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Orbetello. Nel regno del ministro-sindaco, l’inciucio tra destra e coop rosse sulla bonifica dell’ex Sitoco
di Marco Lillo
Orbetello (Grosseto)
Le acque tranquille della laguna di Orbetello da un mese a questa parte sono agitate da un’onda lunga partita da Napoli. Arresti, bancarotte, affari tra coop rosse e imprenditori di destra legati alla camorra: mai si era visto nulla del genere all’ombra dell’Argentario. Tutto comincia il 6 ottobre 2010 quando il gip di Napoli concede ai pm Catello Maresca e Clelia Mancuso gli arresti domiciliari per l’ex senatore di Forza Italia Salvatore Marano, 55 anni e per i suoi due fratelli maggiori, Francesco (70 anni) e Stefano (65 anni). Costruttori molto chiacchierati di Melito, a nord di Napoli, i Marano sono accusati di avere venduto case sulla carta e di avere ottenuto fidi allegri per le loro società poi fatte fallire.
Il ruolo dei Marano
GLI ARRESTI qui fanno rumore non per le accuse di bancarotta ma perché, grazie all’indagine, vengono a galla gli interessi trasversali sulla laguna di Orbetello. Nel silenzio della politica locale, una società privata sta realizzando una delle più imponenti opere di riqualificazione e bonifica d’Italia. Ora si scopre che
L’amministrazione di sinistra che governa
Le indagini dell’Antimafia
STEFANO MARANO compare più volte negli atti della commissione Antimafia della scorsa legislatura, dove si legge che il boss Paolo Di Lauro fu fermato nel 1995 “insieme ad altri pregiudicati quali Prestieri Maurizio, Fusco Francesco, Mazzola Raffaele a bordo della Mercedes targata Napoli V12679, nella disponibilità della ditta edilizia Marano facente capo appunto alla famiglia Marano”. Non solo. Stefano Marano “era stato controllato il 18 maggio
Storie vecchie che non hanno impressionato gli amministratori di Orbetello. Il sindaco dal 2006 è il ministro Altero Matteoli, ma l’uomo forte della laguna è il suo amico e compagno di partito dai tempi del Msi, Rolando Di Vincenzo. A lui le Fiamme gialle di Napoli si sono rivolte nel 2008 per capire il ruolo dei Marano nella Laguna Azzurra. Secondo Di Vincenzo, Salvatore Marano era la persona della società che aveva incontrato“con maggiore frequenza” e “con il quale si sono instaurati anche rapporti amicali”.
Di Vincenzo ha strappato il Comune ai rossi nel 1997 e nel 2003 è stato nominato commissario del Governo per la bonifica della laguna, con il placet del ministro all’ambiente Matteoli. Nel 2006, avendo superato i due mandati, ha lasciato il municipio all’amico ministro e ora si è appena ricandidato. Matteoli gli ha lasciato la delega all’urbanistica e il ruolo di commissario delegato a risanare la laguna grazie a una serie di stanziamenti milionari, l’ultimo dei quali di 6,8 milioni attribuito dal governo Berlusconi nel 2008. “Naturalmente – tiene a precisare Di Vincenzo – le spese vengono sostenute dal commissario solo per la parte pubblica dell’area mentre per la parte di proprietà privata paga Laguna Azzurra”. Nel silenzio di destra e sinistra, l’unico ad avanzare qualche dubbio è il consigliere comunale di Rifondazione, Giuliano Baghini: “Dopo gli arresti vorrei capire se c’è un legame tra i lavori della Laguna Azzurra dei Marano e i 6,7 milioni di euro stanziati nel novembre 2006 dal Governo Prodi per bonificare la ex Sitoco”. A dirigere i lavori di bonifica per Laguna Azzurra c’è Francesco Antonio Martino di Grosseto. L’ingegnere nel 2006 fu sentito nell’ambito dell’indagine Poseidone dell’allora pm Luigi De Magistris.
I bonifici all’ingegner Papello
L’INDAGATO principale di quell’inchiesta era Giovanbattista Papello (poi prosciolto a Catanzaro ma non a Roma per un filone laterale), responsabile del Commissariato all’emergenza. Quando scoprirono che Martino pagava parcelle al responsabile del Commissariato, i carabinieri rimasero sorpresi. Lui, senza fare una piega, spiegò: “Nel 2002-2003 ho versato bonifici all’ingegner Papello di circa 180 mila euro perché ha svolto su mio incarico lavori presso la laguna di Orbetello negli anni 1999-2001: si tratta di prestazioni professionali, regolarmente pagate e fatturate. Successivamente Papello mi ha contattato per lavori in Calabria, in quanto confidava sulla mia elevata professionalità nel settore”. In una precedente informativa dei carabinieri si leggeva: “Papello è in stretto contatto con Martino, amministratore di società che si occupa di tecnologie ambientali e consulente del ministero dell’Ambiente (allora guidato da Matteoli, ndr)”. Oggi Papello è direttore amministrativo e tesoriere della “Fondazione della Libertà” del ministro Matteoli.

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