PAOLO COLONNELLO
Ruby Rubacuori, «semplicemente Ruby, tutto il resto è da scoprire...», occhieggia in tutta la sua prorompente bellezza dalle pagine di Facebook. Dunque è lei, che si mostra nelle foto come una pantera del sesso, la ragazza per la quale il presidente del Consiglio ha deciso «di correre in aiuto». Accetta di chattare per spiegare le sue ragioni.
Ci racconti cosa c’è di vero in quello che hanno scritto i giornali su di te? Sei spaventata o contenta?
«Non sono né spaventata né contenta. Sono amareggiata per come le mie dichiarazioni sono state manipolate».
Ma c’è qualcosa di vero nelle tue serate ad Arcore?
«Di vero poco, anzi niente!!».
In che senso sei stata «manipolata»: dai giornali o dalla Procura?
«Dai giornali e anche da Pietro Forno, il giudice. A lui, quando ero in comunità, interessava solo colpire il Presidente ma con me non è arrivato a sapere nulla perchè di base non c’è nulla».
Cioè, non è vero che sei stata a casa del premier ad Arcore?
«Io sono stata a casa del premier una sola volta ma lui pensava che io fossi una 24enne. Appena ha scoperto che io ero minorenne non ha voluto più rivedermi».
E Lele Mora lo conosci?
«A Lele Mora voglio un bene dell’anima; quando ha saputo la mia vera età ha cercato di aiutarmi e di adottarmi... Punto, questa è la vera versione dei fatti».
Ma non ti è sembrato un po’ strano che Mora ti volesse adottare dopo che eri stata interrogata?
«Ma no. Lui lo ha fatto prima. Però adesso non c’è più bisogno, sono fidanzata, compio fra quattro giorni gli anni e voglio essere serenaaaa!!!»
D’accordo, ma Emilio Fede lo hai conosciuto? Lui dice di averti incontrata un paio di volte. E si è scritto che veniva a prenderti in limousine...
«No, mai. Comunque l’ho visto una volta a casa del premier...»
Cosa farai adesso?
«Mi sa che torno al mio paese!»
Ma dai, ti ci vedi con il velo?
«Assolutamente no, ma non mi vedo neanche, scusami la volgarità, una zoccola. Perchè in questo momento mi fanno sembrare questo!!».
Ma cosa hai raccontato davvero delle feste ad Arcore? Ci hai partecipato?
«Senti, sono stata solo una volta lì e non ho partecipato al bunga bunga. Lui sapeva che avevo 24 anni e quando ha saputo la verità non mi ha voluta più. Comunque non so perchè hanno cambiato tutte le mie dichiarazioni sui giornali! Scusami, l’italiano mio non è corretto ma spero che capisci...»
E’ Ruby questa volta a voler fare una domanda.
«Mi dai un consiglio da amico senza tornaconto, please?»
Prego.
«Cosa devo fare? Come posso chiudere questo capitolo?» Poi Ruby scompare, non risponderà ad altre domande. Dal sito vengono cancellate le foto più compromettenti: i nudi lasciano il posto a ritratti in camicetta e jeans, i messaggi più imbarazzanti vengono ripuliti. Ma su Internet, si sa, nulla si cancella: una volta spedito sul web, qualsiasi materiale è destinato a galleggiare in eterno, pronto a rispuntare alla prima domanda ben posta a un motore di ricerca. E poi il passato non è un file, e neanche quello si cancella. E così rispunta anche una storia dell’ottobre scorso, quando appena diciassettenne, Ruby-Karima venne fermata dalla polizia a Genova in compagnia di un ragazzotto su un macchinone d’ordinanza. La polizia la stava cercando da settimane dopo la denuncia della direttrice del centro di accoglienza, il Kenderheim di Nervi, dove era stata affidata. Lei, dietro l’esuberante bellezza, nascondeva una vita difficile, in fuga dai genitori rimasti a Messina che la volevano costringere a vivere secondo i dettami islamici. In borsetta gli agenti le trovarono 5.000 euro, una somma importante per una diciassettenne. «Me li ha dati Lele Mora», spiegò Ruby: «Lele Mora, l’agente dei vip. Lavoro per lui, faccio la ballerina nei locali, la lap dance o la danza del ventre. E questi 5.000 euro sono i guadagni per alcune serate che ho fatto per lui e sono andata a prenderli a Milano. E quel ragazzo, che non sapeva la mia vera età, mi ha accompagnato».
E pensare che Mora la voleva adottare. «Era una ragazza abbastanza estroversa, già ai tempi della scuola. Del resto cercava di inserirsi in un ambiente che a volte poteva anche essere ostile». Così l’ex professore di francese, Alfonso Lo Turco, ricorda Ruby, sua alunna alla scuola media di Letojanni (Messina). «Tutti ne parlano, anche se la ragazza - aggiunge - non si vedeva da queste parti già da diverso tempo. Non aveva più molte conoscenze in paese». A questo si sommano i problemi con i genitori. «Sono due brave persone ma evidentemente Ruby non aveva buoni rapporti con loro per questo è andata via, interrompendo i legami con la sua famiglia e abbandonando gli studi».
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