La ragazza, le feste, il sesso e il potere
Il romanzo del Basso Impero
di Gianni Barbacetto e Fabio Amato
L’indagine che tre giorni fa “non c’era”, ora occupa le prime pagine dei giornali e preoccupa più d’ogni cosa il presidente del Consiglio. È la storia di Ruby, diciott’anni il prossimo 1 novembre, che racconta di essere stata più volte a villa San Martino, ad Arcore, ospite di Silvio Berlusconi. La vicenda è intricata e scivolosa, ma assume di giorno in giorno contorni un po’ più netti. “Spazzatura mediatica”, secondo il presidente del Consiglio. L’ennesima dose di fango riversata su di lui, secondo i suoi sostenitori.
Ma ora sappiamo che la procura di Milano sta indagando su un’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione. Sotto attenzione, l’impresario Lele Mora, il direttore del Tg4 Emilio Fede e Nicole Minetti, l’igienista dentale di Silvio Berlusconi candidata a sorpresa nel Consiglio regionale della Lombardia. Proviamo ad allineare i fatti, cercando di distinguere ciò che in questa storia è accertato, da ciò che è ancora avvolto nella nebbia. La protagonista è Ruby Rubacuori, come si presenta nel suo profilo Facebook. O Ruby Heyek, come risulta nell’albo di un concorso di bellezza siciliano a cui ha partecipato nel 2009. O Karima, come la chiamano in famiglia. Marocchina, nata il 1 novembre
AGLI INIZI di settembre 2009 si presenta, con il nome di Ruby Heyek, a un concorso di bellezza di provincia, a Sant’Alessio Siculo, che elegge la “Ragazza per il cinema”. Presidente della giuria è il direttore del Tg4, Emilio Fede. Ruby non diventa la “ragazza per il cinema” dell’anno, ma si deve accontentare di un premio minore. Incontra però Emilio Fede. E qui le versioni cominciano a moltiplicarsi, in questa storia caleidoscopio. Lei racconta che Fede le consiglia di trasferirsi a Milano e la mette in contatto con Lele Mora. Lui nega: “Non ha conosciuto quella ragazza, non c’è stata nemmeno una stretta di mano”, assicura Fede. “Potrei averla incrociata un paio di volte”, ammette, ma mesi dopo, “alle cene a casa di Berlusconi. Ma non l’ho presentata io né a Lele Mora, né al presidente del Consiglio”.
Di certo c’è che Ruby abbandona
Fede nega: “Sono stato invitato più volte, e per fortuna, a casa di Berlusconi per delle cene, ma quello che posso dire è che non mi è mai capitato una sola volta di vederle terminare in un modo che si possa definire trasgressivo. Nulla è più lontano da me dall’idea dell’incitamento o dello sfruttamento della prostituzione”. Santanchè smentisce. “Allucinante. Io George Clooney non ho mai avuto il piacere di conoscerlo. Non mi sono mai seduta al tavolo di un ristorante, di un bar, di una casa privata con Clooney, per cui, se tanto mi dà tanto, non vorrei che fosse tutta una bufala, perché nel mio caso lo è e lo dico con forza e con fermezza”.
NELLE DIVERSE, successive versioni del racconto di Ruby, ci sono anche buste di soldi che girano, 30 mila euro, 70 mila, 150 mila, ricevuti dal presidente del Consiglio, in contanti. E regali: vestiti, orologi, gioielli. Ma ora il clima sembra essere cambiato e il suo nuovo racconto pare essere molto più tranquillizzante. Ruby ha pronta una versione soft. Dice di essere scappata da casa per sfuggire alla tirannia di un’educazione islamica. Accenna alla volontà di abbandonare la religione dei genitori per abbracciare, chissà, il cristianesimo. Ad Arcore c’è andata una sola volta. In taxi, non nell’auto di Fede. E a tutti aveva fatto credere di avere 24 anni. Né Berlusconi, né Lele Mora sapevano di avere a che fare con una minorenne.
“DIETRO questa storia”, ha dichiarato ieri Ruby, “c’è la volontà di attaccare il presidente del Consiglio, ma io non c’entro nulla. L'artefice di tutto ciò è il giudice Pietro Forno. Lui non è mai stato interessato alla mia storia e alle mie vicende in comunità: voleva solo colpire il premier e per farlo mi ha usata”. Su Lele Mora: “Mi dispiace averlo coinvolto, lui mi ha fatto solo del bene, non sapeva che fossi minorenne. All'inizio mi ha detto di non farmi più vedere quando la storia è esplosa. Poi mi ha richiamata dicendomi: ti aiuterò”. Alla procura di Milano il compito di dipanare la matassa delle versioni, di distinguere il vero dal falso.
Per incontrare di nuovo un fatto documentato bisogna arrivare al 27 maggio di quest'anno, quando Ruby viene fermata dalla polizia in un centro benessere nei pressi di corso Buenos Aires, a Milano. A chiamare il 113 è una sua conoscente, che l’accusa di averle rubato soldi e gioielli. La ragazza viene portata in questura per l'identificazione. Ma ne esce poco dopo, senza fotoidentificazione e senza rapporto di servizio, perché arriva una telefonata da Roma, dalla presidenza del Consiglio, direttamente al capo di gabinetto della questura. Ad attenderla fuori c'è Nicole Minetti, l'igienista dentale del presidente del Consiglio saltata dalle scene di “Colorado cafè”, show di Italia 1, ai banchi del consiglio regionale, nel listino bloccato di Roberto Formigoni.
Nei mesi scorsi, mentre nessuno ancora conosceva questa storia, l’avvocato-parlamentare Niccolò Ghedini svolgeva previdenti, accurate indagini difensive. Contattava i protagonisti di questa storia e ne registrava le dichiarazioni. Ora sarà la procura di Milano a mettere insieme i pezzi di questo puzzle.
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