giovedì 28 ottobre 2010

PD, IDV E UDC CHIEDONO A MASI DI SLOGGIARE


Tre consiglieri scrivono a Zavoli La Vigilanza convoca i vertici

di Carlo Tecce

Polemiche e confusione. Querele e dimissioni. Ogni giorno la Rai ha la sua pena e qualcuno che chiede a Masi di lasciare la direzione generale.

Ieri tre consiglieri di opposizione, a poche ore da un Cda per nuovi ribaltoni e nuove nomine (poi rinviato a giovedì prossimo), scrivono a Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza: “Siamo molto preoccupati per lo stato di salute della Rai e la situazione è arrivata a un punto tale che non possiamo limitare solo alla nostra attività in Consiglio di amministrazione l’azione di controllo, vigilanza e denuncia. Per difendere il servizio pubblico è venuto il tempo di rendere tutti consapevoli che rischia una crisi irreversibile”. Firmato: Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten (Pd) e Rodolfo De Laurentiis (Udc).

Zavoli recepisce il messaggio: “Il disagio è grave”. E così (oggi) l'Ufficio di presidenza convocherà Masi, il presidente Garimberti e i componenti del Cda per un'audizione in Vigilanza. Trovato un accordo con i consiglieri di maggioranza, Masi era pronto a sostituire Massimo Liofredi a Raidue con Susanna Petruni (Tg1) e Corradino Mineo a Rainews con Franco Ferraro (Sky) e a distribuire incarichi per digitale terrestre, Gr e Rai Parlamento.

L'ha bloccato Garimberti – che meditava le dimissioni – annullando il Cda di stamani. L'opposizione, compatta dall'Italia dei Valori al Partito democratico passando per l'Udc, chiede le dimissioni di Masi: “Guardiamo in faccia la realtà e ognuno si assuma le sue responsabilità: la Rai è allo sbando e sarebbe dignitoso che questa dirigenza rimettesse il proprio mandato. Andando avanti così si fa solo il gioco di Mediaset e di Sky”, dice Pier Ferdinando Casini. E Pier Luigi Bersani: “Con la lettera di tre Consiglieri, il caso Rai è arrivato a un punto di una gravità inaudita. Siamo davvero al capolinea. Per ripartire è necessario che l’attuale direttore generale prenda atto che la sua esperienza è finita. Non è più il momento di temporeggiare. Qualsiasi ulteriore ritardo rischia di far precipitare la Rai in una crisi irreversibile. Ormai la televisione pubblica è fuori controllo”.

Nemmeno una settimana fa, in una riunione con i vertici aziendali, Masi aveva illustrato un piano industriale pieno di tagli ai costi e agevolazioni al pensionamento per rimediare a un passivo in crescita per il 2009: almeno 20 milioni di euro in più rispetto ai 116 previsti. In Rai si teme che entro un paio di anni, a questa andatura e con perdite per oltre 650 milioni di euro, le banche e i creditori possano diffidare di viale Mazzini. Il direttore generale ha in mente una manovra per scongiurare la crisi, ma le produzioni esterne continuano.

Per segnalare la contraddizione tra la ristrettezza economica e le nuove spese aziendali, ieri il Fatto ha rivelato un progetto per una rubrica di economia da affidare a Ingrid Muccitelli, ultima fidanzata di Masi, ex giornalista di Ominbus e volto noto del servizio pubblico. Masi ha annunciato querela sostenendo che le notizie su un “possibile programma di economia sono false e diffamatorie”. Eppure la trasmissione è nella bozza di palinsesto invernale. Una precisazione di Endemol, la casa di produzione berlusconiana, conferma tempi e argomenti: “La messa in onda del programma era prevista per settembre, ma problemi di budget Rai per il 2010 ne hanno causato lo slittamento”. La società multinazionale va nel dettaglio “il numero delle puntate, rispetto a quanto previsto inizialmente, è stato inoltre dimezzato”. E sottolinea: “Non è mai stato deciso tra Endemol e Rai il nome di alcun conduttore”. E perché? Semplicemente perché l'operazione è ancora segretissima e in fase embrionale. Persino Barbara Carfagna (Tg1) che dovrebbe condurre insieme con la Muccitelli, già contattata in estate in maniera informale, non compare nella scheda presentata da Raidue. Endemol fa di più: specifica che la Muccitelli – “professionista di primo livello” – non farà parte del programma. Curiosa rettifica: un attimo prima, Endemol scriveva che “non è mai stato deciso il nome di alcun conduttore”. Perché spingersi oltre? Excusatio non petita.

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