

di Bruno Tinti
Delle due l’una: B&C se ne sbattono di Costituzione e leggi; oppure sono del tutto ignoranti in materia e non ritengono di far ricorso a sapienti che li illuminino. Nel primo caso non vale la pena di discutere con loro: come molte volte in passato (comunisti o no che siano i giudici ordinari e costituzionali che si sono occupati delle loro cosiddette leggi) sbatteranno il naso contro i principi di diritto che hanno violato; e si faranno anche male. Nel secondo caso, animato da spirito di collaborazione (sempre del mio Paese si tratta) cerco di spiegare come stanno le cose. È anche vero che ci ha provato nientepopodimeno che il presidente della Repubblica con uno sdegnato “a me lasciatemi da parte, con questa impunità non voglio averci niente a che fare; e, per il resto, dirò quando mi manderete questa cosa”; ma non pare che B&C si siano vergognati almeno un po’. Le ultime notizie sul Lodo Alfano costituzionale (ha ragione Travaglio: la piantiamo di chiamarlo lodo? Non si tratta di un’illuminata transazione tra interessi contrapposti, è una legge porcata come tutte le altre) sono le seguenti: continua ad assicurare l’impunità al presidente del Consiglio; arruola nel gruppo degli impuniti anche il presidente della Repubblica; continua a riguardare i reati comuni (omicidio, rapina, estorsione, truffa, tanto per capirci; ma quello che interessa soprattutto sono corruzione, falso in bilancio e frode fiscale); ha efficacia retroattiva, che significa che gli impuniti tali restano anche se i reati sono stati commessi prima di diventare presidenti.
SUGGERIMENTO n. 2: voi lo sapete che tanti malpensanti sono convinti che del popolo italiano non ve ne frega niente e che pensate solo a salvare le terga di B. Così fate qualcosa per convincerli che non è vero. Per esempio, volete una legge che garantisca l‘impunità anche per i reati commessi prima di diventare presidente del Consiglio; magari anche prima di essere eletti deputati? Va bene. Allora però siate un po’ coerenti: fate una legge che dica che se qualcuno è sottoposto a processo penale non può essere candidato a deputato o senatore; e che, se lo è già, non può essere nominato presidente del Consiglio . Così date una prova di buona fede. Voi pretendete che gli unti dal consenso popolare possano governare in pace; allora non sfidate la sorte: se già sapete che c’è la possibilità che si tratti di gente un po’ delinquente non la eleggete o non la nominate presidente. Se poi capita, pazienza, tanto saranno processati appena avranno finito di governare. Il che ci porta al suggerimento n. 3.
SCRIVETE da qualche parte che, appena finito di fare il presidente, i temporaneamente impuniti si sottopongano al processo penale. Non lo sapevate che forse erano un po’ delinquenti, li avete messi a governare e adesso lo debbono fare; però alla scadenza ne cercate altri e questi se la vedano con la giustizia. Se no diventa una sinecura. Ecco, così diventate un po’ più credibili.
SUGGERIMENTO n. 4. Lo sappiamo tutti che B vuole fare il presidente della Repubblica. Con il sistema che si sono inventati e che ha fatto trasalire Napolitano, finisce che con una maggioranza semplice (la metà più uno) il Parlamento può decidere di far processare il presidente della Repubblica che invece adesso, secondo l’articolo 90 della Costituzione, “non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni”. Mettiamo che B. vada a stare al Quirinale (oh Dio!) e che pensi bene di darsi da fare con la commissione di Vigilanza RAI o con l’AGCOM o con il Cda RAI per far chiudere Report o Anno-zero o qualsiasi altra trasmissione che gli rompe i cabasisi. Mettiamo che Il Fatto lo scopra (in passato siamo stati piuttosto bravi...) e che lo sbatta per un paio di mesi in prima pagina. Mettiamo che una Procura apra un’indagine. Ci ha pensato che finisce che la metà più uno del Parlamento, in un sussulto di dignità, può decidere di farlo processare?
Infine il suggerimento n. 5: c’è una ragione più importante di tutte per lasciar perdere. Se fare l’alta carica dello Stato garantisce l’impunità anche per i reati commessi nella vita precedente, c’è la concreta possibilità che il prossimo presidente del Consiglio sia Totò Riina. I voti per farsi eleggere deputato o senatore probabilmente li ha; le alleanze politiche, spontanee o frutto di ricatti, per farsi nominare presidente del Consiglio anche. Va bene che siamo caduti un po’ in basso; ma, fino a questo punto...

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