venerdì 1 ottobre 2010

Ritorno al passato


CARLO TECCE

Mai buttare via copioni usati. E così nel giorno di Annozero, quasi a calcare le tecniche svelate dall’inchiesta di Trani, Michele Santoro riceve una lettera di Mauro Masi: il direttore generale contesta al giornalista il prologo di giovedì scorso, le metafore, le battute, le frasi. Il dipendente non rispetta – osserva Masi – vari obblighi di lavoro: l’obiettivo è la sospensione, ora tocca ai difensori replicare.

Aspettando i cinque giorni canonici, previsti dal procedimento disciplinare, il conduttore ha risposto in diretta nel suo tradizionale prologo: “Le mie ragioni sono di chi s’è comportato sempre con professionalità”. E a Garimberti: “Abbiamo bisogno di autonomia”. L’offensiva è di massa, per snervare, accerchiare, come dice Santoro “mobbizzare”. Un colpo da viale Mazzini e un colpo dal Pdl: in ordine di firma, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, i tre coordinatori del partito, scrivono all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni – e per conoscenza al presidente Paolo Garimberti e alla Vigilanza – per denunciare la Rai: la prima puntata di Annozero ha violato il contratto di servizio, siate veloci e punite: e Santoro con la formula Tg zero racconta i precedenti con l’Agcom in chiave Trani.

L’esposto indica la data del 29 settembre 2010, ma la strategia è antica, praticata sin dalle stagioni di Raggio verde: imbeccata da politici o personaggi di comodo, la Commissione per i servizi (o il Consiglio) dell’Agcom cestina il documento o apre un’istruttoria. E l’istruttoria ha un doppio valore: economico, vuol dire milioni di euro; simbolico, tiene sotto scacco una trasmissione. Chi siede in Commissione? Antonio Martusciello, ex dirigente di Publitalia, fondatore di Forza Italia, sottosegretario nei governi Berlusconi. Insomma, una persona di fiducia. Il sostituto ideale di Giancarlo Innocenzi, dimissionario per le telefonate di Trani proprio con il presidente del Consiglio. Avevano un piano: bloccare Annozero giocando di sponda con l’Agcom, l’unico ente di controllo che può sanzionare viale Mazzini (senza concedere a Santoro il diritto di difesa).

Piani vecchi, regole nuove: la circolare del direttore generale, già ribattezzata “codice Masi”, aiuta la destra a ispirarsi per sommergere l’Agcom di esposti. Il terzetto Bondi, Verdini e La Russa segue il modello Masi: contraddittorio immediato; un opinionista dice bianco, un secondo opinionista dice nero; par condicio fuori stagione, stessi tempi e stessi posti per ospiti di partitoni o nanetti (definizione di Giovanni Sartori). I coordinatori del Pdl hanno riempito una delle sette pagine con Annozero minuto per minuto: “Una semplice analisi dei tempi fa cogliere con precisione quanto sia stato fazioso il taglio che il conduttore ha dato al programma”.

Ecco la moviola, peraltro abolita in Rai per le partite di calcio: “11.15 sino a 15.21 Bertazzoni compie interviste di fronte Montecitorio sul voto in merito all’autorizzazione per le intercettazioni di Nicola Cosentino”. E poi onore al Giornale di famiglia: “Corrado Formigli con argomenti a dir poco faziosi ha messo in dubbio l’indipendenza dell’analisi giornalistica”. Come dire insieme l’opposto: noi attacchiamo i giornalisti, voi elogiate il Giornale di Berlusconi. Altro che bicchieri-programmi uguali, il Pdl vuole le tribune elettorali: ammucchiata di partiti da destra a sinistra estremi compresi, un pensierino ciascuno e nessuna notizia. La par condicio ordinata da Masi con un po’ di anticipo compare nel testo dei coordinatori: “Mancava in studio un rappresentante del Popolo delle libertà. Questa è una lesione del principio di contraddittorio e della par condicio”.

E ancora: “Pertanto, se si considerano le presenze dell’onorevole Di Pietro e di Travaglio, risulta evidente come non vi fosse nemmeno un’apparenza di par condicio”. Coincidenza sospetta: Masi e il Pdl invocano la par condicio senza la campagna elettorale e, ignorando la legge, dimenticano che la competenza in materia è della Commissione di Vigilanza. Di più: la stessa Agcom ha precisato che i cronometri della par condicio valgono zero nei programmi d’informazione. Ma al Pdl interessa solo multare la Rai per colpire Santoro di carambola: “Annozero appare censurabile per la completa assenza di contraddittorio. E si segnala che alcuni passaggi hanno indiscussa natura diffamatoria e quindi la Rai rischia procedimenti civili per il risarcimento danni”.

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