sabato 27 novembre 2010

Cgil, nei cortei di Roma studenti e lavoratori di nuovo insieme


Esordio da segretario di Susanna Camusso. Bersani in piazza insieme a Sel, Idv e Federazione della sinistra. Comizio conclusivo in piazza San Giovanni

“Il futuro è dei giovani e del lavoro”, questo il messaggio del grande striscione che ha aperto la manifestazione della Cgil a Roma. In tanti da tutta Italia hanno invaso la Capitale, pensionati, lavoratori, giovani, studenti: un grande fiume rosso che con due cortei ha tagliato a metà le strade di Roma per arrivare a San Giovanni, la piazza che ospiterà il primo discorso del neo segretario di Corso Italia Susanna Camusso.

L’attesa è tanta come le aspettative di chi oggi proprio non voleva mancare. In molti hanno affrontato viaggi lunghissimi per arrivare puntuali a manifestare per rimettere al centro dell’agenda politica i diritti dei lavoratori: “Io sono partita ieri sera dalla Sardegna e sono qui per testimoniare la situazione della mia terra e della mia gente”. A parlare è Silvia, 19 anni, che racconta di “un territorio in difficoltà estrema tra fabbriche chiuse, comparto agricolo in ginocchio e prospettive zero”.

Ma a testimoniare i problemi di un intero Paese ci sono tutti i settori. “Protestiamo per i diritti negati del lavoro e offuscati da norme che riducono servizi per i cittadini”, spiega Andrea, medico precario mantovano di 44 anni. A farsi sentire anche Valentina che con i suoi 76 anni non rinuncia al corteo della Cgil e denuncia un’inversione di tendenza: “Io prendo 500 euro di pensione e se i miei figli non mi aiutassero non potrei sopravvivere”. “Sono le famiglie il vero ammortizzatore sociale dell’Italia – spiega Vito, 40 anni disoccupato di Matera – io faccio volontariato, non ricevo stipendio, lavoro per modo di dire. La mia fabbrica ha chiuso, ma io non ho alcuna possibilità di reinserirmi in un mercato che non dà spazio per noi fantasmi non più competitivi. Da noi lo Stato non c’è”. Anche Guido e Laura da Milano, lavoratori interinali, vanno avanti con contratti a progetto, ma spiegano: “Di certo c’è solo il progetto, non la possibilità di creare una famiglia. Di questo passo la crisi non finirà mai soprattutto per noi instabili a vita”.

Tanti gli studenti in piazza, fianco a fianco dei lavoratori. Laura, ricercatrice precaria salita sui tetti de La Sapienza contro il ddl Gelmini qualche giorno fa spiega: “E’ come se un nuovo movimento si fosse svegliato, avesse preso coscienza dei problemi. Dopo 40 anni studenti e lavoratori lottano di nuovo uniti per il futuro”. “Siamo due facce della stessa medaglia - risponde Claudio, metalmeccanico catanese in cassa integrazione – L’università è luogo di crescita di un Paese, ma la filiera tra studenti e imprese non esiste, così come il tema della meritocrazia. Sono qui anche per i miei figli”. Mentre parla, Claudio si commuove, perché “La meritocrazia deve diventare la normalità”. C’è anche chi decide di tirare in ballo i numeri, come Giovanna, che è arrivata da Bergamo in tarda serata e ricorda come tra i lavoratori di 30 -35 anni ci sia un tasso di disoccupazione pari al 60% e come un quarto del Pil derivi dal lavoro sommerso.

Intanto il corteo si anima con i cori contro il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, quello dell’Economia Giulio Tremonti e soprattutto contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che prendono le sembianze di tre trampolieri. Il cartello recita: “Con la cultura si è cambiato il mondo, non avranno mai un popolo di ignoranti anche se ci sperano”.

Ad arrivare sotto il palco per primi sono alcuni giovani che spiegano: “Non siamo più disposti a tutto”. “Gli striscioni la dicono lunga sulle nostre intenzioni – dice Giovanna, 32 anni, che afferma: “Lavorare non può essere un ricatto, ma un diritto e i giovani non vogliono più elemosinare ciò che gli spetta”.

La piazza è davvero piena e anche se stavolta non ci sarà la guerra delle cifre che la stessa Cgil non vuole, basta guardare il fiume di bandiere rosse e ricordare i 2100 pulman con i 13 treni speciali arrivati a Roma per confermare che anche questa volta la protesta si fa sentire. Intanto alla domanda fatta a Susanna Camusso sullo sciopero generale, la risposta arriva spontanea: “Se è questa piazza a chiederlo, dopo questa manifestazione credo che il Governo dovrà dare le risposte che gli abbiamo chiesto e soprattutto dovrà cominciare ad avere politiche di contrasto alla crisi che sinora non ha avuto”, ha detto il neo segretario.

Di Luigina d’Emilio in diretta da Roma

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