il presidente del Consiglio che, col neoministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, consente di gestire il settore pay-tv sul digitale terrestre in regime di monopolio (
UN GOVERNO, non in costante conflitto di interessi, mettendo a gara le frequenze liberate dal digitale (il ricavo presunto si aggirerebbe tra i 2 e i 3 miliardi di euro), potrebbe finanziare il “sapere” (solo l’università ha un buco di 1,4 miliardi), proposta di Bersani, il decreto Milleproroghe, proposta Tremonti. Bersani e Tre-monti dimostrano però di non conoscere lo stato di fatto. A fronte di tanta disinformazione il ministro Romani è stato costretto ad intervenire categoricamente: “Non ci sono frequenze a disposizione”. La disinformazione è strategia: serve a nascondere un meraviglioso mercato che si sta sempre più ingrandendo. Il digitale terrestre in Italia non può liberare frequenze, così come è avvenuto negli altri paesi europei, perché sono già impegnate. La sola Sicilia ha ben 101 tv, 500 sono quelle presenti sul territorio nazionale. Ognuna di queste occupa una frequenza. La tanto sbandierata moltiplicazione dei canali sta andando alle tv già esistenti. È un far west che strategicamente non è stato regolamentato. Queste tv, molte delle quali trasmetteranno sui nuovi canali solo il monoscopio, godono dello stesso diritto di Rai, Mediaset e La7. Un imprenditore che deciderà di entrare nel settore o è già titolare di una tv locale, quindi ha già a disposizione le nuove frequenze, altrimenti dovrà acquistarle dalle tv private. A che cifra? Mentre Mediaset guadagna chi paga sono i cittadini e
Il totale dell’esborso sarà di 800 milioni, se al decoder esterno si aggiungono l’acquisto di nuovi tv e l’adeguamento dell’antenna per la ricezione del segnale.

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