martedì 2 novembre 2010

L’eroe che non c’è


di Antonio Padellaro

Se non l’ha già letto c’è un libro che consigliamo a Gianfranco Fini. S’intitola Anatomia di un istante, lo ha scritto Javier Cercas e racconta il tentativo di colpo di Stato in Spagna del febbraio 1981 che ebbe come protagonista il famoso colonnello Tejero.

Ma al di là della vicenda drammatica e ricostruita in modo appassionante, c’è un passaggio che potrebbe far riflettere il presidente della Camera in un momento cruciale per il futuro del Paese.

Citando il filosofo Enzensberger, l’autore ricorda che accanto all’eroe classico del trionfo e della conquista, c’è un eroe moderno, “che è l’eroe della rinuncia, incline a contenersi e a smantellare”.

Il primo “raggiunge l’apoteosi imponendo le proprie posizioni; il secondo abbandonandole e facendosi da parte”.

Tra gli esempi di questo eroe della ritirata, che non è soltanto politico ma anche morale, Cercas cita Gorbaciov che smantellò l’Urss, il generale Jaruzelski che scongiurò l’invasione sovietica della Polonia e il premier spagnolo Suarez, allevato dal franchismo, che nei fatti narrati assume un ruolo che sarà decisivo per la neonata democrazia spagnola.

Non sembri eccessiva l’analogia tra eventi di enorme portata storica guidati da personaggi di una grandezza tragica e il fango italiano. Ma c’è un paese, il nostro, che in questa melma sta velocemente sprofondando insieme al numero infinito di cose belle e giuste che esso contiene.

Un paese che avrebbe bisogno di un governo autorevole e capace e che, invece, assiste impotente al degradarsi della funzione pubblica ridotta a bordello. E tuttavia c’è un uomo che avrebbe il potere di impedire il disastro finale. È l’unico in grado di farlo perché l’opposizione da sola non ha i voti sufficienti.

Quest’uomo per un quindicennio ha condiviso e sostenuto un sistema di potere creato a immagine e somiglianza del capo supremo. In cambio ha ricevuto onori e incarichi. Finché si è ribellato pagando con la sua famiglia un prezzo salatissimo. È stato cacciato dal partito che aveva contribuito a fondare. È finito nel tritacarne dei dossier ma è rimasto in piedi.

Ora, la sua lunga ritirata da un mondo in decomposizione ha bisogno di un gesto finale. Che sarebbe di giustizia e di amore nei confronti di un paese che non merita altra ignominia.

Onorevole Fini non esiti, non s’impantani nei piccoli giochi politicanti, non rimandi ciò che non può più attendere. Sia all’altezza del compito che si è dato. Stacchi la spina.

4 commenti:

Francy274 ha detto...

Fantastico Gomez!!!
Questo articolo merita di essere divulgato.

Francy274 ha detto...

Pardon... volevo dire Pedellaro :))

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

FASI PURE MA, ATTENTA: E' PADELLARO - DIRETTORE RESPONSABILE DE IL FATTO QUOTIDIANO.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

PADELLARO!