

«Assoluta sintonia sui problemi del Paese» e «avanti con l’azione riformatrice per realizzare il programma» di governo. Umberto Bossi e lo stato maggiore leghista fanno quadrato attorno all’esecutivo e all’indomani della svolta finiana di Bastia Umbra, ’blindano' il patto con Silvio Berlusconi. Dopo una riunione del consiglio federale a via Bellerio e due ore di vertice ad Arcore, seguito da un nuovo incontro nella sede del Carroccio, i leghisti confermano la loro posizione: il governo va avanti. Nessuna crisi al buio insomma, se il presidente della Camera e la componente di Fli vorranno ’staccare la spina', dovranno formalizzare la loro scelta in Parlamento, non solo ritirando la delegazione governativa ma sfiduciando apertamente il premier. «L’incontro di oggi è stato positivo e proficuo - si legge nella nota dei capigruppo leghisti che hanno partecipato all’incontro dal presidente del Consiglio - ed è servito a fare il punto sulla situazione politica e sull’agenda di governo. Si è deciso - spiega la nota - di proseguire con l’azione riformatrice per realizzare il programma. Ne è emersa un’assoluta sintonia sui concreti problemi del Paese e sulle azioni da realizzare».
Disponibili a chiedere uno scatto di reni alla politica italiana è il Vaticano. «Non è più tempo di galleggiare», ma occorre «fare tutti uno scatto in avanti concreto e stabile verso soluzioni utili al Paese e il più possibile condivise», ha affermato il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, aprendo ad Assisi la 62esima assemblea generale della Cei. Dai vescovi italiani, che un mese e mezzo fa si dicevano «angustiati» per il Paese, giunge ora «un invito sempre più accorato e pressante a cambiare registri». Intanto il presidente della Repubblica, «pur non entrando nel merito di alcuno degli scenari politici evocati in varie sedi nella giornata di oggi, presta soprattutto attenzione alle scadenze di impegni inderogabili per il Paese». In particolare, «ha verificato le previsioni relative alla approvazione in Parlamento della legge di stabilità e della legge di bilancio».

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