Ruby e le altre, Berlusconi: “Amo le donne e la vita, sono fiero del mio stile di vita”
di Paola Zanca
Si potrebbe chiamare Lodo Ruby. Nessuna intromissione nell’andamento della giustizia, lui ha cercato solo un modo per non mandarla in carcere, “che non è una bella cosa”. Il giorno dopo aver confermato la telefonata alla questura di Milano, Silvio Berlusconi ha capito che come strategia difensiva, la confessione non è stata una buona idea. Meglio rimangiarsi tutto (“Balle inventate dai giornali”) e tirar fuori l’orgoglio. “Faccio una vita terribile – ha spiegato da Bruxelles – ho orari disumani. Io sono una persona giocosa, se ogni tanto sento il bisogno di una serata distensiva come terapia mentale per pulire il cervello da tutte le preoccupazioni, nessuno alla mia età mi farà cambiare stile di vita”. Tra le abitudini di un 74enne al governo, il bunga bunga sarà anche una “storiella di tanti anni fa”, che lo ha fatto “ridere molto” e lo fa “ridere anche stavolta”, ma è lui stesso ad ammettere che la sua vita è “straordinaria”: “Sono un ospite unico, direi irripetibile – ha detto – gioioso e pieno di vita: amo la vita e le donne”. Invita i giornalisti a “sorridere” quando “si guardano allo specchio”.
E NON DIVENTA cupo nemmeno quando spiega cosa c’è dietro alla vicenda della minorenne marocchina: “Una volontà precisa di aggressione”. Ma anziché indebolirlo, dice, questi “attacchi” lo rafforzano. Perfino la telefonata in questura serve da pretesto per parlare di presidenzialismo: “Io so bene quali poteri abbia il primo ministro in Italia: nessuno, nes-su-noooo. Quindi non avrei potuto pensare di esercitare un potere che non ho”. Via, il vertice europeo è finito. Il suo aereo atterra a Napoli. Lì, sale in macchina con Guido Bertolaso e si precipita a casa della famiglia di Silvano Di Bonito, l’operaio morto domenica in un impianto di trattamento dei rifiuti a Giugliano. “Mi informerò costantemente sulla vostra vita”, ha detto ai figli dell’operaio, “anche quando le telecamere si saranno spente”. Poi corre in prefettura per un vertice sui rifiuti, i manifestanti di Terzigno sono lì davanti a protestare. Il cervello è già pieno di preoccupazioni. Urge serata distensiva.
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