sabato 13 novembre 2010

Indagato il numero uno dei Lavori pubblici lombardi


ACCUSA DI TRUFFA PER UNA PERIZIA PRO FIAT SU UN ARBITRATO DA 600 MILIONI TRA FERROVIE E LINGOTTO

di Ferruccio Sansa

Gli uomini della Polizia Postale che perquisiscono la casa e gli uffici del provveditore alle Opere Pubbliche della Lombardia e della Liguria. Lui, Francesco Errichiello, uno dei dirigenti pubblici più potenti d’Italia, indagato per tentata truffa insieme con altre persone.

Al centro di tutto la perizia firmata dal provveditore su un super-arbitrato da 600 milioni di euro tra Tav (Ferrovie) e Fiat.

È soltanto il primo mattone di un’inchiesta che potrebbe avere sviluppi imprevedibili. Tutto parte da un arbitrato tra le Ferrovie dello Stato (per la precisione la Tav) e la Fiat. Non è una questione da poco, ci ballano 600 milioni di euro. È uno di quegli arbitrati da cui dipende la stessa sopravvivenza della società pubblica guidata da Mauro Moretti: sulla testa delle Ferrovie pende una spada di Damocle da 6 miliardi di euro.

Il problema è semplice: i contratti per i general contractor sono stati scritti male, è troppo facile contestarne il contenuto per le imprese, sindacare sui prezzi forfettari stabiliti in origine e ottenere che i costi (e quindi i ricavi per le imprese) lievitino a livelli insostenibili.

SI FINISCE così davanti a un collegio arbitrale, che nomina un Ctu, cioè un consulente tecnico d’ufficio, che cerca di stabilire chi ha ragione e quanti soldi spettano davvero ai general contractor. Esattamente quello che succede con la Fiat. La società è general contractor per una delle tranches dell’Alta Velocità in Piemonte. Da qui la richiesta di 600 milioni di euro. E parte l’arbitrato.

I giudici, per dirimere la questione, decidono di chiedere un parere tecnico a un pool di esperti guidati da Francesco Errichiello, uno dei massimi dirigenti pubblici in materia di grandi opere. Niente di strano, il provveditore è un ingegnere e indubbiamente un esperto del settore.

Sarà poi una prassi criticabile, ma è frequente che i provveditori compiano perizie (era accaduto anche al’ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, travolto dallo scandalo P3, nelle interminabili contese amministrative sugli appalti per le autostrade lombarde). Così avviene anche nel contenzioso Fiat-Tav. Un caso delicatissimo perché le Ferrovie sono appese appunto alle decisioni degli arbitri. E purtroppo per la società pubblica, e per lo Stato, “nella quasi totalità dei giudizi arbitrali viene dichiarata la soccombenza parziale delle Amministrazioni, e pertanto il parziale rigetto della domanda attrice.

RARA è stata la soccombenza totale di una delle due parti”, come ha spiegato l’Autorità di vigilanza sugli appalti nella sua relazione 2010.

Insomma, anche se non ottengono la somma richiesta, le grandi imprese se ne tornano a casa con decine, talvolta centinaia di milioni. Tutta colpa dei contratti colabrodo, molti dei quali stipulati prima del 2001, cioè dell’avvento di Moretti (che prima di arrivare alla guida di Fs era stato numero uno proprio di Rfi, Rete Ferroviaria Italiana).

Era il 1991 quando Lorenzo Necci avviò l’ambizioso progetto dell’Alta Velocità. I lavori erano affidati senza gara a consorzi di imprese: sarebbero state poi loro a subappaltare al miglior offerente. Una scelta che garantisce maggiore qualità e flessibilità. Ma c’è un’incognita: i conti spesso schizzano alle stelle. E le Ferrovie si ritrovano con le spalle al muro. Così rischia di accadere anche questa volta: la perizia di Errichiello segna un punto a favore della Fiat.

Ma ecco il colpo di scena: Ferrovie non ci sta e addirittura presenta un esposto alla Procura di Roma. Una mossa strategica, verrebbe da pensare, perché la sconfitta in un arbitrato potrebbe aprire il varco a tutti gli altri. Insomma, Fs rischierebbero grosso. Le accuse ipotizzate dalla società di Moretti vengono prese sul serio dai pm che conducono l’indagine coordinati dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti.

Così giorni fa ecco scattare gli avvisi di garanzia e le perquisizioni in mezza Italia: destinatari Errichiello e tutti gli esperti che lavorano con lui. Si cercano documenti, file e mail. Un’operazione svolta nel massimo riserbo tanto che la notizia non trapela, nonostante il rilievo di una figura come Errichiello. Il provveditore alle Opere Pubbliche è un dirigente periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; a lui è affidata la gestione tecnica, amministrativa ed economica dei lavori, delle forniture e dei servizi attribuiti alla competenza del Ministero. Uno dei dirigenti pubblici tra i più influenti d’Italia, soprattutto quando si occupa di regioni come la Lombardia, con appalti che complessivamente valgono molte decine di miliardi (in particolare adesso che alle porte si affaccia l’Expo 2015).

METRO, autostrade, valichi ferroviari e automobilistici, Milano e dintorni saranno un grande cantiere. E poi c’è la Liguria dove soltanto il Terzo Valico vale 6,2 miliardi. L’ingegner Errichiello, assistito dall’avvocato Gaetano Pecorella, è convinto di poter respingere tutte le accuse. Il primo giro di interrogatori e di testimonianze dovrebbe cominciare proprio in questi giorni. I pm intanto cercheranno di trovare una conferma alla loro ipotesi di una perizia “taroccata”, ma soprattutto dovranno capire perché un alto funzionario noto e stimato come Errichiello avrebbe dovuto favorire la Fiat.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Come sta andando la questione? Nessuna altra testata ne ha parlato ma si dovrebbe approfondire veramente non solo questa questione ma altre perizie fatte dal medesimo
che nell'ambiente è molto bene conosciuto.. diciamo!.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

IMMAGINO CHE SE E QUANDO VI SARANNO SVILUPPI LO SI SAPRA' SICURAMENTE.