venerdì 29 ottobre 2010

Sul premier torna l'incubo-minorenni "Ma sarà un boomerang per i miei nemici"


di FRANCESCO BEI

"Non ho fatto niente di cui vergognarmi". Silvio Berlusconi lo giura a tutti quelli che incontra, nella lunga giornata trascorsa tra Arcore, Napoli e Bruxelles. È il ritorno di un incubo, il ripetersi di una maledizione. Di nuovo nella bufera per una minorenne, dopo i mesi "orribili" seguiti allo scandalo Noemi.
Ma stavolta è diverso. Lo scorso anno il governo era solido, Fini un alleato fedele e Berlusconi - ad Onna con il fazzoletto rosso al collo - assaporava il picco della popolarità. Il colpo oggi arriva su una casa già piena di crepe, che potrebbe crollare senza preavviso. Ne hanno discusso ieri mattina in un vertice alla Camera, con tutta la "preoccupazione" per un momento "estremamente difficile", ministri e capigruppo del Pdl. Mentre tutta la prima linea del partito e del governo, nelle conversazioni private e con l'esterno, non nascondeva il grande "imbarazzo" per la nuova tempesta Ruby. "Sarà pure vero che i giornali nemici ci stanno marciando - si sfoga un ministro al riparo dell'anonimato - ma sarebbe l'ora che Berlusconi si desse una regolata".
Eppure il premier, che è apparso ai suoi "stordito" e "depresso" per quanto accaduto, è convinto di non avere nulla da farsi perdonare. "Mi stanno mettendo in mezzo", ha spiegato ad Acerra circondato da orecchie amiche, "ormai dobbiamo aspettarcene una al giorno. Non è finita qui. Ma, anche se ci attaccano da tutte le parti, noi dobbiamo andare avanti con la forza dei fatti". La "forza dei fatti": come la crisi dei rifiuti a Napoli, che tra pochi giorni "sarà risolta".

La notizia di un imminente scandalo a sfondo sessuale girava da alcuni giorni ai piani alti del Pdl. Tanto che Giulio Tremonti, incrociando un senatore amico, si era lasciato sfuggire una battuta enigmatica: "Ricordati la profezia di Veronica". Un'allusione a quella metafora delle "vergini che si offrono al drago", usata proprio dalla moglie di Berlusconi? Le voci c'erano, eccome. Semmai a stupire i parlamentari del Pdl, angosciati per il futuro della legislatura, oggi è un certo eccesso di "confidenza" che emana dal premier. Una "sicurezza" che al Cavaliere deriva dalla convinzione che ancora molto dovrà venire fuori sulla "vera storia" di Ruby. "Vedrete - ha assicurato sibillino il Cavaliere - alla fine tutto questo si rivelerà un boomerang". "Cosa succederà - si lascia sfuggire uno degli uomini di punta del Pdl - quando magari salterà fuori che qualcuno ha offerto qualcosa a questa signorina per parlare, per raccontare cose inventate?".

Tuttavia la sensazione prevalente nel governo è di camminare sulle sabbie mobili. Al summit dei capi Pdl s'ipotizza anche lo scenario peggiore, quello di una spallata parlamentare che prenda forza proprio dallo scandalo Ruby. È il timore di una mozione di sfiducia a Berlusconi, basata sull'assunto della ricattabilità del presidente del Consiglio, sul suo essere "unfit", inadatto all'incarico. La richiesta, avanzata dal Pd, affinché Berlusconi riferisca in Parlamento sulla vicenda è considerato solo l'antipasto di quello che potrebbe accadere. E se l'ala dura dei finiani riuscisse a imporsi, anche Futuro e libertà potrebbe convergere sulla mozione e realizzare "il ribaltone". Per far fronte a tutto questo, il quartiere generale Pdl ha provato a serrare le fila. La Direzione del partito si riunirà il 4 novembre e i capipartito hanno siglato ieri una tregua nello studio a Montecitorio di Fabrizio Cicchitto. "Basta con i gruppi e gruppetti - hanno detto nella riunione - altrimenti qui salta tutto. Dobbiamo restare uniti". Sandro Bondi, uno dei più preoccupati, ha suggerito di spostare l'attenzione sulle cose fatte: "Proviamo a ripartire dai contenuti organizzando degli eventi tematici". Intanto al Senato Andrea Augello guida la rivolta di una cinquantina di senatori contro l'attuale gruppo di potere di via dell'Umiltà. Chiedono che ci sia un "vero chiarimento" con Fini e accusano gli attuali capi del Pdl di ostacolarlo solo per perpetuare il proprio potere. Facendo un danno al Cavaliere. "Vogliamo scuotere l'albero", spiega Augello, "non buttarlo giù". Il fatto che tra i ribelli ci sia anche il compagno di scuola del premier, il fedele Romano Comincioli, lascia supporre che lo stesso Berlusconi non sia particolarmente ostile all'iniziativa.

(29 ottobre 2010)

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